Quella grande festa da ballo rappresenta la sera del trionfo per la giovane, bella Mathilde, elegantissima nel suo abito nuovo rischiarato da una splendida collana di diamanti. E’ veramente deliziosa e così fine che chiunque la prenderebbe per una nobildonna o perlomeno per la figlia di una famiglia altoborghese. Invece Mathilde è semplicemente la moglie di Loisel, un impiegatuccio del ministero: un marito abbastanza affettuoso che ha sacrificato una bella sommetta, inizialmente messa da parte per comprarsi un fucile da caccia, in modo che la moglie potesse avere il suo abito da ballo. E la splendida collana? E’ il prestito di Madeleine, un’amica ricca che ha frequentato lo stesso collegio di Mathilde.
Dalla generosità del marito e dell’amica è scaturita dunque quella donna così elegante e così ammirata che danza tutta la sera, contesa da cavalieri che sono personaggi importanti della nobiltà e della politica. Mathilde è inebriata più ancora che felice: nata in una famiglia modesta, sposata a un uomo modesto, dentro di sé ha però sempre sentito di esser fatta per una vita di lusso e di piacere. E quando il marito le aveva portato l’invito al ballo, che si era procurato non senza difficoltà , il primo istinto di lei era stato quello di rifiutare: cosa avrebbe indossato? Non aveva niente da mettersi…
Alla fine le difficoltà si erano appianate… non tutte però. Al termine del ballo Mathilde fugge come una Cenerentola, trascinandosi appresso il marito: l’unica cosa che non ha potuto permettersi è un mantello da sera degno del vestito e della collana e non vuole che le altre signore la vedano ritirare dal guardaroba il suo cappottino.
E' in questa fuga disordinata, forse, che perde la collana non sua,la collana di diamanti di grande valore. E’ un colpo terribile per i due coniugi che pure , nella loro feroce onestà piccolo borghese,non hanno esitazioni: il gioiello va ricomprato e restituito.
E così avviene. Mathilde e il marito si indebitano per una somma enorme firmando cambiali su cambiali. E’ la fine di tutto, di ogni spensieratezza, di ogni speranza. Lasciato il loro decoroso appartamento, licenziata la domestica, i due coniugi si riducono in un quartierino sotto i tetti, sistemazione che allora non era considerata romantica ma solo misera. E comincia la lenta degradazione. Il marito accetta un secondo e anche un terzo lavoro mentre Mathilde sale tutti quei piani di scale trasportando la spesa e la legna, fa il bucato e strofina i pavimenti fino a ridursi una rude donna del popolo che parla ad alta voce e contratta con i negozianti fino al centesimo. A volte però, quella nuova, indurita Mathilde si siede nel vano della finestra e ripensa alla sera del ballo, alla bellezza, alla grazia svanite per sempre.
Ce la fanno: in dieci anni il debito è pagato. E quando un giorno Mathilde, ingrigita e stanca, s’imbatte per strada nella sua amica Madeleine, sulla quale, invece, il tempo non ha lasciato tracce, non sa resistere: l’abborda e le racconta tutto. Tanto ormai…Ma ecco l’incredibile colpo di scena: Madeleine , angosciata, le rivela che quella collana era falsa! E con le sue parole termina la novella senza che possiamo conoscere la reazione di Mathilde.
Maria Santini
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
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