Fateci caso: nel romanzo tutti danno sulla voce a Rossella (noi italiani la conosciamo come tale né potremo mai chiamarla Scarlett) criticandola in ogni sua azione. E’ il coro compatto dei parenti, degli amici e della società che la circonda: perfino il padre e la sua Mammy, perfino l’autrice, che pure ama il suo personaggio, a volte sembrano pieni di riprovazione. Le si rimprovera di essersi tolta il lutto del primo marito troppo presto, di aver rubato il secondo alla sua sorellina, di essersi messa a lavorare come un uomo per far fruttare la segheria di questo secondo marito,e, nell’ambito di tale attività, di essersi fatta quasi violentare da un gruppo di negri sbandati costringendo gli uomini della sua cerchia ad una spedizione punitiva che li ha messi in gravissimo pericolo: e, per coronare il tutto, di aver sposato Rhett Butler, un profittatore di guerra, pochi mesi dopo la morte del bistrattato Frank Kennedy, oltretutto perito miseramente proprio durante quella spedizione. L’unica che accetta Rossella per quella che è la buonissima Melania, ricambiata con sentimenti ambivalenti, che vanno dalla gelosia all’affetto.
A dire il vero anche Rhett, che pure la stuzzica e la provoca, ha una fondamentale stima di Rossella, del suo coraggio, del lavoro immane che ha svolto per salvare se stessa e la famiglia dalla rovina della guerra e dalla miseria del dopoguerra. Ma non dobbiamo dimenticare che Rhett ama profondamente Rossella, almeno fino a quando lei non riesce a disgustarlo.
Indubbiamente la protagonista di “Via col vento” ha un carattere che è gentilezza definire soltanto” forte”. Nel rapporto con i figli, per esempio, si dimostra una di quelle madri sbrigative che fanno crescere i bambini con un’infinità di complessi. Strapazza il timido Wade, ignora totalmente Ella, che è bruttina e non molto sveglia, e non sarebbe tenera neppure con Diletta se fra lei e la bambina non si frapponesse proprio Rhett con il suo amore protettivo per la piccola. Per tutto il corso della lunga vicenda , dall’età di sedici anni a quella di ventotto, Rossella corre dietro ad Ashley, convinta di amarlo, provocando il dolore e la gelosia di colui che la ama veramente, Rhett, per poi disconoscere d’improvviso questa sua passione ed attaccarsi a Rhett quando è troppo tardi…
Sostanzialmente, quindi, fino all’amara conclusione che la mette di fronte a se stessa, Rossella dimostra di non aver provato sentimenti profondi per nessuno, figli, sorelle, amici: per non dire dei tre mariti. Ha certamente voluto molto bene a suo padre, al quale era legata da una affettuosa complicità, e ha venerato addirittura sua madre. Avrebbe voluto tanto somigliarle ma non lo potrà mai: Elena Robillard è stata una creatura del vecchio mondo, altruista, disponibile e ligia al dovere: Rossella, con i suoi errori, la sua impetuosità, la sua noncuranza per i sentimenti degli altri ma anche con il suo coraggioso attivismo, è una donna molto più moderna.La sua tragedia sarà proprio comprendere quanto amore le hanno dato due persone non più disponibili, all’atto della sua presa di coscienza: Melania perché è morta, Rhett perché si è disamorato.
Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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