La prestigiosa Scuola Medica Salernitana,
vanto della scienza medievale, accoglieva anche studentesse, le cosiddette
“Damae Salernitanae”. Fra di loro la più famosa fu Trotula de’ Ruggero, vissuta nell’ IX secolo e morta all’incirca fra il 1090 e il 1100.Una donna “normale”, sposata con un medico e madre di due figli che divennero anch’essi medici.
Trotula fu una grande anticipatrice della moderna medicina soprattutto nel campo della ginecologia, dell’ostetricia e della dermatologia e, cosa importantissima, le sue opere sono giunte fino a noi: possiamo così renderci conto del suo valore e della sua modernità. Contrariamente a quanto facevano i suoi colleghi maschi, questa dottoressa di buon senso non ricorse mai né alla magia né all’astrologia. Credeva nell’igiene, nei bagni, nell’attività fisica: praticava massaggi ed era esperta anche di cosmesi. Ma era all’ avanguardia soprattutto in ostetricia, essendo specialista del parto meno doloroso possibile. Conquistò così un’immensa fama, che durò anche nei secoli successivi: e se non fu la prima, cronologicamente, delle Damae Salernitanae, fu certo la più famosa.
Facciamo ora un balzo di otto secoli per arrivare alla prima donna medico fornita di regolare laurea: l’americana Elizabeth Blackwell (1821-1910), che ricevette l’M.D. Degree, equivalente, appunto, alla nostra laurea, il 23 gennaio 1849, a New York. Elizabeth fu una donna notevole ma la sua storia, pur rigorosamente documentata e quindi del tutto veritiera, ha una caratteristica: non le manca niente per sembrare un film di Hollywood. Del resto vi sono diversi film e telefilm ispirati alla sua vicenda e gli sceneggiatori non hanno dovuto neppure prendersi il disturbo di romanzarli troppo.
Dunque Elizabeth, oriunda inglese, crebbe a New York con una tale passione per la medicina da far domanda a tutte le Università cittadine per essere accettata come studentessa: costantemente rifiutata, fu alla fine
accettata da un piccolo College, il Geneva Medical Hospital ma con motivazioni non proprio all’avanguardia. Avvenne infatti che il rettore, come da statuto, chiedesse il parere degli studenti e che questi, per prendersi gioco di quella donna impudente, la accettassero con il deliberato proposito di distruggere la sua presunzione. Quindi tutto andò come da copione: all’inizio Elizabeth fu irrisa e vilipesa, finchè, in un tempo neppure troppo lungo, i suoi detrattori si resero conto del suo valore: dal sarcasmo si passò all’ammirazione e alla fine la ragazza si laureò,prima del suo corso. La sua vita successiva fu tutta dedicata, oltre che al suo lavoro di medico, a sostenere l’ingresso delle donne in medicina con pari dignità rispetto agli uomini. Non per nulla collaborò con Florence Nightingale, la creatrice dell’ infermieristica moderna. Rifiutata, nonostante la fama, dagli ospedali pubblici, Elizabeth creò (1868) una sua clinica e una scuola di medicina femminile. Lavorò senza sosta fino agli ottantasei anni ma, andando finalmente in pensione, potè dire di avere raggiunto il traguardo che si era proposta: le donne medico non erano più una rarità guardata con
scandalo.
In Italia, la prima donna laureata in medicina (1896) fu un personaggio illustre: Maria Montessori, allora ventiseienne.
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Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da <b>Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica, SeBook
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