La prima donna al mondo ad ottenere il brevetto di pilota d’aereo (8 marzo 1910) è stata una francese: Elise Roche, allora ventiquattrenne. Attrice e cantante nota per la sua raffinata eleganza, Elise arrivò all’aviazione quasi per caso. Fu un suo amico aviatore a consigliarle di prendere il brevetto di pilota ritenendo che così si sarebbe fatta un po’ di pubblicità… Ma Elise ci prese gusto: dopo il brevetto , cambiatasi il nome in quello altisonante di “Raymonde baronessa de la Roche” intraprese quella carriera di aviatore che le diede molte soddisfazioni ma che alla fine le costò la vita. Era il 18 luglio 1919: Elise, reduce dall’ennesimo trionfo, avendo battuto il record femminile di altitudine in volo (4800 metri), si schiantò con il suo aereo sulla pista di Crotoy, durante una banale esercitazione.
Non così tragica fu la storia di Rosina Ferrario, la prima italiana volante (brevetto conseguito il 3 gennaio 1913, a venticinque anni) e l’ottava nel mondo: solo sei donne in tre anni fra Elise Roche e lei! Rosina proveniva da una famiglia agiata, lavorava come impiegata (un’altra rarità, per quei tempi e quello status sociale), ed era molto sportiva: guidava anche l’automobile sebbene il suo non si possa considerare un primato dato che la prima italiana “motorizzata” fu Ernestina Prola, nel 1908. Come aviatrice Rosina raggiunse subito una grande popolarità e non era insolito vederla sorvolare la folla durante manifestazioni sportive o artistiche magari facendo cadere sugli astanti una pioggia di rose. Ma la grande guerra troncò la sua carriera: tutti i voli civili furono infatti soppressi. Rosina fece domanda alle autorità per poter volare con gli apparecchi della Croce Rossa ma fu respinta con burocratica freddezza: potevano volare soltanto i militari e “non è previsto l’arruolamento di signorine nel Regio Esercito”.
La guerra finì ma la carriera di Rosina non riprese più l’impeto di prima. Nel 1921 la giovane aviatrice si sposò chiudendo per sempre con il volo in favore della famiglia, presto allietata dai due figli. Forse le rimase qualche rimpianto, dato che per tutta la vita tenne a partecipare ai raduni dei Pionieri dell’aviazione. Morì nel 1959.
E veniamo a lady Lindy, cioè alla favolosa aviatrice americana Amelia Earhart senza dubbio la più famosa, ancora oggi, fra tutte le donne volanti. Lady Lindy o Lucky Lindy fu il nomignolo che le appiopparono quando divenne celebre: alludeva alle sue imprese degne di Charles Lindbergh ed anche a una certa somiglianza fisica con lui dato che, effettivamente, avrebbe potuto passare per sua sorella: alta, sottile, bionda, lineamenti minuti, come lui.
La Earhart, nata nel 1897 in una famiglia di giuristi del Kansas,
ebbe fin da giovanissima una passione sfrenata per il volo: acquisito il brevetto subito dopo la fine della prima guerra mondiale, cominciò a battere primati su primati, migliorando più volte, per esempio, quello di altitudine in volo, che era stato di Elise Roche: lo portò a 5613 metri. Fu la prima donna ad attraversare l’Atlantico in solitaria, come Lindbergh (1932): problemi meccanici la costrinsero però a fermarsi nell’Irlanda del nord senza poter raggiungere Parigi.
Nel 1937 Amelia Earhart concepì l’idea che avrebbe finito per
perderla: la circumnavigazione aerea del globo. (1. Continua)
Maria Santini Qualche commento? Inseriscilo tu stesso su The Web Park Speaker's Corner Vuoi contattare Maria Santini? Clicca qui
Maria Santini è nata a Torino ma vive a Roma da molti anni. Autrice di numerose pubblicazioni a carattere storico e fantastico, si è occupata di narrativa per la scuola rivisitando, in uno stile avvincente e personalissimo, i luoghi della memoria. L'insaziabile curiosità intellettuale è un dato caratteristico di questa scrittrice che offre al lettore una qualità di scrittura e una capacità narrativa assai rare. Ha pubblicato in volume da <b>Simonelli Editore: Matilde di Canossa, Liszt. In edizione elettronica, SeBook
Dieci Romanzi Gialli ...ed ora i Primi 7 Gialli di Maria Santini sono usciti anche in libreria >>>
|