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Verona, 9 Aprile 2022

E se fossero gli ebook
a scongiurare Fahrenheit 451?

    Rileggendo Ray Bradbury mi sono accorto che la cosa meno plausibile, di Fahrenheit 451, è la conclusione, con i suoi uomini-libro. L’idea che in un futuro i libri proibiti sopravvivano nella memoria degli uomini, che ogni uomo libero diventi un libro, è senz’altro suggestiva ma poco convincente. Per carità, nell’insieme l’opera è di grande tenuta logica e la società che descrive suona drammaticamente simile, per molti aspetti, a quella attuale, tranne che per le frontiere raggiungibili dallo sviluppo tecnologico.
    Fahrenheit 451 è uscito nel 1951, e quindi vent’anni dopo il Mondo nuovo di Huxley. Ma anche qui c’è una società appiattita, una forma di governo totalitaria: è proibito leggere e chi ha un comportamento anomalo viene redarguito o direttamente eliminato. Guy Montag, il protagonista, è un vigile del fuoco. Ma nel mondo di Fahrenheit 451 le case non possono prendere fuoco da sole, sono ignifughe. Se bruciano è perché contengono dei libri e i pompieri vengono con i lanciafiamme per bruciare i libri e, già che ci sono, bruciano anche le case che li contengono e i loro proprietari.
    La notte della città è illuminata da grandiosi incendi, affascinanti ammonimenti a mantenersi nella normalità. Le persone asociali – quelle che nascondono libri – sono individuate dai segugi meccanici, terribili cani-robot che anestetizzano e consegnano alla giustizia i devianti.
    La vita è di una piattezza allucinante. La moglie di Montag, come tutte le sue amiche, passa la giornata davanti a enormi schermi televisivi che abbracciano tutto il salotto guardando programmi che prevedono una forma di elementare interattività per coinvolgere gli spettatori. La progressiva presa di coscienza di Montag nasce con il furto di alcuni dei libri che avrebbe dovuto bruciare e con l’incontro con una ragazza, che coglie in lui una particolare sensibilità: -”Quando ho detto non so più cosa sulla luna, tu hai guardato la luna. Gli altri non farebbero mai così” gli dice. E la genuina originalità della ragazza fa nascere in Montag un desiderio di cambiamento e il bisogno di una vita diversa.
    Un altro incontro importante è quello con un vecchio professore, che spiega a Montag il valore dei libri: importanti non perché necessariamente ispirati alla realtà, ma perché toccano la vita, hanno sostanza, ci danno il diritto di agire in base a ciò che apprendiamo. In fondo anche i programmi televisivi potrebbero avere sostanza, ma invece sono artificiosamente vuoti. “Chi mai è riuscito a strapparsi dall’artiglio che vi imprigiona quando mettete piede nel salotto tv?”.
    Un po’ come accade nel Mondo nuovo, sarà il suo capitano a spiegare a un Montag sull’orlo della ribellione, in un drammatico colloquio, il senso del nuovo ordine sociale. “Un tempo i libri si rivolgevano a un numero limitato di persone”, racconta, “che potevano permettersi di essere differenti. Ma con l’aumento della popolazione i libri sono diventati più brevi e sbrigativi, si sono abbassati a un livello minimo, fino a sparire del tutto. A causare la loro sparizione sono stati la legge del mercato e la televisione: i libri non li voleva più nessuno. Solo allora sono stati vietati, per evitare che si tornasse indietro, a un mondo di consapevolezze e di dubbi, di libertà e di insicurezza”.
    “Non è stato il governo a decidere; non ci sono stati in origine editti, manifesti, censure, no!” - spiega il capitano. Ma lo sfruttamento delle masse e la pressione sulle minoranze hanno raggiunto lo scopo, grazie a Dio! Oggi, grazie a questo, tu puoi vivere sereno e contento per ventiquattr’ore al giorno (Sembra di sentire un professorino che imperversa su tutti i nostri canali Tv, da quando c’è stata l’invasione dell’Ucraina, e imbonisce i telespettatori assicurandoli che anche i tiranni hanno le loro buone ragioni e nelle tirannidi non si vive poi così male: “anche i bambini possono crescere felici”)
    E intanto si preparano guerre spaventose.
    L’orizzonte di Bradbury è molto tragico quasi apocalittico, ma mette in guardia contro una deriva che è tutt’altro che irrealistica. Che la televisione possa svuotarsi progressivamente di contenuti è nei fatti già avvenuto, eccome; che le scelte della maggioranza possano annullare le istanze di conoscenza e di pensiero critico delle minoranze colte è già una condizione diffusa.
    Se c’è un’utopia negativa attuale e credibile è quella di Fahrenheit 451: un allarme che bisognerebbe tenere sempre a mente, perché il giorno in cui dovesse verificarsi, sia pure solo in parte, un’involuzione di quella portata, sarà troppo tardi per protestare, se solo apri bocca ti infliggono 15 anni di carcere.
    Ma il sogno degli uomini-libro, che potrebbero salvare la conoscenza per un futuro meno orrendo, purtroppo è solo una suggestiva fantasia letteraria.
    Solo la tecnologia digitale modificando il libro non solo nella forma, ma anche nella sostanza, potrebbe scongiurare una simile deriva e metterci al riparo da Fahrenheit 451: GLI EBOOK NON BRUCIANO e, a centinaia, perfino migliaia, ognuno può portarseli appresso nella tasca interna della giacca dentro un piccolo supporto elettronico e leggerli, appartato, perfino al buio di un bunker, al riparo da occhi indiscreti e censori.

    Tommaso Basileo

























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