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n. 1 - 2 - Verona, 15 Maggio 2016

TTIP: Il nuovo ossesso dei teorici della cospirazione

Il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti tra l'Unione Europea e gli Stati Uniti ha come obiettivi, da un lato di eliminare le barriere tariffarie e, dall'altro, di armonizzare, non appiattire, alcuni standard cruciali ancora piuttosto distanti tra le due sponde dell'Atlantico.
Dal 2013, da quando è stata avviata la trattativa sui 24 Capitoli di cui è composto il Ttip, le delegazioni dei negoziatori sono rimaste incagliate, come era prevedibile, su 5 punti: Sicurezza alimentare - Misure sanitarie - Diritti del lavoro - Ambiente - Tutela delle invenzioni.
Non è facile per noi europei metterci d'accordo con gli americani. Il Sistema UE, sarà pure meno dinamico e vitale di quello USA, ma è più evoluto, più equo essendo stato plasmato dal Compromesso Socialdemocratico. Noi europei, peraltro, pur vivendo ed operando dentro i meccanismi del libero mercato, siamo molto legati ai principi di solidarietà e di precauzione.
Questo Trattato, qualora andasse in porto, dovrà essere ratificato dai 28 Parlamenti nazionali d'Europa e poi votato sia dal Parlamento Europeo che da quello USA. Intorno a questa trattativa sta già cominciando a montare una tempesta di proteste e invettive. Indignati di diversi e opposti orientamenti, urlano a perdifiato che l'Europa si sta apprestando a svendere le sue conquiste sociali, abbassando i nostri standard a livello di quelli americani. Si continua a ripetere che la trattativa è "Segreta", non trasparente. La realtà è più banale, più semplice. La negoziazione fa capo alla Commissione, la quale, per metodo, usa trasmettere ai vari Gruppi politici e al Parlamento solo i "testi consolidati", non quelli troppo grezzi e lontani dalla compiutezza. La ragione di questo comportamento è tutt'altro che oscura: l'Opinione Pubblica va tenuta in seria considerazione, va rispettata, rimettendo ad essa i dati di fatto acquisiti, evitando di darla in pasto ad una Informazione Planetaria schizofrenica e autoreferenziale.
Insomma, va bene la vigilanza democratica, va bene tenere la barra sulle nostre conquiste sostenibili. Certi allarmi, però, hanno toni incomprensibilmente esasperati. Qualcuno sostiene che siamo troppo deboli per accordarci col colosso USA.
Signori, l'UE anche se priva di Sovranità Unitaria è l'Area economica più potente del Mondo.
Qualcun altro prefigura disastri poiché le nostre Istituzioni potrebbero perdere parte delle loro prerogative legislative e giurisdizionali.
Ma è da un quarto di secolo che il principale strumento di innovazione giuridica è il "Contratto" (nuova Fonte di Diritto) e la ratio decidendi fa capo agli arbitrati internazionali. Finora non è successo nulla di aberrante. Intendiamoci, dentro le nuove turbolenze mondiali determinate dalla Globalizzazione, questo non è altro che un Patto Geopolitico protettivo orientato allo sviluppo.
Perché trovo curiose alcune critiche preconcette?
Fino al 2009, molti analisti internazionali ipotizzavano che gli USA avessero concrete intenzioni di realizzare questo tipo di Patto guardando ad Ovest, alla CINA emergente.
Che cosa avrebbero detto i contestatori in quel caso?
Comunque, stiano tranquilli quelli del "NO a prescindere": a Giugno se ci fosse la Brexit minerebbe seriamente l'accordo, se poi in Ottobre negli USA dovesse disgraziatamente vincere il Sig. Trump, che predica ai quattro venti l'isolazionismo, la trattativa, per la goduria di molti, affonderebbe del tutto.

Tommaso Basileo
























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