Perdita (accento sulla i) viene considerata una delle figure di fanciulla più deliziose di tutta la produzione shakespeariana come è deliziosamente fantasiosa la favola in cui è inserita, con Giulio Romano contemporaneo dell’oracolo di Delfi, con Delfi stesso che è su un’isola e con la Boemia provvista di “desolate coste”.
Qui, in uno sperduto villaggio ,si stanno celebrando le nozze fra la nostra eroina, leggiadra figlia adottiva di un pastore, e il giovane straniero Doricle. Ma, colpo di scena, al momento in cui i due ragazzi uniscono le mani interviene uno dei presenti , che risulta essere il re Polisseno in incognito: costui rivela agli astanti, basiti, che “Doricle” non è altro che il principe ereditario Florizel, suo figlio! Il re, sdegnatissimo, proibisce dunque le nozze e lancia minacce così tremende che la povera sposa mancata pronuncia la frase di cui al titolo.Infatti la ragazza sa di essere una figlia di nessuno raccolta, sedici anni prima, su una spiaggia dal pastore che l’ha allevata. Ignora, la poverina, di essere la figlia di un re: di quel Leonte di Sicilia che,appunto sedici anni prima, preso da una crisi furiosa di maniacale gelosia, ha gettato in carcere la sua bella e virtuosa moglie Ermione, madre del piccolo erede al trono ed incinta, accusandola di adulterio commesso proprio con Polisseno di Boemia. In carcere la povera Ermione partorisce una bimba che il re, ossessionato dall’idea che non sia sua, affida al cortigiano Antigono perché l’abbandoni lontano. Ma mentre si celebra il processo alla regina, arriva il responso dell’oracolo di Delfi che la proclama casta e intanto il principino Mamillio non resiste allo choc dei maltrattamenti inflitti alla madre e muore. Finalmente convinto della propria follia, Leonte vorrebbe almeno riconciliarsi con sua moglie: ma Paolina, l’intima amica della regina, arriva con la notizia che anche la poverina è morta. D’altronde di Antigono e della bimba affidatagli non si sa più nulla: per forza, dato che il cortigiano è stato divorato da un orso, poco dopo aver deposto la bambina sulla spiaggia boema. Disperato, privo di tutti i suoi cari,da ora in poi Leonte, pentitissimo, condurrà una vita di espiazione.
Torniamo a Perdita sedicenne. Di fronte alla collera del re, non resta alla giovane coppia di innamorati che fuggire dalla Boemia per rifugiarsi in Sicilia alla corte di Leonte, al quale Florizel presenta la sua affascinante compagna come una principessa. Intanto re Polisseno, inferocito, sta inseguendo i fuggitivi ma si placa quando il pastore padre adottivo di Perdita si risolve a mostrargli i segni di riconoscimento che erano stati lasciati accanto alla bambina da lui raccolta. A questo punto il re di Sicilia, commosso, riabbraccia sua figlia e si accinge, pienamente riconciliato con Polisseno, a celebrare le nozze della fanciulla con Florizel.Ma per tutti si prepara una gioia più grande: la regina Ermione è viva! L’amica Paolina l’aveva fatta credere morta per sottrarla alla collera del re ma anche dopo il pentimento di costui la regina non aveva voluto “risorgere” fino a quando non si fossero avute notizie della sua bambina abbandonata. Adesso la dolce signora perdona al marito e tutti sono felici.
Maria Santini
Qualche commento? Inseriscilo tu stesso
su
The Web Park Speaker's Corner
Vuoi contattare Maria Santini?
Clicca qui
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica,
Dieci Romanzi Gialli ...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>
|