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sulla MERITOCRAZIA
Ma di quale mondo culturale vi occupate?
Sarà difficile, se non impossibile farli uscire con il capino allo scoperto, far loro ritrovare il coraggio di confrontarsi con la realtà culturale più vasta e non con quella chiusa dentro la fortezza entro la quale se la dicono e se la fanno fra di loro, fra il loro bouquet di autori e case editrici, in un loro piccolo mondo che, nella loro arroganza, credono che sia IL Mondo Culturale Italiano.
Forse, visto quello che è uscito dalle urne, anche loro, parlo dei colleghi giornalisti che hanno in mano la gestione delle pagine culturali dei maggiori quotidiani e periodici, dovrebbero fermarsi un attimo a riflettere se non rischino di ritrovarsi un giorno chiusi nel loro piccolo, arrogante, vetusto mondo mentre intorno IL MONDO CULTURALE va da tutta un'altra parte.
M'è venuto questo pensierino l'altro giorno quando ho inviato ad alcuni colleghi giornalisti, naturalmente culturali, una e-mail per informarli di alcune novità per quanto riguarda la mia casa editrice e al solito - accade già da alcune e-mail - invece del semplicemente ricevuto che vuol dire che il messaggio è giunto al destinatario mi è arrivato da due "grandi" giornalisti del Sole 24 Ore e del Corriere della Sera (non ne faccio il nome perché non meritano alcuna pubblicità), lo "schiaffo" della e-mail non letta e buttata via.
Penoso, vero, questo comportamento?
Direi squallido. E di fronte a tale arroganza me la sghignazzo pensando all'inutilità culturale di chi confonde cultura con salotto, potere con cultura, letteratura con tutt'altro.
Sghignazzo pensando alle fondamentali tracce che tanti arroganti colleghi che fondano tutta la loro autorevolezza sulla scrivania che sono stati chiamati occasionalmente ad occupare e a quelle che io, consentitemi - ma di fronte a tanta arroganza un po' di immodestia ci vuole visto che parlo di fatti - ho finora lasciato.
Già, proprio io, quello le cui e-mail si buttano via "non lette".
Basta che i citati signori e i molti della loro combriccola vadano un po' in biblioteca o negli archivi dei loro giornali per avere notizia degli inediti che, grazie al mio lavoro culturale, ho portato alla luce.
Inediti niente affatto marginali: di Dino Buzzati, Guido Piovene, Giovannino Guareschi, Pier Paolo Pasolini, tanto per citare qualche nome.
Eh, ragazzi, voi dove eravate mentre io, da serio giornalista culturale, facevo le miei scoperte?
Ah, eravate in salotto, oppure a gigioneggiare nelle sale del Frankfurter Hof Hotel, anziché a scarpinare fra stand e stand, quando andavate o andate alla Fiera del Libro di Francoforte o ad affabulare con "chi conta" nel ristorante di Le Meridien al Lingotto nei giorni della Fiera Internazionale del Libro di Torino.
Naturalmente voi non vi abbassate a fare i "cronisti", come invece si sono sempre vantati di essere stati sia Indro Montanelli, sia Enzo Biagi sia Oriana Fallaci.
No, voi cari colleghi non vi abbassate: pensate alla cultura, anzi fate cultura, la vostra cultura...
Il mio inesauribile ottimismo mi fa immaginare prossimo il giorno in cui sarete costretti ad uscire allo scoperto, a confrontarvi con la vera realtà culturale e non con quella finta che vi siete costruiti intorno su misura.
Già pregusto il giorno in cui sarete costretti ad accettare il dibattito, a dire, mettiamo, la vostra su libri per voi destabilizzanti perché dicono una verità diversa dalla vostra ma che è LA VERITA' come C'era una volta il CHE di Leonardo Facco.
Eh, già "godo" pensando al giorno in cui voi, sì, proprio voi dovrete fare i conti letterari con una scrittrice di romanzi gialli come Maria Santini, con un autentico fenomeno letterario che, alla faccia di tanti lettori che lo hanno già fatto, vi ostinate a non voler scoprire perché non ha tutti gli "attributi" da salotto giusti: non è stata scoperta e pubblicata da un grosso editore, non gode di investimenti pubblicitari e di pubbliche relazioni eppoi questa è una scrittrice vera non un "personaggio"...
Lo immagino ghignando quel giorno in cui affannosamente cercherete di recuperare il tempo perduto di una scoperta che vi siete lasciata sfuggire.
Un po' come la e-mail che vi avevo inviato. Una e-mail semplice semplice in cui vi avvertivo che d'ora in poi non vi avrei più inviato i miei libri che vado pubblicando a "mosca cieca" ma su vostra precisa richiesta consultando una serie di link alle relative schede che vi mettevo a disposizione. Sì, perché, spiegavo, la mia ambizione è che i libri vengano letti e criticati.
Già, ma dove trovate il tempo di leggere?
Perbacco, voi siete dei critici letterari! E i critici letterari oggi, si sa, non leggono, fanno solo salotto...
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