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Saggi&Saggi 19 giugno 2005
di Maria Santini
Una grande scrittrice ci guida, settimana dopo settimana, alla scoperta delle pieghe meno note di un mondo di personaggi al femminile seguendo un itinerario intellettuale alimentato da una inesauribile curiosità di scoprire, indagare. Pagine che intrigano, appassionano e, perché no?, divertono.
Sono Usciti in SeBook i Gialli di Maria Santini
Sette Romanzi Inediti di una scrittrice che vi appassionerą disponibili anche in Ex Libris

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"Liberale, magnanima Isabella"

…così Ariosto nell’ “Orlando Furioso” definì Isabella d’Este marchesa di Mantova e indiscussa signora del Rinascimento italiano. La nobildonna tenne una corte fastosa, si circondò dei migliori ingegni della sua epoca e fu inferiore a pochi per cultura: conosceva le lingue classiche, era una musicista finissima ed una intenditrice e collezionista quasi maniaca di opere d’arte antiche e moderne. Donna famosissima, quindi: ma poco noto è il pericolo mortale in cui si trovò al momento del Sacco di Roma (maggio 1527).La cinquantaquattrenne marchesa vedova di Mantova risiedeva nella città eterna da un biennio, quasi in volontario esilio. Infatti suo figlio Federico, il nuovo marchese, aveva fatto della sua amante Isabella Boschetti la prima signora di Mantova, emarginando di fatto sua madre che per sfuggire all’intollerabile umiliazione viaggiava il più possibile. A Roma Isabella teneva corte nel palazzo ai Santi Apostoli prestatole dal cardinale Colonna : continuava a collezionare antichità e dipinti di maestri famosi e a circondarsi di splendida gente, compensando così il grave colpo infertole dal figlio.
La marchesa aveva fino all’ultimo sottovalutato il pericolo. Era vero, il potente imperatore Carlo V si apprestava a dare una lezione a papa Clemente VII che aveva osato mettersi dalla parte dei suoi nemici alleandosi con la Francia: ma Isabella era convinta che la diplomazia avrebbe aggiustato tutto. Non fu così: i terribili Lanzichenecchi calarono su Roma e nessuno li fermò. Ma Isabella non era donna da mettersi a piagnucolare: quando la fuga da Roma si rivelò ormai impossibile, assoldò delle truppe, fece provviste e ordinò di murare porte e finestre ai piani bassi del palazzo nel quale aveva generosamente accolto moltissime gentildonne,parecchi uomini e perfino l’ambasciatore veneziano. Le sue difese non sarebbero tuttavia approdate a nulla – in otto giorni di saccheggio non un edificio rimase in piedi in tutta Roma - se essa non avesse avuto la protezione di suo figlio Ferrante, brillante luogotenente dell’esercito invasore. E mentre fuori imperversavano sangue e morte,il palazzo di Isabella reggeva. All’interno i viveri rapidamente finirono e la stessa marchesa si ridusse a pane e cipolla. Passati gli otto giorni dominati dalla soldataglia ingovernabile, il figlio si azzardò a farla uscire: Isabella e gli “ospiti”, da lei difesi con tanto coraggio, furono scortati da due ali di truppe, con l’ambasciatore veneziano occultato fra i servitori, e poterono infine lasciare la città ancora fumante per gli incendi. Le fu proposto di tornare a casa via mare: ma la marchesa rifiutò e fu un colpo di fortuna, perché i pirati tunisini catturarono le sue navi, cariche di servitori e bagagli.

Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
  Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica, Dieci Romanzi Gialli
...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>

 

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