C’era una volta una ragazzina che non voleva andare più a scuola perché non capiva la matematica. Allora la sua accorta madre non fece altro che portarla alla periferia della loro città, dove erano ancora visibili nei campi abbandonati e negli edifici sventrati i segni della guerra di circa quarant’anni prima.
“La cosa può ripetersi” spiegò alla figlia “ e come allora ognuno sarà a rischio di perdere tutto e potrà contare, per cavarsela, soltanto sulle proprie risorse”.
La bambina capì ed accettò di tornare a scuola ma non solo: si sviluppò da allora il suo grande interesse per la guerra di secessione. Si sarà infatti compreso che la città dove avvenne il colloquio era Atlanta, in Georgia, e che la bambina si chiamava Margaret Mitchell, futura autrice di “Via col vento”.
L’energica madre morì di spagnola nel 1919 e Margaret, che intanto aveva completato gli studi, divenne una giovane donna che non sapeva granché cosa voleva: si sposò infatti due volte, la prima male, la seconda bene. In prima istanza si unì a Berrien Upshaw, un giocatore di football accanto al quale resistè due anni (1922 1924): in seconda (1928)al più tranquillo John Marsh, pretendente che aveva “scartato” al momento di scegliere il più brillante Upshaw. E questo matrimonio rimase solido fino alla precoce morte di lei.
“Via col vento” nacque da una convalescenza, nel 1926. Margaret aveva subìto un’operazione al ginocchio e per distrarsi dall’immobilità si mise a scrivere, dando vita alla sua affascinante e vitalissima protagonista, Rossella O’ Hara, e a tutto il mondo che la circonda: quello di Atlanta e della Georgia investite dalla guerra di secessione, della sconfitta del sud e del tremendo dopoguerra.
Pubblicato nel 1936, il lungo romanzo acquisì subito una popolarità che travalicò i confini della Georgia e poi quelli degli Stati Uniti per divenire un “caso” planetario. Nel 1939 il film, con i suoi protagonisti Vivien Leigh e Clark Gable così perfetti nella parte, aumentò ancora quella fama che non è neppure ai nostri giorni tramontata.
Margaret visse tranquilla nella sua città natale, pochissimo nota al grande pubblico. Si favoleggia che meditasse di dare un seguito a “Via col vento”, desiderando riunire la coppia di protagonisti, Rhett e Rossella. Se ciò sia vero, non lo sapremo mai. Infatti in una sera d’agosto la scrittrice neppur cinquantenne camminava per strada, nella sua città, a braccetto del marito quando un tassì guidato da un autista ubriaco piombò su di loro, travolgendola.<br> La “madre “ di Rossella sarebbe morta qualche giorno dopo (16 agosto 1949). Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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