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Dovrebbe scusarsi,
professor Gianni Vattimo
Ci sarebbe un gran bisogno di Buoni Maestri ma invece pare che si faccia a gara per avere sempre più cattivi maestri o magari per esserlo.
L'ultimo esempio ce lo ha dato, sorprendentemente, il professor Gianni Vattimo in un suo intervento nella trasmissione Controcorrente di Sky Tg24 di venerdì 8 febbraio.
In quella occasione, dibattendo sul fatto che la Fiera Internazionale del Libro di Torino ha invitato per quest'anno come Paese ospite lo Stato d'Israele in occasione dei 60 anni dalla sua nascita il professor Gianni Vattimo si è lasciato andare, per manifestare il proprio dissenso per questa scelta, ad enunciare una serie falsità nei confronti dello Stato ebraico che esigono le sue scuse non tanto allo Stato di Israele e neppure agli ebrei ma a chiunque nel mondo, a qualunque religione e razza appartenga, voglia coniugare onestà intellettuale con verità storica.
Il professor Vattimo ha dichiarato che nel 1948, all'indomani della sua nascita, lo Stato d'Israele ha cominciato una sua politica espansionistica.
Che questa dichiarazione sia una menzogna è scritto su tutti i libri di storia.
Nel 1948 l'Onu, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha decretato la nascita dello Stato d'Israele, stabilendone precisi confini come altrettanto precisi erano i confini indicati per la parte palestinese. Ma, all'indomani della creazione dello Stato d'Israele nell'ambito di quanto stabilito dalle Nazioni Unite, tutti gli Stati Arabi confinanti con il neonato Stato gli hanno mosso guerra. Una guerra con chiare finalità di annientamento, praticamente con il sogno di un secondo olocausto. E il neonato Stato di Israele, che non coltivava alcuna politica espansionistica, si è naturalmente difeso. E, pensate - ci riflettano gli amici della sinistra - se allora non gli avesse dato una mano l'Unione Sovietica facendogli arrivare armi attraverso la Cecoslovacchia, allora lo Stato d'Israele non avrebbe potuto avere la meglio contro gli eserciti di Giordania, Egitto, Siria, Arabia Saudita che lo attaccavano.
Realtà provate e raccontate in tutti i libri di storia mediorientale che Gianni Vattimo non può certamente non conoscere. Sarebbe quindi doveroso, da parte sua, per l'onestà intellettuale che finora in molti gli riconoscono, precisare quanto infondata sia stata la sua dichiarazione di uno Stato d'Israele che nel 1948 non ha iniziato alcuna politica espansionistica ma si è bensì difeso da un massiccio attacco da parte di tutti gli Stati arabi confinanti.
Gianni Vattimo, che è uomo di cultura e non privo di saggezza, non può non sapere che di fatto Israele non ha mai fatto una vera politica espansionistica ma che gli spazi che si è conquistato nella sua area sono stati sempre la conseguenza di vittorie nei confronti di guerre che gli sono state mosse. In fondo, l'unica vera azione di attacco condotta da Israele è stata quella di un paio d'anni fa in Libano contro gli Hezbollah e che è stata poi bloccata con l'intervento dell'Onu e l'invio di forze di pace di cui quelle italiane sono una fetta importante.
Per carità, può accadere che nella foga polemica e che nel dibattito politico vi siano delle sbavature ma essenziale, se si è davvero un buon maestro, è riportare i propri discorsi nei confini della verità.
Non è certamente accettabile, gentile professor Vattimo, sentirla affermare che Israele non è affatto uno stato democratico, dipingere il Paese alle folle di ignoranti (nel senso che ignorano la vera storia e come stanno davvero le cose) come se fosse governato da una sorta di regime dittatoriale o come se fosse una sorta di stato confessionale. Lo Stato d'Israele è una compiuto democrazia, nello Stato d'Israele esiste una completa libertà di opinione, nel parlamento israeliano, la Knesset, siedono rappresentanti anche della comunità araba che vive entro i propri confini.
Non è molto degno di un uomo di cultura intellettualmente onesto, professor Vattimo, evocare per quanto riguarda lo Stato d'Israele situazioni di apartheid di stampo sudafricano. Come non si possono usare frasi tranchant che parlano di "bombardamenti isrealiani" sul popolo palestinese per indicare azioni mirate contro persone e realtà del terrorismo palestinese che lanciano sistematicamente missili sul territorio israeliano.
Certamente la situazione in quell'area è molto complessa ma è chiaro che da una parte c'è lo Stato d'Israele, certamente democratico, e dall'altra c'è una realtà palestinese divisa fra realtà come quella di Hamas che predica la distruzione dello Stato d'Israele e quella dell'Autorità Nazionale Palestinese, guidata da Abu Mazen, che non solo riconosce il diritto all'esistenza dello Stato d'Israele ma che sta attivamente operando insieme con il governo di Gerusalemme per raggiungere l'obiettivo della nascita di uno Stato Palestinese che possa silupparsi e convivere pacificamente con Israele.
Ogni intellettuale davvero onesto, ogni buon maestro dovrebbe seminare la pianta del dialogo e la pianta della pacifica convivenza fra i popoli e, nel caso specifico, anziché parlare secondo gli slogan qualunquisti dell'estremismo dovrebbe ricorrere alla migliore ed alla più pacifica della armi: quella della ragione.
No, professor Vattimo, lei come si dice in Toscana questa volta ha aperto bocca e le ha dato fiato. Ricevendo naturalmente l'applauso degli sciocchi che hanno occupato per qualche ora gli uffici della Fondazione che organizza la Fiera del Libro di Torino o di quelli che vanno riempiendo di scritte scriteriate i muri dalle parti di Lingotto Fiere.
Chieda scusa, professor Gianni Vattimo, per quanto ha affermato ed anziché salire su inconsistenti barricate contribuisca, da persona di conoscenza qual è, a far prevalere la ragione sulla sterile e qualunquista contestazione.
Sia ben chiaro, chi le scrive questo non è un ebreo, non ha alcun interesse di "parte": io sono semplicemente un giornalista, un editore ed uno scrittore che vuole rivendicare la propria onest intellettuale.