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Verona, 18 Giugno 2017

Il lavoro interinale è un'ottima opportunità: lo vogliamo abrogare?

    Venti anni fa, in pochi avrebbero potuto prevedere che le agenzie di lavoro interinale sarebbero diventate le nuove protagoniste, in questo primo scorcio del XXI° secolo, del mercato del lavoro. In tutto il mondo sono diventate circa 200.000 le agenzie: tante piccolissime ed alcune veramente molto grandi e multinazionali come Adecco, Manpower, Randstadt.
    Il lavoro interinale in tutto l'Occidente, ed anche in Italia, ha conosciuto un vero e proprio boom. Un boom che ci ha fatto subito venire in mente, in un Paese a forti incrostazioni ideologiche, la parabola dei voucher per le prestazioni lavorative occasionali: appena hanno cominciato a funzionare, abusi compresi, invece di correggerne l'impianto, magari per approssimazioni successive, se ne è chiesta la cancellazione senza appello.
    Fu il tema chiave, pressante, della “flessibilità” che fece apparire all'orizzonte le prime agenzie interinali. Un'azienda che aveva bisogno di lavoratori, per un incremento imprevisto e transitorio di attività, poteva assumere personale senza doversi impegnare con contratti a tempo indeterminato, né dovendo decidere a priori la scadenza, come invece accade con i contratti a tempo determinato. Una piccola impresa, poi, poteva cercare personale con specializzazioni tecniche particolari che serviva per un tempo limitato e che avrebbe avuto difficoltà a reclutare direttamente con i propri mezzi. Con il passare degli anni, però, queste “società dell'assunzione&somministrazione” sono diventate molto più efficienti di molte aziende loro clienti nel “selezionare” grandi numeri di giovani. Per questa ragione, sono sempre più numerose le aziende che appaltano a queste agenzie l'intera funzione di ricerca di personale. Così, pur continuando a svolgere la funzione di somministrazione di personale alle aziende, si sono trasformate in veri e propri giganti della selezione, formazione e gestione di personale, protagoniste importanti dell'inserimento nel lavoro di tantissimi giovani diplomati ed anche di laureati e potenziali dirigenti.
    Queste realtà danno oggi lavoro a quasi 11 milioni di persone nel mondo, di cui una buona parte viene poi assunta a tempo indeterminato. Lo staff delle agenzie che gestisce la mastodontica macchina di selezione&formazione, ammonta ormai ad un milione di addetti ad altissima specializzazione.
    Anche in Italia la funzione delle maggiori agenzie interinali si è evoluta in direzione soprattutto della selezione. Ma con un mercato del lavoro più rachitico del resto d'Europa, le piccole dimensioni delle aziende e la poca cultura del merito, il ruolo delle agenzie, soprattutto le più piccole, soprattutto nel Sud del Paese, non si è mai del tutto emancipato dagli schemi iniziali del passato: le aziende selezionano (anche raccomandati) e li fanno assumere dalle agenzie per garantirsi, esclusivamente, la flessibilità del lavoratore. Tuttavia, molti giovani, finiti gli studi e magari dopo uno stage o un breve impiego precario, sono riusciti a stabilire un rapporto di fiducia duraturo con le agenzie e le vedono ormai come le uniche realtà che possono offrire loro la formazione necessaria per trovare un impiego con un orizzonte temporale più ampio e sicuro.
    Cosa cercano, al giorno d'oggi, le agenzie di selezione nei giovani per sceglierli e indirizzarli ad un lavoro? Molti pensano ancora che solo le competenze specialistiche costituiscono il fulcro delle caratteristiche richieste, ma non è così. Le competenze specialistiche restano naturalmente indispensabili ma rappresentano solo le caratteristiche di base. Oggi, le capacità fondamentali richieste sono quella di risolvere problemi e le soft skills come l'etica del lavoro, la capacità di comunicare e quella di lavorare in team. Questi sono i valori giusti da possedere, oltre le competenze specifiche, per far coincidere il profilo richiesto dalla stragrande maggioranza delle aziende e quello offerto. Le agenzie, ovviamente, investono moltissimo nella scelta delle persone, perché se sbagliano fanno un doppio danno: all'azienda-cliente e allo stesso lavoratore. E investono anche molto per comprendere sia i caratteri dei contesti aziendali che i profili professionali che le aziende ricercano.
    In sostanza, sia per i profili tecnici che per tutte le posizioni medie, si può dire che un giovane su due, ingaggiato dalle agenzie, viene alla fine assunto a tempo indeterminato dall'azienda in cui lavorano. Molte di queste aziende utilizzano i contratti di somministrazione del lavoro interinale per realizzare, senza rischi presunti o reali, veri e propri periodi di prova.

    Tommaso Basileo

























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