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06/11/2006
CHE COS'È L'ETICA?
Una "merce" rara, verrebbe istintivamente da rispondere, nell' Italia di questi anni... Già, che cos'è l'Etica? Il più popolare dizionario, la "Garzantina", scrive questa testuale definizione: "parte della filosofia relativa al bene; morale"...





CHE COS'È L'ETICA? Una "merce" rara, verrebbe istintivamente da rispondere, nell' Italia di questi anni... Già, che cos'è l'Etica? Il più popolare dizionario, la "Garzantina", scrive questa testuale definizione: "parte della filosofia relativa al bene; morale". Insomma è come saper distinguere fra il bene e il male, il buono e il cattivo, "capire" quali sono le linee di una, per così dire, "retta via". E Dio sa (non parlo di Maometto o di Allah perché rivendico e difendo le mie radici cristiane) quanto ci sia bisogno in questa "stagione", non soltanto italiana, di riprendere il controllo e la consapevolezza dei "fondamentali" per un'esistenza degna di essere chiamata come tale. Chi mi segue qui online da anni - pensate, ne sono passati già dieci da quando dico la mia in Rete, qui su Simonel.com - sa bene come io sia costantemente proteso verso il bene collettivo. No, non sono affatto un missionario ma mi trovo spesso, istintivamente a preoccuparmi del bene degli altri prima che del mio, e senza pensare, lì per lì, se questo andrà a finire che mi creerà altri problemi o mi complicherà una vita che per me non è stata mai semplice. E allora ecco che se vedo una persona di talento, giovane o meno giovane che sia (chi l'ha detto che ci sono soltanto giovani da scoprire?), mi ritrovo a rischiare per fare in modo che gli altri riconoscano quel talento. L'ho fatto molte volte in questi anni e molte volte ho avuto ragione: la gente, grazie al fatto che io li avevo pubblicati, li ha scoperti, il mondo culturale e professionale li ha scoperti. Rare volte, chi ha avuto attraverso di me le luci di una ribalta non effimera poi si è però rammentato chi l'aveva portato su quella ribalta, chi aveva rischiato su di lui la propria credibilità. Ma, si sa, l'ingratitudine fa parte delle regole del gioco della vita - anche questo rientra nell'ambito dell'Etica - come ne fa parte l'amarezza che si prova quando le proprie azioni sono sempre improntate ad un candido altruismo. Eppure, nonostante che le amarezze dell'ingratitudine siano superiori alle rare gioie di poter condividere la soddisfazione del successo o del riconoscimento del valore di chi si è voluto "lanciare" questo mio stile di vita non ho alcuna intenzione di mutarlo. Anzi, credo che questo naturale atteggiamento di attenzione verso il prossimo, verso chi pare meritare di essere valorizzato dovrebbe maggiormente diffondersi. Parlo di Meritocrazia, appunto. Credo anche che una persona che di questi tempi voglia fare l'editore non debba rinunciare a quella che, a mio avviso, dovrebbe essere la missione di chiunque opera nel mondo culturale. L'editore come il vero intellettuale (ma ve ne sono ancora di veri intellettuali in questo Paese che antepongano l'interesse collettivo a quello personale?) deve, secondo le proprie possibilità, fornire "strumenti" culturali adeguati per far "crescere" culturamente gli altri. E' una strada che, per quanto mi riguarda, seguo da anni e me ne è testimone il catalogo delle mie pubblicazioni. E lungo questo itinerario, all'inizio di quest'anno, ho infatti pubblicato un testo firmato da Norberto Bobbio, «Liberalismo e Democrazia». Un testo che mi pareva fondamentale "recuperare" dall'oblio in cui era caduto. Un testo che, in prossimità delle elezioni politiche, era giusto far conoscere sia agli elettori che ai candidati e mi parrebbe ancor più fondamentale che lo si ricordasse oggi che le elezioni ci sono state, un nuovo governo c'è ma sono scoppiate anche molte contraddizioni... Ecco, seguendo questa strada, uscirà nelle prossime settimane «Lettera ad un Amico della Terra di Mezzo». Il libro, firmato da un giovane per me di grande talento come Franco Manni (ha curato la nuova edizione del volume di Bobbio, il ponderoso Introduzione a Tolkien e firmato l'introduzione all'edizione italiana di J.R.R. Tolkien: Autore del secolo di Tom Shippey), offre, come recita il sottotitolo, una Guida personale di Etica Filosofica sulle tracce di Aristotele, Freud e Croce passando per J.R.R. Tolkien. È un volume non accademico e non specialistico, che si indirizza a persone riflessive di cultura media ovvero si rivolge a tutti coloro che fanno parte della "piccola" squadra di quei cinque milioni di persone che in Italia leggono almeno un libro l'anno. Mi auguro che questo volume inconsueto - come lo sono tutti i volumi che non c'erano... - firmato da un giovane autore che è stato allievo dello stesso Norberto Bobbio il quale aveva avuto l'occasione di esprimere apprezzamento per l'opera leggendone la prima stesura sia gradito dai lettori di Simonelli Editori. Lettori che ormai sanno bene che acquistando un nostro volume hanno sempre la certezza di leggere un libro di qualità e anche di sostenere una casa editrice indipendente, a suo modo unica nel panorama editoriale italiano.

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«Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra per difendere la vita... Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano»
Oriana Fallaci (da un'intervista del 1979, di Luciano Simonelli, approvata dalla scrittrice).
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Fonte: Luciano Simonelli : Clicca qui per andare al "Day by Day" precedente

Link correlati: «Lettera ad un Amico della Terra di Mezzo» di Franco Manni

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