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  Saggi&Saggi Roma, 3 marzo 2006   
di  Maria Santini
Una grande scrittrice ci guida, settimana dopo settimana, alla scoperta delle pieghe meno note di un mondo di personaggi al femminile seguendo un itinerario intellettuale alimentato da una inesauribile curiosità di scoprire, indagare. Pagine che intrigano, appassionano e, perché no?, divertono.
E' uscito nelle librerie,
a 150 anni dalla nascita di Giovanni Pascoli,«Candida Soror»di Maria Santini
Tutto il racconto della vita di Mariù Pascoli, l'adorata sorella del poeta della Cavalla Storna.Immagine soluzioni
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   Right or wrong, my country Seconda e ultima parte

   Allo scoppio della seconda guerra mondiale Unity era ancora giovanissima, appena venticinquenne, ma la tragedia incombeva su di lei. Uno dei punti fermi della ragazza nel difendere ed esaltare il suo idolo era sempre stato quello dell’ammirazione profonda del Fuhrer per l’Inghilterra, ammirazione che - lei ne era convinta con incrollabile fiducia - gli avrebbe impedito di attaccare la sua patria : lo aveva ripetuto anche al giovane Kennedy il quale aveva commentato, in una lettera a suo padre: “per lei Hitler è più che uno statista ammirato, è Dio”. Così quando la sua patria di nascita e quella di elezione si dichiararono guerra (3 settembre 1939) , Unity non se la sentì di andare avanti: fece in modo di fare avere al Führer il famoso distintivo del partito e il proprio testamento spirituale (“non si possono servire due patrie”) e poi, su una panchina dei giardini pubblici di Monaco, si sparò un colpo alla testa. La trovarono così, riversa, con la rivoltella caduta di mano e senza documenti: solo dopo qualche ora fu identificata come la valchiria inglese di Hitler.
  Ma non morì. Il proiettile le rimase tuttavia conficcato nel cervello e i medici, i migliori medici che ci fossero, allertati dal premuroso Führer, dichiararono che un’operazione per estrarlo era altamente sconsigliabile. Inoltre quando si riebbe un poco Unity tentò di nuovo il suicidio…fu facilmente fermata ma a questo punto Hitler decise di rimandarla in patria: se fosse morta in Germania non sarebbero mancate, contro di lui, polemiche e accuse roventi. La spedì quindi in Svizzera e da lì, attraverso l’Europa in fiamme, la riportarono in Inghilterra . In patria l’operazione fu alla fine tentata ed ebbe esiti positivi anche se il bossolo dovette essere lasciato dove s’era conficcato. La ragazza si rimise in piedi e ricominciò a ragionare così che poterono rieducarla a parlare e a scrivere. Alla fine i genitori la sistemarono nell’isoletta scozzese di Inch Kenneth: la madre stava con lei per dei lunghi periodi. Unity continuò così a migliorare. Ormai quasi normale fisicamente, fu vista perfino ballare alle festicciole del villaggio. Tuttavia normale non era e si vedeva: diceva e faceva cose strane. Una volta ruppe nell’impasto di una torta due dozzine di uova, angosciando l’intera piccola comunità affamata dal razionamento. Soprattutto era contraddittoria: s’era quasi ammazzata per patriottismo ma adesso continuava ad esaltare Hitler e a negare testardamente l’olocausto.
  Non era destinata a vivere a lungo e i medici lo sapevano: le avevano dato dieci anni di vita. Ed Unity morì (maggio 1948) per una meningite procurata dal pezzo di metallo piantato nel suo cervello.

Maria Santini
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Maria Santini  è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore:
  Matilde di Canossa, Liszt.
In edizione elettronica, Dieci Romanzi Gialli
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di Maria Santini

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