Così fu stravolta la vita di una ragazza nata nel punto più selvaggio della selvaggia Sogdiana (odierno Uzbekistan), alla periferia dell’immenso impero persiano. Pur figlia del satrapo della regione, Roxane (“Piccola stella”) era destinata al matrimonio con qualche nobilotto locale e ad una vita tanto oscura quanto tranquilla. Invece arrivò la folgore dall’occidente, il conquistatore che i Sogdi chiamavano “Iskander”, ossia Alessandro il Grande. Vinto il genitore e fatta prigioniera la piccola stella, il re macedone decise ipso facto di sposarla (328 a.C.), dando inizio alla bagarre di contemporanei e posteri su questo grande amore scoccato a prima vista…
Ma quale grande amore. Con tutta la sua leggendaria irruenza e il cavalleresco comportamento verso le donne vinte, Alessandro era soprattutto un politico consumato. Infatti, impalmando Roxane e confermando il padre di lei nella satrapia, il macedone si assicurava la lealtà dei Sogdi altrimenti infidi per definizione.
Roxane è passata alla storia come donna di leggendaria bellezza. Crediamoci: è certo però che la ragazza non ebbe quell’aspetto esotico attribuitole nel pur abbastanza ben fatto film “Alexander”: i Sogdi erano di
razza caucasica.
I cinque anni di matrimonio furono forse gratificanti per la piccola principessa specie quando nello scorcio del 324 a.C rimase incinta:
ma era all’ottavo mese di gravidanza quando Alessandro morì a Babilonia (giugno 323 a.C.), e da allora la sua vita corse a precipizio verso la rovina senza che lei potesse far niente per salvarsi. Soltanto una volta Roxane affermò la sua volontà, quando fece uccidere la seconda sposa di Alessandro, la principessa persiana Statira, che poteva mettere in pericolo la sua posizione. Ma dopo questo gesto dettato dalla paura, Roxane e il figlio che intanto le era nato non furono che ostaggi muti e inermi nella feroce lotta per il potere che si scatenò fra i generali di Alessandro, i diadochi.
La vedova e il figlioletto del re furono portati in Europa, prima alla corte di Pella e poi in Epiro, sotto la protezione di Olimpia, la madre del sovrano defunto: ma quando la vecchia e indomita regina fu vinta dai suoi nemici e messa a morte (316 a.C), Roxane e il piccolo Alessandro vennero fatti prigionieri da quello che fu forse il più spietato dei diadochi, Cassandro. Teoricamente, si sarebbe dovuto attendere che il figlio del grande re raggiungesse l’età adulta per consegnarli il regno paterno: in pratica questa fu la rovina del ragazzino tredicenne e della madre poco più che trentenne: Cassandro non ebbe scrupoli a farli uccidere. Così si chiudeva tragicamente la breve vita di Roxane: chi lo avrebbe detto mai, quando era diventata la sposa del padrone del mondo? Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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