Al giorno d’oggi c’è una sola, grande scrittrice rosa che parla al cuore delle donne (quelle disposte a farsi commuovere, ovviamente): la televisione. Ma c’è stato un tempo in cui quelle di noi che desideravano “consumare” storie d’amore e di dolore, con i dovuti intrighi che mettevano a repentaglio la vicenda sentimentale dei protagonisti, dovevano affidarsi alla carta stampata. E, che loro se ne rendessero conto o no, leggere le educava. Ove ce n’era bisogno, infatti, ciò migliorava il loro modo di parlare e di scrivere. Liala (Liana Cambiasi Negretti 1897-1995), la nostra scrittrice rosa più celebre, aveva un’ottima penna: il suo vocabolario era ricco e lo stile chiaro.
I contenuti dei suoi settantuno (!) romanzi li lasciamo da parte, affidandoli alla sensibilità dei lettori. Qui come facemmo per D’Annunzio (26) vogliamo parlare del suo gusto per l’onomastica: non a caso perché la scrittrice, dannunziana fin nel profondo, mediava dal suo idolo (che del resto le aveva coniato lo pseudonimo trasformando “Liana” in “Liala”) la passione per i nomi raffinati fino alla stravaganza. Eccone un campionario non certo esaustivo tratto dai romanzi i cui titoli, spesso molto elaborati e accattivanti, risentono del medesimo gusto molto ornato. L’eroina forse più famosa di Liala è Lalla Acquaviva (“Dormire e non sognare “) tant’è che molte bambine furono chiamate Lalla in onor suo.
Un altro nome che ebbe grande fortuna è quello di Yvelise, la giovane modella di “Trasparenze di pizzi antichi“. E ancora Fabiana, Doranna, Idilia, Dianora, Oria, Chiara-Stella, sono piacevoli ed hanno avuto anch’essi fortuna. Con altri nomi, invece, le cose si fanno difficili: non c’è niente di male a chiamarsi Fede (“Le briglie d’oro” ) anzi diremmo che è proprio un bel nome ma il guaio è il cognome abbinato: Fede anch’esso. E meno male che Bambina Maris (“Fra le tue braccia e sul tuo cuore”) muore nel fior degli anni: come avrebbe fatto, anziana e sfiorita, con un nome tanto bamboleggiante? Abbiamo poi un’ Abigaille, una Ermellina, e perfino una Brezza, un’Antinisca e una Sisinnia. La giovane prostituta protagonista di “Di ricordi si muore” si chiama Lucente Piana:una concausa del suo suicidio?. Ci sono poi una Coralla, una Vivilla e perfino una Ermengarda (“Chiamami con un altro nome”): diciamo subito che il suo fidanzato si adegua al titolo e la ribattezza Charlotte.
Ma la paglia più corta la estrae la bellissima Parva (“Una pagina d’amore”). E’ stato suo padre, il commendator Favilla, a chiamarla così per rifarsi al verso dantesco “Parva favilla gran fiamma seconda”. E infine con nostro stupore la scrittrice può anche cadere nell’eccesso opposto: i protagonisti di “Una lacrima nel pugno “ si chiamano Bruno e Maria… Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli ...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>
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