Sonja Henie ha fatto sognare un’intera generazione di ragazze e ragazzi italiani.Il suo film più famoso” Serenata a Vallechiara” (Sun Valley Serenade 1941) arrivato soltanto anni dopo in una Italia appena uscita dalla guerra, rappresentò per i giovani una porta spalancata su un mondo diverso: un mondo senza privazioni, pieno di musica, di spensieratezza e dei volteggi della bravissima ragazza norvegese.
Sonja era fatta per vincere e vinse sempre, qualunque cosa intraprendesse. Era nata ad Oslo nel 1912, figlia di un ricco commerciante di pellicce. A sei anni ebbe il primo paio di pattini da ghiaccio: a neanche sedici (inverno 1928) guadagnò la medaglia d’oro per il pattinaggio artistico alle Olimpiadi invernali di Saint Moritz. Per la prima volta ma non per l’ultima fece epoca: fu infatti la prima pattinatrice che scoprì le gambe, invece di volteggiare in gonne lunghe fino alle caviglie. Nonostante l’epoca, non ci fu alcuno scandalo: Sonja pareva ( ed era) ancora una bambina. Anzi, tutte le altre pattinatrici si adeguarono, da allora in poi, al suo stile.
E Sonja vinse ancora: un oro alle Olimpiadi di Lake Placid(1932), un altro a quelle di Garmisch-Partenkircher( 1936). Qui le accadde di vedersi stringere la mano da Hitler, cosa che le fu rinfacciata, in seguito, ma di cui non aveva nessuna colpa: Hitler stringeva la mano a tutti i vincitori olimpici ( tranne che a Jesse Owens ma quella è un’altra storia).
Nel 1937 l’accorta Sonja decise che era ora di passare al professionismo. Fu così che cominciò la sua carriera di attrice, fiore all’occhiello della 20th Century Fox . Nell’arco di dieci anni Sonja partecipò a dieci film, raggiungendo fama mondiale con il già citato “Sun Valley Serenade”, storia di un’orfanella norvegese, naturalmente bravissima sui pattini, adottata in America da un affascinante pianista che se innamora.
Sonja aveva un talento grandissimo per gli affari e seppe sfruttare alla grande la fama raggiunta. Oltre che ai film, partecipava in tutto il mondo a riviste sul ghiaccio che lei stessa produceva: e seppe fare tanto bene che potè alla fine essere annoverata fra le dieci donne più ricche del mondo.
Nel 1960 si ritirò e tornò in Norvegia. In America s’era sposata ed aveva divorziato due volte, ma col terzo marito,Niels Onstad, pure lui norvegese, l’accordo fu perfetto. I due coniugi crearono insieme perfino un Museo di Arte Moderna che donarono alla città di Oslo.
Sonja,che aveva sempre vinto, poteva essere considerata una donna felice. Tuttavia le toccò di scontrarsi, troppo presto, con un’avversaria su cui neppure lei poteva prevalere: la morte. Cinquantasettenne, infatti, fu stroncata dalla leucemia (1969). Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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