Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione su "Una Canzone al Giorno" di Franco Gàbici
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione su:Scrivere o leggere?
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione sui Libri in Anastatica Digitale
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione
sulla MERITOCRAZIA
Se hai un collegamento veloce ADSL clicca sulla freccia e guarda la VideoConversazione sui primi 12 volumi di Proverbi&Modi di Dire nella Altre Lingue d'Italia
Che brutta Italia culturale,
caro Giulio Nascimbeni...
No, non mi è piaciuto affatto il silenzio e, diciamolo pure, l'indifferenza con cui è volata via la morte di Giulio Nascimbeni.
A quanto mi risulta nessun telegiornale ne ha dato notizia, meno che mai le radio, il Corriere della Sera se l'è cavata con un taglio basso di tre striminzite colonne di Silvio Bertoldi nelle pagine della cultura e il Sole 24 Ore con una mezza colonna firmata da Riccardo Chiaberge con ricordi di circostanza, dopo aver puntualizzato come lui aveva fatto la "staffetta" con Giulio Nascimbeni alla direzione delle pagine culturali del Corriere della Sera.
Ah, che finezza!
Prima di dare al defunto del Maestro meglio precisare che anche chi ricorda aveva occupato il suo medesimo ruolo sulle pagine dello stesso giornale...
Ah, che finezza e che tristezza!
Certo che, se ad Oriana Fallaci, Indro Montanelli, Enzo Biagi il Corriere della Sera ha dedicato varie pagine, un po' di buongusto e di onestà intellettuale da parte del quotidiano di via Solferino avrebbe voluto che almeno una pagina del quotidiano venisse dedicata a Giulio Nascimbeni.
Che ne dicono Paolo Di Stefano, Dario Fertilio e lo stesso direttore Paolo Mieli?
Ma forse è stato meglio che venissero dati questo schiaffo e questa offesa a chi ha cercato di far tornare le pagine della cultura del Corriere della Sera ai livelli a cui li aveva portati Enrico Emanuelli: opera certamente improba vista l'arroganza di troppa non cultura neogiornalistica -.
Sì, è stato meglio perché magari quella pagina a lui dedicata sarebbe stata riempita con gli scritti inutili e d'occasione di chi non lo conosceva o voleva mascherare l'ammirazione per un maestro con la consueta "generosità" di chi non voleva ammettere di dovergli qualcosa.
Io sono grato a Giulio Nascimbeni di avermi avviato lungo questa maledetta strada che è quella dei libri.
Intendiamoci lui ha svolto nei miei confronti la parte migliore, mi ha guidato per mano lungo la strada della critica letteraria, tutto il resto me lo sono fatto con le mie mani ovvero quello di passare dalla critica all'editoria, ad aver, pensate, l'arroganza (sì, qualche mio amico/amica ha proprio definito così la mia scelta!) di rischiare tutto della mia esistenza per coronare il sogno di essere un editore.
L'ho scritto ed anche detto più volte che, nonostante tutto, un pizzico di fortuna l'ho avuto.
E' stato appunto in quel'aprile del 1970 di essere chiamato da Guglielmo Zucconi a lavorare da cucciolo ovvero da praticante giornalista alla Domenica del Corriere che lui allora dirigeva e della quale erano vicedirettori Giulio Nascimbeni e Franco Nasi mentre il redattore capo era Vittorio Franchini.
Che squadra ragazzi!
Tutta gente con i cosiddetti sia culturalmente che umanamente davvero a posto.
Che ambiente, amici miei, in cui al primo posto c'era il lavoro, quello vero, e non c'entravano affatto amicizie, raccomandazioni, meline.
Se facevi bene il tuo lavoro andavi avanti. Punto e basta.
Giulio Nascimbeni, con la generosità di un vero ed autentico maestro, mi introdusse nel mondo culturale ed editoriale, dandomi le prime dritte, i primi contatti con autori ed editori. Mi dette anche, chiosando i miei scritti, insieme con un altro grande che anche lui non c'è più come Franco Nasi, i "fondamentali" affinché i miei articoli fossero "giusti". Già, perché non basta saper scrivere bene, occorre anche saper guidare la propria scrittura, nel giornalismo, secondo regole che tengano sempre in primo piano una qualità di scrittura che riesca davvero a comunicare con il lettore.
E quando Giulio Nascimbeni lasciò la Domenica del Corriere, dopo esserne stato anche il direttore, per tornare nel quotidiano madre mi dette la grande soddisfazione di lasciarmi in "eredità" la rubrica di critica letteraria di un settimanale che allora, con il suo un milione e passa di lettori, potete immaginare quanto fosse ambita da autori ed editori.
Rubrica che ho firmato ininterrottamente fino alla prima metà degli anni Ottanta con un consentitemi, raro impegno: non ho mai scritto di un libro che non avessi letto e ho sempre scritto di libri che, a mio insindacabile giudizio, meritavano di essere segnalati senza tenere in considerazione la casa editrice che li pubblicava.
Una blasfemia di comportamento la mia che certamente non faceva affatto piacere agli uffici stampa di grossi gruppi editoriali, compreso quello che poi aveva assunto dalla famiglia Crespi la proprietà del giornale.
Una vera blasfemia apparirà questo mio comportamento professionale ai tanti recensori in ginocchio che operano oggigiorno ma questa indipendenza non era uno sghiribizzo caratteriale dovuto alle mie origini toscane, nasceva da una professionalità che mi era stata trasmessa da Giulio Nascimbeni che, per chi non lo sapesse, negli anni Sessanta e Settanta è stato anche il primo a condurre una rubrica deicata ai libri sulla RaiTv intitolata Tuttolibri.
Giulio Nascimbeni, tra le molte cose che ha fatto, è stato l'autore di una esemplare biografia di Eugenio Montale scritta molto prima che il poeta conquistasse il Nobel e, dopo quella "incoronazione" mondiale, è diventato lui l'indiscusso punto di riferimento di chiunque volesse parlare del poeta.
Giulio Nascimbeni ha avuto il grande torto, in una società come la nostra che premia chi sta sul palcoscenico, di amare più la "regia" che fare il "mattatore" e aveva anche però il difetto che nelle rare volte in cui saliva anche lui sul palcoscenico, con la sua voce morbida e pastosa, con quella sua facilità di parola, dimostrava subito di essere un gradino più in su di tanti altri che arrampicavano.
Grazie, caro Giulio.
Internet ha una cosa di buono: ricorda forse per sempre quello che depositi online. Ecco, allora, deposito a presente e futura memoria il mio ricordo di Giulio Nascimbeni al quale dovrebbero essere grati in tanti che nei giorni della sua scomparsa hanno invece deciso di tacere.
Ciao, Giulio, e grazie di tutto quello che mi hai insegnato.