E’ una limpida mattina,a Washington,quando Leslie sale la scaletta del Boeing diretto a Los Angeles ove prenderà un volo per l’Australia. Non è sola: con lei c’e il marito Charles, un brillante ingegnere e le loro due bambine, Zoe, di otto anni, e Dana di tre. Leslie è una piacente signora leggermente più attempata di quanto può far presupporre la tenera età delle sue figlie. In quegli ultimi istanti della sua vita normale deve essere molto felice e molto curiosa: professoressa universitaria di scienze politiche è stata invitata in qualità di “visiting fellow”, qualcosa come “docente ospite” all’Università di Canberra. Un’esperienza nuova e stimolante.
“Deve” essere contenta e piena di aspettativa ma in realtà i suoi pensieri non li conosciamo né li possiamo più conoscere. E’ facile immaginarsi i gesti suoi e del marito, una volta sull’aereo: prendere posto, sistemare i bagagli a mano, allacciare le cinture alle bambine eccitate… Finalmente l’aereo decolla ma quasi subito scompare dagli schermi radar. Ora a Leslie e a tutti gli altri rimane tempo solo per angoscia e terrore – dirottati! – e per una morte atroce quando quell’anonimo volo interno americano si trasforma nel “Volo 77” , di lì a poco noto in tutto il pianeta come quello che si è schiantato contro gli edifici del Pentagono. Sono le 9.43.
Ancora una manciata di minuti e gran parte della tragedia sarà consumata. La torre sud del World Trade Center crollerà di lì a pochissimo e anche il quarto aereo coinvolto nei tragici dirottamenti sta per abbattersi sul suolo della Pennsylvania. Resta l’atto conclusivo, il crollo della torre nord.
Sono le 10.28. Genelle e Rosa, due giovani donne ispaniche, sono convinte di essere praticamente in salvo: precipitatesi giù per le scale di sicurezza dall’ottantottesimo piano, si trovano ormai al sedicesimo. Ed è allora che un rombo più forte di mille tuoni, quasi il rotolio e il rimbombo di un mostruoso temporale, le raggiunge: la torre sta crollando su se stessa. A questo punto la morte sceglie: Rosa si china per sistemarsi una scarpa e Genelle, che le poggia una mano sulla spalla, la sente come soffiata via mentre ciò che resta della torre si chiude su di lei. Si ritrova intrappolata nelle rovine, gravemente ferita alle gambe ma protetta come in una nicchia da una trave trasversale.. Rosa non c’è più e non ci sarà mai più.
Genelle trascorre così, sempre cosciente, ventisette ore. Alla fine i soccorritori la trovano ma non possono vederla, solo sentirne le flebili invocazioni. Poi la giovane donna riesce a infilare la mano in una fessura e un’altra mano afferra la sua: “Ti tengo” dice una voce. Genelle è stata l’ultima estratta viva dalle macerie delle torri: malconcia ma in grado di farcela. E ce l’ha fatta.
Alcune osservazioni:
Leslie Whittingon, docente all’università di Georgetown, aveva quarantacinque anni: Charles Falkenberg,il marito, era suo coetaneo.
Rosa Maria Feliciano , trentenne, era impiegata della Marsh e Mc Lennan (ottantanovesimo piano della torre nord).
Genelle Guzman, trentun anni, originaria di Trinidad, era impiegata della Porth Authority all’ottantottesimo piano. Le due giovani donne erano amiche.
Genelle dovette trascorrere parecchio tempo in ospedale e subire diverse
operazioni alle gambe.
Cronologia degli eventi:
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ore 8.45 il volo 11 dell’American Airlines Boston –Los Angeles (92 persone a bordo) colpisce la torre nord del World Trade Center.
- ore 9.03 il volo 175 dell’United Airlines Boston-Los Angeles ( 65 persone a bordo) colpisce la torre sud.
- ore 9.43 il volo 77 dell’American Airlines, quello di Leslie, colpisce il Pentagono . A bordo c’erano 58 passeggeri (fra cui i cinque dirottatori) e 6 membri dell’equipaggio.
- ore 10.05 cade la torre sud.
- ore 10.10 nella contea di Somerset cade il volo 93 dell’United Airlines Newark – San Francisco (45 persone a bordo), in circostanze non del tutto spiegate. Puntava verso la Casa Bianca? C’è stata una rivolta dei passeggeri contro i dirottatori?
- ore 10.28 cade la torre nord.
Il totale delle vittime, comprese quelle sugli aerei, è di 2996 persone: i corpi di 48 di esse non sono mai stati ritrovati. 24 di loro sono stati visti con certezza all’interno degli edifici del World Trade Center nei momenti critici (come Rosa): degli altri 24 si presume soltanto che fossero lì.
Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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