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«Ho sempre amato la vita. Chi ama la vita non riesce mai ad adeguarsi, subire, farsi comandare. Chi ama la vita è sempre con il fucile alla finestra per difendere la vita. Un essere umano che si adegua, che subisce, che si fa comandare, non è un essere umano»
Oriana Fallaci
 (da un'intervista del 1979, di Luciano Simonelli, approvata dalla scrittrice).


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  Forse è cominciata
 davvero la Trasformazione...

 
Il coro di meraviglia di tutti i giornali italiani di fronte alle dichiarazioni Arthur Sulzbergher, l'editore di The New York Times e dell'International Herald Tribune la dice davvero lunga sulla miopia di questo Nostro Paese e sulla sua incapacità di guardare davvero avanti. Anzi, diciamo meglio: la atavica vocazione dei troppi italiani medio-mediocri, anche ai cosiddetti "altissimi livelli", di interpretare la parte della "palla al piede" di chiunque desideri non solo innovare ma aprire nuove strade sia commericiali che di comunicazione. L'editore americano ha detto testualmente e semplicemente una cosa che a me non ha creato alcun moto di meraviglia, che trovo ineccepibile nell'ordine naturale dell'evoluzione delle cose. Arthur Sulzbergher ha affermato che tra cinque anni il suo quotidiano non avrà più la tradizionale versione stampata su carta, che non lo si troverà più nelle edicole di tutto il mondo ma soltanto online, sul Web. Ha anche aggiunto che il primo passo di questo processo è stato quello di fondere le redazioni che si occupavano, rispettivamente, dell'edizione stampata e di quella online. E, coerentemente, l'editore del New York Times ha fatto la sua dichiarazione non sulle pagine stampate ma su quelle online del quotidiano israeliano Haaretz.
   Per lo sconforto di tutti quegli snob (sine nobilitade) che in Italia hanno ancora dei mancamenti quando si parla loro di computer, di Internet e di editoria elettronica, per tutti coloro che nel mondo del giornalismo evocano la poesia della macchina per scrivere Olivetti Lettera 22 e magari sentono un brivido di eccitazione al suono del fruscio del pennino di una stilografica su un foglio di carta ho proprio l'impressione che la Trasformazione sia cominciata.
   Quale Trasformazione?
   Ma quella che per l'Italia sarà rivoluzionaria ma che nel resto del mondo industrializzato è semplicemente la naturale evoluzione delle cose, cioè la Trasformazione digitale, del Web nei confronti di ogni forma di stampa tradizionale.
   Numerosi sono stati i segnali negli ultimi mesi, a livello globale, che indicano una accelerazione a percorrere questa strada. Negli ultimi mesi del 2006 sono stati messi in commercio ben cinque apparecchi dedicati alla lettura di libri elettronici ed anche di giornali, con schermi in carta digitale, cioè capace di dare ai caratteri sullo schermo una nitidezza pari a quelli stampati. Tre di questi apparecchi sono prodotti in Cina e due, rispettivamente, dalla Sony e dalla iRex, che è una società del gruppo Philips. Inoltre, è proprio di questi giorni la presentazione da parte della nostra Tim del cosiddetto Librotelefonino (foto a destra:ne parla Luigi Maria Reale nella sua rubrica "eBook&Dintorni" ), un innovativo telefonino che consente anche, grazie ad uno schermo estraibile in carta digitale di leggere eBook e giornali.
    Un altro segnale, che mi riguarda personalmente, è infine che eBooksItalia, la libreria che ho creato insieme con Golem100 per la vendita di Libri Elettronici prodotti dalla mia casa editrice come da altre case editrici che desiderano entrare nel mercato degli eBook, è in costante crescita sia per numero di visitatori che di libri elettronici venduti. Una realtà, quella di eBooksItalia, che sta smentendo giorno dopo giorno quanto sia falsa la credenza, anche questa tutta italiana, che non esista nella Penisola un mercato del libro elettronico. Davvero una falsa credenza. Anzi! I lettori di eBook vorrebbero una maggiore offerta in questo senso ed io, come Simonelli Editore, sto producendo molti titoli (oltre cento nel 2006). Ed altrettanto dovrebbero fare le case editrici che finora hanno aderito al mio progetto. Queste ultime, che producono per ora quantità di titoli elettronici che non superano le dita di due mani, purtroppo non hanno ancora compreso, per una ignoranza anche questa tutta italiana, che soltanto quando si fa una consistente e articolata offerta di titoli si cominciano a fare veramente delle vendite online. E mi fermo qui. No, non do altri consigli in questo senso ai colleghi editori che abbiano o non abbiamo deciso di entrare nel mercato del libro elettronico attraverso eBooksItalia. Non desidero regalare più a nessuno, gratuitamente, il mio ormai consolidato know how in questo senso. Anche perché, lo dico con la franchezza che non mi manca mai, sono un po' stufo di quei cosiddetti colleghi ignoranti come capre su tutto quanto riguarda il Web come l'editoria elettronica e con l'atteggiamento di chi "ti fa un piacere personale" se si mettono a produrre gli eBook da vendere su eBooksItalia. Problema tutto loro se non comprendono l'opportunità che offro di entrare nel mercato del libro elettronico ad investimento tecnologico zero; sempre problema soltanto loro se desiderano rinunciare ad un'altra fonte di fatturato.
   Sì, sono stufo dei cosiddetti colleghi micro-piccoli-medi editori italiani e non ho affatto la vocazione del missionario. L'unica mia missione è fare crescere la mia impresa editoriale. Vadano quindi per la loro strada tutti gli altri, verso i loro successi o fallimenti ed io vado per la mia. Inseguo il mio sogno editoriale, sono fermamente deciso a cogliere fino in fondo le opportunità che anno dopo anno offre la trasformazione tecnologica. Se qualcuno vuol farmi compagnia lungo questa strada, benvenuto, c'è posto anche per lui, ma la sua partecipazione non è affatto essenziale. Almeno per me...
   E' proprio cominciata l'era della trasformazione, in tutti i sensi, cari amici che mi leggete con assiduità. Una trasformazione che va molto oltre la sfera strettamente tecnologica. Una trasformazione di mercato, di strategie, di logiche di produzione, di lettori... Io sono consapevole di questa trasformazione. Non sono come tanti, troppi colleghi che, si fa per dire, continuano allegramente a ballare il valzer e non si sono accorti che la musica è cambiata. Sono non soltanto consapevole della trasformazione in atto ma anche intenzionato ad interpretarla creativamente, non semplicemente a subirla. E ogni giorno che passa non smetto di meravigliarmi come in Italia non vi sia uno straccio di investitore degno di questo nome che non capisca come sarebbe favorevole il momento per destinare qualche milionata dei suoi capitali per fare business, autentico business, sviluppando realtà come la mia che sono già impostate correttamente per interpretare la Trasformazione del mondo editoriale ed hanno accumulato in questi anni un know how davvero unico in Italia. Ma, per favore, cari investitori, ammesso che ci siate veramente, non buttatevi fra le braccia dei soliti del mondo editoriale della Penisola. Mai come in questo momento la situazione è stata più favorevole per far sbocciare una realtà piccola ma con solide radici... Io sono qui, con idee chiare, progetti seri e un know how, consentitemi, invidiabile, pronto a discutere con chi faccia delle proposte serie. Ma resto anche con la caparbia determinazione di continuare ad andare avanti da solo, navigando creativamente sull'onda della Trasformazione di tutta la filiera editoriale.

Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (10 Febbraio 2007)  

(Continua)
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Luciano Simonelli

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