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Verona,11 Giugno 2023

Eterno zarismo?
l’Ircocervo
Vs Società Aperta e libertà

    DDove voglia andare a parare esattamente Putin quando dichiara che non rinuncerà mai e poi mai ai suoi “territori ancestrali”, non lo so. Sembra, ma dico sembra, affetto dalla antica sindrome zarista, perpetuata dai bolscevichi con Stalin, secondo cui: “La Russia non è MAI abbastanza grande per sentirsi sicura, e per non sentirsi vulnerabile, rende insicuri i suoi vicini”.
    Alla base del “potere russo”,del resto, si è sempre imposta l’obbedienza per scopi assoluti. Ma lo scopo assoluto che oggi impone Putin potrebbe essere solo una rappresentazione teatrale, una vecchia manfrina, da ammannire ai popoli, soprattutto al suo.
    Un antico sentimento di angoscia profonda ha sempre agitato il cuore e la mente del popolo russo per la propria sicurezza. Questa angoscia non nacque solo per i noti pericoli ai confini esterni, ma per l’oppressione interna, selvaggia e l’uso siatematico della crudeltà come mezzo di governo che i vertici politici e della burocrazia statale hanno sempre inflitto ai propri sudditi. Un sentimento che si rintraccia abbondantemente anche negli odii, gli incubi, le doppiezze, le fantasie di grandezza, le depressioni, gli sbalzi d’umore, il vizio alla delazione, il vittimismo, il cospirazionismo, i furori e la cupezza dei personaggi che pullulano nella Grande letteratura russa tra l’Ottocento e il Novecento.
    Ma se c’è una cosa, una sola cosa, che tutti hanno imparato dalla Storia è:
    “NON SI DEVE INVADERE LA RUSSIA!”.
    Della vera o presunta paranoia di Putin e della sua cosca ci disegnò uno schizzo con nitida veemenza esplicativa (all’inizio dell’”Operazione Speciale”) uno dei suoi suggeritori tale Alexander Dugin “teorico” del suprematismo Grande russo (una copia scadente dell’inquietante Julius Evola). Cosa scrisse questo Signore? “Questa non è una guerra con l’Ucraina. E’ il confronto con il Globalismo come fenomeno planetario integrale. E’ un confronto a tutti i livelli – geopolitico e ideologico. La Russia rifiuta tutto del Globalismo – unipolarismo, atlantismo, da un lato, e liberalismo, anti-tradizione, tecnocrazia, grande reset, dall’altro. NOI siamo in guerra esattamente con questo. NOI vogliamo essere un Grande spazio, un Continente-Stato, una Civiltà-Stato. Vogliamo realizzare un campo di resistenza globale. NOI vogliamo ritornare alle nostre radici: Cristiane, greco-romane – europee. Radici che l’Occidente ha tagliato fuori. Sono rimaste solo in Russia. Qui coltiviamo la tradizione contro il mondo moderno. Qui è la terza Roma”.
    LO SCONTRO IN ATTO, QUINDI, SAREBBE CARICO DI FILOSOFIA?
    Ma chi si può bere questa paccottiglia reazionaria, anacronistica sulle ragioni che hanno indotto i russi ad aggredire l’Ucraina? Forse neanche la metà, decrescente, dei cittadini russi isolati dall’informazione mondiale e drogati dalla propaganda. “L’intollerabile repressione” subita dai russofoni (30%) nel Donbass, (51%) in Crimea? Ma le “rivolte” secessioniste del 2014 nel Donbass furono organizzate da agenti russi (Igor Girkin). Non furono appoggiate neanche da tutti i russofili (un numero molto inferiore dei russofoni). Perciò intervenne direttamente l’esercito russo costringendo l’Ucraina agli accordi di Minsk.
    Assolutamente fuorviante la tesi di una reazione all’accerchiamento da parte della NATO. Putin sa benissimo che i paesi NATO che gli stanno intorno sono dotati di efficientissimi sistemi missilistici intercettori non di offesa. Ma poi, che razza di accerchiamento sarebbe questo se nella sua enclave di Kaliningrad, alle spalle di chi lo accerchia, egli dispone di truppe d’élite e di armi nucleari e convenzionali di ogni tipo?
    Su cosa poggia la boria putiniana da Grande Potenza Planetaria che si permette addirittura il ricatto e la minaccia atomica? Crede che l’Occidente sia marcio e debosciato e quindi incapace di reagire e pronto a frantumarsi e sottomettersi? Certo, se accettassimo il ricatto russo potremmo subirlo anche dalla Corea del Nord o dal Pakistan. IL POSSESSO DELL’ARMA ATOMICA CERTO INIBISCE L’INVASIONE DEL PROPRIO PAESE MA NON AUTORIZZA L’AGGRESSIONE DEGLI STATI CHE NE SONO PRIVI (Afghanistan, Iraq, Georgia).
    La Russia ha un Pil ridicolo, 36% inferiore a quello italiano. Come un classico paese del terzo mondo è esportatore netto di materie prime, energia e prodotti agricoli. Produce ed esporta armi, questo si, tante armi, la metà di quelle che vendono gli americani che hanno venti volte il Pil russo. E’ importatrice netta di ogni produzione tecnologicamente matura e/o avanzata. Il 38% della popolazione della Fed. Russa vive ancora senza acqua corrente e bagni dentro casa. Le aspettative medie di vita sono 24 anni inferiori delle nostre. Il fenomeno della coabitazione perdura anche nelle grandi città vetrina. In tutta la Russia profonda la carne è un lusso per pochi.
    La Cina, proprio facendo tesoro della globalizzazione, ha continuato a crescere in Pil quasi di una Russia l’anno.
    QUINDI, DI COSA PARLIAMO? Cosa aspira a diventare la Russia di Putin nel futuro ordine economico mondiale (e di quello geopolitico), vuole ridursi ad essere il mercato di sbocco della Cina o il Lebensraum di Cindia?
    Secondo me il senso reale dell’aggressività russa corre su tutt’altre lunghezze d’onda.

    La questione sicurezza è una narrazione ridicola. Così come ridicoli sono gli orpelli ideologici e culturali tirati fuori dal repertorio ottocentesco della guerra di conquista per l’ultimo Grande Impero Coloniale rimasto in piedi dopo l’estinzione di quelli di Francia e Regno Unito. Nel mondo globalizzato delle società aperte si commercia, si tratta e si compete non si conquista.
    ALTRE POSSONO ESSERE LE RAGIONI: una, l’altra o tutte insieme.
    A - Una ragione banalissima, terra terra, potrebbe essere l’obiettivo personale di Putin di trasformare la sua carica elettiva e il suo dominio a vita attraverso la guerra.
    B - Una ragione più complessa: l’annessione dei “fratelli” ucraini per l’indispensabile rimpolpamento demografico e il potenziamento slavo del continente russo.
    C – Una ragione identitaria istintiva: Il terrore che il contagio democratico infetti irrimediabilmente la caotica civiltà russa.
    D – Una ragione di crudo interesse di sopravvivenza: una volta accertata la impossibilità di una integrazione nell’Unione Europea (undici fusi orari, e una popolazione un terzo di quella dell’Unione?) e realizzato che il loro sistema istituzionale, economico-sociale difficilmente può entrare in fruttuosa sintonia col processo di globalizzazione, si è scatenata la vocazione terroristica e predatoria.
    L’élite autocratica russa, molto prima di buttarsi nel criminale, terroristico, ingiustificabile azzardo ucraino, ha cominciato una guerra ibrida senza quartiere alle democrazie occidentali già dal 2008 (durante la grave crisi finanziaria) con una violenta cyber war e il finanziamento di tutti i movimenti anti-sistema occidentali. Ha finanziato i fautori della Brexit, l’ascesa di Trump negli USA, i violenti scontri sociali dei gilet gialli in Francia, le fronde no-vax durante la pandemia, gli scontri armati tra opposte fazioni in Africa e M.O. anche per determinare ondare migratorie verso l’UE che fungessero alla stregua di sanzioni non dichiarate.
    MA PERCHE’? PERCHE’ SUCCEDE TUTTO QUESTO?
    Perché l’intero Occidente, dopo Davos (2008) e dopo le ripetute COP (fino al 2021), si è messo decisamente, ufficialmente e senza tentennamenti sulla strada del GREEN DEAL: No fonti fossili. Transizione ecologico-energetica. Economia circolare. Come potevano accogliere i russi questa svolta politica a U? Essi sono vissuti al minimo (benissimo i boss) con la rendita monopolistica dell’interdipendenza con l’Europa fondata sulla vendita delle loro risorse naturali. SONO semplicemente DISPERATI e l’unica reazione che hanno saputo concepire, secondo la loro storia, mentalità, cultura e tradizione, è quella distruttiva
    . Stanno provando in tutti i modi a destabilizzare e dividere l’Occidente alimentandone la polarizzazione sociale e politica. Alimentando il terrore o la vigliacca indifferenza nei confronti del destino degli ucraini massacrati e deportati ma resistenti ad oltranza. L’obiettivo oscurantista è scassare la Globalizzazione in fase di realistica rimodulazione e bloccare, per oggi e per domani, la transizione ecologica, colpendo l’Europa che ne è portabandiera.
    Ai vetero comunisti che simpatizzano più che con Putin con la Russia, confondendo la Storia con la Geografia, vorrei chiedere: siete proprio sicuri che Karl Marx non starebbe dalla parte degli ucraini? Nel 1863, quando i polacchi insorsero contro l’opprimente dominazione russa scrisse: “La libertà in Europa non può essere raggiunta senza l’indipendenza della Polonia. Per l’Europa c’è una sola alternativa: o la barbarie asiatica guidata dai moscoviti le cadrà in testa come una valanga, oppure dovrà restaurare la Polonia, proteggendosi così dall’Asia con venti milioni di eroi”.
    Putin negando l’esistenza stessa del popolo ucraino della sua Storia e cultura autonome, esprime un atteggiamento genocidario più marcato dello stesso Stalin.
    Ma ci sono anche i CORSI E RICORSI
    . Come Nicola I che nel 1853 aggredì gli ottomani per espandersi a Sud-Ovest e, proprio in Crimea, i russi furono annientati facendo infrangere il mito della loro invincibilità dopo aver sconfitto Napoleone, così Putin sta rischiando di infrangere il mito della invincibilità della Armata Rossa che sconfisse Hitler.
    “Questa guerra finirà senza vincitori né vinti”, continuano ad affermare in varie occasioni le autorità militari USA, “con il ripristino dei confini antecedenti all’invasione”. Vedremo cosa decideranno gli oltre 550mila armati ucraini insieme ai loro leaders.
    Intanto, lo scontro è impantanato a Bakhmut, rasa al suolo e accerchiata, sulla linea Avodiivka-Donetsk. Putin, con la decisione della Corte Penale Internazionale, è diventato ufficialmente un criminale di guerra catturabile in 123 Stati del Mondo.
    Il cosiddetto Occidente, la Cina, l’ONU (per quel che conta) dovrebbero cominciare a meditare, piuttosto, sul concreto pericolo di una disintegrazione fuori controllo della Fed. Russa e sul dannoso dilagare della russofobia dopo questa infame, barbara aggressione nel cuore dell’Europa e a come porvi rimedi utili per mantenere la pace.
    NON SUSSISTE UN SERIO PERICOLO DI ESCALATION NUCLEARE.
    Per due ragioni: 1) perché gli occidentali non si sognano di dotare l’Ucraina di armi idonee ad attaccare in profondità il territorio russo (missili a lunga gittata, bombardieri), facendo scattare la provocazione fatale; 2) perché i russi sanno che sono monitorati 24 ore su 24, giorno e notte, con il nuvolo e la nebbia. Ogni approntamento di armi atomiche, tra collocazione missile, riscaldamento testata (la cui manutenzione non deve essere scaduta) non dura meno di 12 lunghissime ore e non si può nascondere. Fin’ora, molte smargiassate bullesche ma non si è mossa una foglia.
    MA NON SOLO.
    L’isolamento della Russia di Putin è ormai pressoché totale. Cina, India e Brasile hanno finalmente approvato, dopo i precedenti voti di astensione, la risoluzione dell’ONU A/77/L65 del 26/04/2023 che riconosce e condanna l’aggressione russa dell’Ucraina. In più, la Cina sta stringendo accordi di stretta collaborazione con le grandi repubbliche dell’Asia centrale, un tempo vassalle dell’impero russo.
    Il recente attentato al Cremlino con due droni per uccidere il Capo è stato, probabilmente, un tentativo di dribblare questo isolamento o di giustificare future azioni vendicative su larga scala. Impossibile che i droni siano partiti dall’Ucraina e abbiano attraversato 700 Km nel territorio russo restando indenni ad ogni tipo di difesa anti-aerea. Certo è plausibile un attentato di dissidenti russi. L’ipotesi più credibile, però, è un False-Flag per scaldare gli animi depressi dei russi nelle commemorazioni del 9 maggio (vittoria sul nazismo).
    ULTIMI MISFATTI
    : far saltare la diga di Kakhovka e bombardare la popolazione che tenta di mettersi in salvo dalle inondazioni. Un modo per contrastare l’annunciata controffensiva ucraina? E, daltra parte, posizionare armi nucleari tattiche, per la prima volta, in Bielorussia. Come se partendo da li non contasse come attacco russo.
    IN CONCLUSIONE. Anche se la speranza è l’ultima a morire, tranne imprevedibili avvenimenti sul campo di guerra e/o al vertice della Cosca del Cremlino, non credo che si manifesteranno condizioni realistiche per una trattativa di pace prima delle prossime elezioni del Parlamento europeo e delle presidenziali USA.

    Tommaso Basileo

























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