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PcomePECCIOLI
e PASCOLI - L'Italia della
"periferia" è bella, spesso bellissima. Chi l'avrebbe mai
detto che a Peccioli, in un piccolo centro di duemila anime,
in provincia di Pisa, a pochi chilometri da Pontedera, avrei
ascoltato per la prima volta da un amministratore
pubblico, dopo oltre quarant'anni di una vita condotta fra giornalismo, letteratura ed editoria, quello
che sognavo di udire io e chiunque operi nel nome e per la cultura?
Sì, a Peccioli c'è un sindaco, Silvano Crecchi, il quale afferma
tranquillamente, con un ardore che illumina il suo
sguardo apparentemente quieto, che quello in cultura è uno
dei principali investimenti che deve fare un Comune e che la cultura viene prima di
molte altre cose e che non può essere
giustificata da nessuna contrazione di bilancio il taglio
degli investimenti in cultura. Silvano Crecchi immagina una
Italia in cui gli amministratori sappiano operare per la
reale crescita del Paese. Immagina e opera questo sindaco in
un Comune che ha addirittura creato la Fondazione Peccioli
per l'Arte, la Cultura, la Solidarietà, presieduta da Andrea
Petresi, proprio sostenere le
molte iniziative culturali che si sviluppano in questo
delizioso angolo di Toscana e che, da tre anni, culminano,
fra l'ultima settimana di dicembre e la prima di gennaio in
Fiabesque.
Nata da una brillante idea di
Imaginaria, guidata da Max Pinucci con al suo fianco
Enrico Ciccolini, immediatamente
"sposata" dal Comune e dalla sua Fondazione Per,
Fiabesque è ormai un consolidato punto di riferimento
internazionale.
Per circa quindici giorni Peccioli diventa
la città delle fiabe, si anima di spettacoli, workshop,
eventi tutti dedicati ai più piccoli che accorrono
numerosissimi ed entusiasti accompagnati dai loro genitori.
Una manifestazione che ha ormai un consolidato numero di
oltre ventimila presenze. E quest'anno il libro, che pur è stato da sempre
dietro le quinte della manifestazione, ha cominciato ad
apparire in primo piano con un bookshop per la vendita di
volumi per bambini e per ragazzi ma, soprattutto, con il
convegno "La Magia di un Libro: scegliere di essere editori
per ragazzi nel Terzo Millennio" organizzato da
Librialsole
e Fidare, a cui ha partecipato un nutrito gruppo di case
editrici specializzate indipendenti. Un convegno-gruppo di
studio in cui in un dibattito, che ho avuto il piacere di
coordinare, si è sviluppata una analisi della situazione
dell'editoria in genere e di quella per ragazzi in
particolare e si è iniziato un confronto sia con il Comune,
sia con la Fondazione Per, sia con Imaginaria per progettare
un inserimento più diretto delle case editrici specializzate
nel programma delle manifestazioni della prossima edizione
di Fiabesque. Un incontro certamente proficuo nell'intento di aprire una nuova quanto originale occasione
di visibilità per molte case editrici per ragazzi
indipendenti. Case editrici piccole ma ricche di idee, di
volontà e grinta di fare, niente affatto arroccate in una
sorta di atteggiamento fatalistico di attesa di un qualche
"miracolo" ma profondamente convinte che i veri miracoli
nascono operando con buone idee ed intelligenza. Io,
che non sono un editore di libri per bambini e ragazzi, ho un
mio sogno e l'ho anche detto pubblicamente. Sogno che Peccioli, nella sua deliziosa scenografia di piccolo comune
toscano, crei un giorno, oltre a
Fiabesque, una articolata
manifestazione dedicata al libro in generale, una
manifestazione capace di coinvolgere la micro, piccola e
media editoria indipendente. Ma non intendo la solita Fiera
del Libro ma altro, molto altro, più spettacolare e
originale...
Nei due giorni che ho trascorso a Peccioli
pensavo con mestizia ad un'altra realtà, di un altro comune,
quello di San Mauro Pascoli, ad un altro sindaco, ad
un'altra Fondazione. Certo, anche lì i presupposti
apparentemente sono simili a quelli del piccolo comune
toscano. Lì, la patria di Giovanni Pascoli, dove vi è la
casa, vi è appunto una Fondazione che dovrebbe
sostenere le iniziative finalizzate allo studio e alla
diffusione dell'opera del poeta. Dovrebbe, ma poi non si capisce
esattamente che cosa faccia. Lo so con cognizione di
causa io che ho pubblicato quella che resta ancora oggi
l'unica biografia del poeta (Giovanni Pascoli di
Gian Luigi Ruggio, con un'antologia dei suoi versi
migliori) e l'unica biografia della sua più adorata sorella
ovvero Maria, detta Mariù (Candida Soror di
Maria Santini).
Ebbene, vi verrebbe da immaginare
che un editore come me, così attento alla diffusione della
memoria di Giovanni Pascoli, dovrebbe subire grandi
attenzioni da parte del sindaco di San Mauro Pascoli e della
Fondazione. Macchè. Mentre hanno ricevuto grande attenzione
positiva da parte della critica i libri citati non hanno
avuto alcun sostegno da quella Amministrazione e da
quella Fondazione (che ne hanno cortesemente ricevuto
copia omaggio), nè morale nè materiale. E quando alla
vigilia della pubblicazione del volume su Mariù Pascoli ebbi
l'ardire di contattare telefonicamente il sindaco di San
Mauro ebbi la sgradevole sensazione di venire trattato come
il piazzista che chiamasse per elemosinare l'acquisto di
qualche copia ma i miei ragionamenti, consentitemi, erano e
sono sempre, secondo il mio stile, più alti, molto più alti.
Ma, evidentemente, lì parlano di cultura, investono in cultura
attribuendole quella marginalità che è prevalente in questo
rozzo Paese.
Sì, decisamente la "filosofia" del sindaco di
Peccioli e della Fondazione Per per l'Arte, la Cultura, la
Solidarietà non vanta ancora molti epigoni nel nostro Paese.
E anche la sua attenzione verso l'editoria indipendente in
particolare. Una attenzione che magari sarebbe auspicabile
che Silvano Crecchi riuscisse a trasmettere al ministro
Francesco Rutelli. Già, perché il nostro ministro per la
cultura si sta occupando di libri, sta firmando convenzioni
per la promozione del libro avendo come interlocutore
soprattutto l'AIE che, come ho già scritto in questo mio
blog mesi fa (non ricevendo naturalmente alcuna risposta dal
ministro nonostante gli avessi inviato il mio intervento)
non rappresenta affatto TUTTE le case editrici ma soltanto
le più grandi. E fa un certo effetto vedere un governo di
centro sinistra che finisce per non fare mai qualcosa di
sinistra e finisce sempre per dialogare con i più forti e i
più grandi, parametrando soprattutto su di loro le sue
decisioni salvo poi ripetere, pare quasi un esercizio di
retorica, che l'asse portante di questo Paese è la micro,
piccola e media impresa. Se non fosse retorica, questa, il
ministro Rutelli avrebbe convocato, insieme con l'AIE, anche
Fidare,
l'associazione dei piccoli editori indipendenti.
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(10 gennaio 2007)
(Continua)
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