L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 
Saggi&Saggi 17 maggio 2005
di Maria Santini
Una grande scrittrice ci guida, settimana dopo settimana, alla scoperta delle pieghe meno note di un mondo di personaggi al femminile seguendo un itinerario intellettuale alimentato da una inesauribile curiosità di scoprire, indagare. Pagine che intrigano, appassionano e, perché no?, divertono.
Sono Usciti in SeBook i Gialli di Maria Santini
Dieci Romanzi Inediti di una scrittrice che vi appassionerà


1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33 - 34 - 35 - 36 - 37- 38   



Quasi una recensione:
le ragazze di Roma ore 11

 

Mattina del 15 gennaio 1951 a Roma, nella centrale via Savoia: la scala di una elegante palazzina crolla sotto il peso di circa duecento ragazze, accalcate lì con il miraggio di un unico posto di dattilografa (che deve essere“volenterosissima” e di “miti pretese”,come da inserzione sul “Messaggero”). Un’ottantina di loro rimane ferita. Una muore. A tutte le infortunate l’ospedale, come era prassi allora, manda il conto.
Da questo fatto di cronaca Giuseppe De Santis trasse, l’anno successivo, un film capolavoro del neorealismo: Roma ore 11. Il regista riesce a impostare coralmente la tragedia che assume anche un forte connotato di denuncia sociale (la condizione femminile nei ceti meno abbienti). Proprio questa sua caratteristica fece sì che il film venisse osteggiato e scomparisse presto dalle prime visioni nonostante il buon successo che andava riscuotendo.
Precedentemente alla stesura del copione, un giovanissimo Elio Petri (il futuro regista), aveva intervistato parecchie delle ragazze uscite da quella tragica esperienza, ricavandone un libro inchiesta . Venne così a conoscere tanta miseria, tanta subordinazione, tanto desiderio di riscatto. Fu su quella base che nella narrazione corale vennero inserite con naturalezza una serie di storie singole, che alludevano solo lontanamente alle vicende vere delle persone coinvolte ma che risultavano perfettamente credibili. Vicende che lasciano l’amaro in bocca dato che le vittime del crollo sono destinate a restare povere ed emarginate. Così Luciana (Carla Del Poggio) rimane la moglie disoccupata di un muratore disoccupato( Massimo Girotti): Simona (Lucia Bosè) ,i cui genitori sono ricchi (e odiosi), si prepara ad un’ esistenza di strettezze accanto al suo pittore squattrinato (Raf Vallone):la cameriera Angelina (Delia Scala) torna nel natio Veneto con la prospettiva di un duro lavoro di contadina: Adriana (una splendida e intensa Elena Varzi) , l’impiegata che ha dovuto lasciare il posto precedente perché sedotta dal principale, non sa che fare della sua vita: Gianna (Eva Vanicek, una biondina specializzata in parti da ingenua), l’inetta figlia di una energica madre ,continua ad aspirare a quel posto di dattilografa a via Savoia, rimasto per forza di cose vacante ma è molto dubbio che l’otterrà. Intanto la madre (Paola Borboni), che l’aveva accompagnata su per quella tragica scala, deve stare un mese all’ospedale, pagandone la retta. E Caterina (Lea Padovani) , che dal raggiungimento di quell’impiego si riprometteva un cambio radicale di vita, deve rassegnarsi - e lo fa non senza una garbata autoironia - a rimanere una prostituta.
Altre figure appena delineate ci propongono con forza non minore un destino di amara povertà complicata dall’esser donna. Ne scegliamo due per tutte: la dattilografa anziana e bravissima che, lodata dall’inserzionista durante la prova alla macchina da scrivere (“lei è una mitragliatrice”) lo corregge “una vecchia mitragliatrice”: intendendo dire, ovviamente, che nessuno più vuole assumere una che la giovinezza se l’è lasciata alle spalle. E ancora la figlia del generale, anziano, pensionato chiaramente in strettezze: la poveretta deve vedersela anche con il feroce pudore di quel padre intenzionato a nascondere la propria miseria. Insomma la scala crollata è rimasta per tutte un’esperienza amarissima, senza riscatto. Forse fanno eccezione Clara,una brunetta deliziosa ( anche lei un’attrice molto nota a quel tempo: Irene Galter) che dalla tragedia ricava un aitante fidanzato provvisto pure di un buon lavoro: ed anche la ragazza di Viterbo che, prendendo il posto di cameriera lasciato libero da Angelina, si sottrae alla fame . E la stessa Angelina, che non voleva più essere serva, riacquista per lo meno la sua dignità di donna.
Sul piano degli affetti il film propone un maggiore barlume di speranza. Le coppie formate da Nando-Luciana e Carlo-Simona escono rinsaldate dall’esperienza: Adriana, nonostante la gravidanza senza marito (un affar serio, all’epoca) viene riaccolta nella sua affettuosa famiglia: Gianna e sua madre sono più unite che mai.Angelina, che prima del fatto era impegnatissima a respingere le avances insistenti e sgradite (“mi tratti così perché sono una serva”) del giovane meccanico Romoletto, dopo essere rimasta coinvolta nel crollo e leggermente ferita lo vede tramutarsi in un vero e sincero amico, che l’aiuta e le organizza il viaggio di ritorno in Veneto. Ma intanto la giovanissima Cornelia è morta, quasi senza un perché, e Luciana porterà per sempre il rimorso di aver provocato la baruffa che ha causato il crollo della scala.
La quale scala ha la sua grade parte: vediamo il cedimento poi subito la scena si sposta all’aperto con le ragazze illese che si precipitano fuori del palazzo gridando come impazzite dal terrore fra l’iniziale stupore dei passanti. Stupenda la scena che segue, il salvataggio ad opera dei pompieri. Precisi, efficienti, essi sono subito padroni della situazione: montano scale, volteggiano su corde,afferrano con scioltezza le vittime terrorizzate, aggrappate a brandelli di muro. Essi appaiono gli unici angeli di una situazione tragicamente terrena.

Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
  Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica, Dieci Romanzi Gialli
...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>

 

Google
Web www.simonel.com

L'amato gatto Tristano
di Maria Santini
 

 

© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved