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sulla MERITOCRAZIA
Le librerie Feltrinelli
boicottano un mio libro Per essere Politically (left) correct
devi pubblicare menzogne
Bisogna pubblicare delle menzogne per essere politically (left) correct?
Pare proprio di sì.
Per certe librerie, come per esempio la catena di tutte le librerie Feltrinelli, se un libro, documentatissimo, con prove ineccepibili offre l'occasione di descrivere chi fosse stato realmente Che Guevara, se mostra con prove provate che il suo è un falso mito, che era in realtà l'opposto di quello che è stato falsamente raccontato per anni, ebbene le Librerie Feltrinelli e le loro epigone non vogliono affatto avere nei loro scaffali le copie di C'era una volta il CHE - Ernesto Guevara, tutta un'altra storia di Leonardo Facco.
Diamine, come si fa ad accettare la verità - tra molte altre contenute nel libro da me pubblicato - che un personaggio del quali molti gay indossano la maglietta con il suo volto, durante le manifestazioni dell'orgoglio omosessuale, in realtà aveva creato campi di concentramento destinati appunto all'internamento degli omosessuali?
No, loro non tengono questo libro, è stato risposto ad un lettore che è andato ad acquistarlo alla Feltrinelli di Genova.
E lo hanno detto con arroganza, quasi con l'orgogliosa fierezza di aver fatto giustizia di un autore e di un editore che osano - prove provate alle mano - di essere REVISIONISTI, come spregiativamente la sinistra definisce chi osa andare alla ricerca della verità.
Per mia fortuna e per la fortuna di tutti gli autori e gli editori liberi oggi c'è Internet, oggi c'è la possibilità per gli editori indipendenti che hanno pur investito il 60 per cento del loro venduto in libreria per avere una Distribuzione nazionale di denunciare il sopruso e la censura, anzi il boicottaggio. E ci sono anche i video su YouTube. Simonelli Editore è visitato e letto online da una media di 1200 utenti singoli al giorno.
E c'è quindi la possibilità per i lettori che non trovano in libreria il volume che desiderano di acquistarlo online.
Squallida è la realtà di certi librai e librerie che, invece di essere quello che dovrebbero innanzitutto essere ovvero dei commercianti, fanno gli intellettuali, i censori, arricciano il nasino, negano la vera libertà di espressione, quasi vivessimo in una realtà dittatoriale a libertà culturale limitata.
Vergogna, librerie e librai che state boicottado questo mio libro e tutti gli altri libri che, secondo voi, non sono politically (left) correct ovvero guai se prove provate alla mano non sono in linea con le menzogne propalate da una certa parte politica.
Una vergogna che giorno dopo giorno mina la vostra credibilità, amici miei. Una vergogna che dimostra come questo Paese chiamato Italia sia dal punto di vista culturale vittima della dittatura di una concezione secondo la quale la cultura sia appannaggio esclusivo di una certa parte politica. La cultura, per essere tale, non dovrebbe rimanere appannaggio di alcuna parte politica ma dovrebbe essere il terreno della libera espressione di tutte le opininoni e mai vittima di alcuna censura. Meno che mai di fronte ad opere che non presentano opinioni ma dati di fatto prove inconfutabili.
Sono decisamente stufo di questo andazzo.
Sono stufo, fra le tante cose, della antidemocratica realtà, contraria alle logiche della libera concorrenza, di un monopolio della distribuzione nei cosiddetti grandi spazi: supermarket, autogrill, uffici postali eccetera.
Non è questa della distribuzione nei grandi spazi una posizione dominante in Italia come quella che è stata sanzionata dall'Europa nei confronti della Microsoft per quanto riguarda le tecnologie?
Perché l'Europa non dà un'occhiata al monopolio distributivo nei grandi spazi che esiste in Italia?
Se ci desse un'occhiata penso che avrebbe molto da eccepire...e forse qualche sonora multa da applicare.
Che ne dicono tutte le altre case editrici, ammesso che ci siano, davvero indipendenti?
Volendo si potrebbe fare sistema per risolvere questi problemi.
Ma so già, sulla base dell'esperienza di tante iniziative di sistema fra editori indipendenti da me lanciate ma andate in fumo, che non ci sarà nessuno che avrà il coraggio di imboccare questa strada, che tutti sono troppo aggrovigliati dai loro affarucci, dalle loro raccomandazioni, dai loro, per così dire, interessi privati in "interesse di categoria" perché accada qualcosa in questo senso.
L'ultima, unica, vera speranza è che ci siano i lettori che si coailizzano per sostenere la totale libertà di espressione, per rinnegare ogni censura ideologica e culturale, per rivendicare una realtà delle librerie fortemente inquinata da interessi di parte.
Cari lettori, denunciate tutte le difficoltà che incontrate a trovare i miei libri.
Denunciate, con prove alla mano. Tenete presente che per avere una Distribuzione Nazionale dei miei libri investo ben il 60 per cento del fatturato delle vendite in libreria...
E se volete leggere C'era una volta il Che di Leonardo Facco non esitate ad ordinarlo online tutte le volte che trovate una libreria intellettualmente disonesta che vi dice di non averlo o di non volerlo avere.