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  Saggi&Saggi Roma, 23 dicembre 2005    
di  Maria Santini
Una grande scrittrice ci guida, settimana dopo settimana, alla scoperta delle pieghe meno note di un mondo di personaggi al femminile seguendo un itinerario intellettuale alimentato da una inesauribile curiosità di scoprire, indagare. Pagine che intrigano, appassionano e, perché no?, divertono.
E' uscito nelle librerie,
a 150 anni dalla nascita di Giovanni Pascoli,«Candida Soror»di Maria Santini
Tutto il racconto della vita di Mariù Pascoli, l'adorata sorella del poeta della Cavalla Storna:
un'opera frutto di anni di ricerche e ricca di inediti.
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                    BUON NATALE
                 Voglio restare vivo!

  Maternità come azzardo mortale

 E’ meno di un secolo che la maternità non significa più per le donne gravissimo rischio di morte: e soltanto, si badi bene, là dove sono a disposizione ospedali e medici mentre nelle zone povere ed arretrate del mondo il pericolo per le partorienti è ancora fortissimo. Ma fino quasi al 900 partorire poteva voler dire morire sia che si giacesse sulla paglia che in un letto regale: ed era norma a tutte le latitudini. Si moriva non solo di complicazioni relative al travaglio ma soprattutto della terribile febbre puerperale cioè di una infezione che le puerpere contraevano negli ospedali ma che non disdegnava di insinuarsi perfino nelle regge: così morì,ventitreenne (1836), Maria Cristina di Savoia "la reginella santa" moglie di Ferdinando II di Napoli.
  Fu soltanto nel 1847 che il giovane dottore ungherese Ignac Semmelweiss per primo dimostrò che il tasso di mortalità delle puerpere del suo ospedale (Vienna) poteva drasticamente calare se medici e levatrici si disinfettavano quelle mani con le quali spargevano il contagio fra le partorienti: però fu soltanto con Pasteur, qualche decennio dopo, che il principio venne accettato. E la febbre puerperale smise di uccidere.
 Vi furono donne la cui morte per parto cambiò la storia. Giulia, figlia di Cesare fu sposata a Pompeo come “riforzo” dell’alleanza fra i due uomini (primo triumvirato, 59 a C): ma l’unione, pur combinata, si dimostrò felice. D’altra parte Giulia, figlia unica, aveva molta influenza sul padre. La giovane donna morì miseramente (54 a. C.) lasciandoci un interrogativo: avrebbe potuto, se fosse vissuta, evitare la frattura fra padre e marito e con essa la guerra civile?
 Di Carlotta d’Inghilterra abbiamo detto (N° 34): se fosse vissuta,la sovrana che regnò al suo posto, Vittoria, non sarebbe stata neppure concepita. Anche la terza moglie di Enrico VIII, Jane Seymour, morì di parto (1537): il figlio sopravvisse divendendo a suo tempo il re Edoardo VI. Se fosse rimasta in vita, la dolce Jane, per di più madre dell’atteso erede maschio, avrebbe di certo interrotto la serie nuziale del terribile sovrano inglese: tre mogli e non sei e per di più quella che fu la quinta, Catherine Howard, avrebbe salvato la testa.
 Durante la gravidanza morì una scrittrice famosa, Charlotte Bronte, l’autrice di” Jane Eyre”. Vita tragica, la sua: aveva dovuto assistere alla fine delle sue geniali sorelle Emily e Ann e del fratello Branwell: la morte carpì anche lei quando credeva di aver raggiunto la serenità accanto al marito, Arthur Nicholls. Invece, colpita da polmonite in gravidanza, curata con gli empirici sistemi dell’epoca, spossata dalle sofferenze, si arrese morendo a trentanove anni (1855).

Maria Santini
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Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
  Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica, Dieci Romanzi Gialli
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di Maria Santini

 

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