Il secolo XX è stato quello in cui si sono affermate le
nuotatrici di gran fondo.
Gli uomini si cimentavano da un pezzo nella traversata del Canale della Manica quando finalmente una donna riuscì anch’essa nell’ impresa. Era l’agosto del 1926 quando Gertrude Ederle, un’ americana ventitreenne, riuscì a completare il percorso da Cap Griz Nez (Francia) a Dover (Inghilterra): 34 chilometri. La ragazza impiegò 14 ore e 34 minuti ed il suo record rimase imbattuto per 24 anni. La Ederle era una nuotatrice completa, che aveva partecipato a molte gare di fondo e, con ottimi risultati (una medaglia d’oro), alle Olimpiadi di Parigi del 1924. La traversata della Manica le valse la prestigiosa Ticker Tape Parade di New York, quella per intenderci, dove piovono dai grattacieli sul corteo di auto centinaia di migliaia di pezzettini di carta:
riservata a imprese grandissime o a personaggi eminenti (la ebbe anche Giovanni
Paolo II nel 1979). Gertrude ebbe altri trionfi ma troppo presto li scontò: nel 1933 una brutta caduta la lasciò invalida per anni e successivamente, gli esiti del morbillo avuto da bambina la resero del tutto sorda. Per nulla scoraggiata, la grande atleta si dedicò ad insegnare nuoto ai bambini che, come lei, non potevano udire: morì quasi centenaria nel 2003.
Il primato di Gertrude
fu polverizzato da un’altra americana, la
famosissima Florence Chadwick, californiana, che nel 1950, trentaduenne,
traversò la Manica, sullo stesso percorso seguito da Gertrude, in 13 ore e 23
minuti. Non solo: la nuotatrice si permise il lusso, l’anno successivo, di
traversare quel braccio di mare tenendo l’opposta direzione, cioè
dall’Inghilterra
alla Francia.
Ma venne il momento in cui anche l’apparentemente imbattibile Florence trovò pane per i suoi denti. Avvenne quando la nuotatrice accettò di tentare la traversata del Lago Ontario: un lago, certo, ma talmente sterminato , con la possibilità, quindi, di tempeste che nulla hanno da invidiare a quelle marine e con un fitto traffico di natanti, da poter essere considerato un mare onorario. Nessuno ancora, né maschio né femmina, aveva tentato quell’impresa. Si trattava di partire da Youngstown, nello stato di New York, per arrivare a Toronto: 52 chilometri. In realtà in linea d’aria il percorso sarebbe stato più breve della metà ma le accennate tempeste, che in alcune zone sollevavano onde anche di 5 metri e contemporaneamente abbassavano la temperatura dell’acqua (21 gradi), imponevano continue deviazioni. Era l'8 settembre 1954 .
Florence partì assieme ad una giovanissima nuotatrice canadese, la sedicenne Marilyn Bell, ma non arrivò mai: dopo poche ore fu colta da terribili crampi e spasmi di vomito e dovette rinunciare a continuare. La ragazzina Marilyn,al contrario, non fu scoraggiata da nulla e incredibilmente ce la fece: in venti ore e 57 minuti, quasi due giorni, arrivò a Toronto ed entrò nella leggenda. Basti dire che il parco di fronte al quale aveva preso terra, allora noto come il Sunnyside Waterfront, si chiama da allora Marilyn Bell Park.
Successivamente Marilyn ebbe altre sodddisfazioni, come quella di
diventare la nuotatrice più giovane ad aver compiuto la traversata della Manica (1955). Al suo paese è considerata un idolo.
Maria Santini Qualche commento? Inseriscilo tu stesso su The Web Park Speaker's Corner Vuoi contattare Maria Santini? Clicca qui
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da <b>Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica, SeBook
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