L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

di Luca Dresda

 

 


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LA FANTASTICA VITA DI AMELIE

di Jean-Pierre Jeunet

Con: Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon.

Sceneggiatura: Guillaume Laurant, Janne-Pierre Jeunet.

Genere: Commedia/Fiaba/Sentimentale.

Nazione: Francia/Germania 2001.

Durata: 122 minuti.

3 Febbraio 2002

Quando qualche mese fa abbiamo saputo dell'esclusione dei film italiani dalla selezione americana dei premi Oscar, qualcuno ha storto a torto il naso sottolineando la presenza di questo film francese di cui solo pochi eletti sapevano già qualcosa. C'era la consapevolezza di essere di fronte ad un campione d'incassi in Francia, cosa tra l'altro non di per se stessa indicativa della qualità del prodotto, visto che i nostri cugini hanno un forte senso di protezionismo. Ora che è arrivato anche in Italia "Amelie" sta ammaliando un pubblico che inizialmente sembrava destinato a rimanere elitario, di nicchia, e che invece si allarga a macchia d'olio. "Amelie" e la sua fantastica vita mette d'accordo tutti. È raro che accada in senso positivo.
Si tratta di un film molto originale, di una grande generosità creativa che supera l'immaginabile. "Amelie" ci seduce, si lascia gustare, intenerendoci e coinvolgendoci senza possibilità di eccepire. Il suo mondo fatto di una fantasia infantile delicata e piena di presenze surrogate è sì una dimensione compensativa di una realtà solitaria in cui "Amelie" vive senza grande consapevolezza, ma è allo stesso tempo il mondo incantato e fascinoso creato da una sensibilità molto acuta e fragile.
Tutto il mondo umano vive e si nutre delle proprie fantasie, le coltiva sia di giorno che di notte, le insegue, spesso le realizza attraverso il lavoro o il matrimonio, magari nelle 'deviazioni' dalle regole, in spazi non sempre consentiti, oppure attraverso l'arte, la creatività, la produzione di idee.
Quello che rende questo universo un potenziale fecondo è la possibilità di essere messo a confronto con la realtà.
Ma "Amelie", che ha avuto un'infanzia infelice, o per lo meno solitaria, rinchiusa in casa da due genitori che scambiavano per difetto cardiaco una forte emozionabilità, non ha il coraggio, o la forza, o anche soltanto la consapevolezza per uscire allo scoperto e partire alla conquista dei suoi sogni. È tenera, generosa, buona ad un livello che rasenta il missionario, e le sue aspettative sono così romantiche da diventare per converso estremamente fragili.
L'incontro con un vecchio pittore rinchiuso nella sua casa per via della fragilità delle sue ossa, porterà presto all'apertura. Si sa che i mali si curano meglio con medicine che li simulano (similia similibus curantur dicevano i Greci), e che due individui con una sofferenza complementare se si ascoltano ed entrano in un contatto umano vero, possono condursi verso la luce della rinascita. E così "Amelie", chiusa nel suo mondo fantasioso, e il vecchio pittore, chiuso nella sua casa, il male del cuore e il male del fisico, si trovano, prima schivi e sospettosi, e poi affettuosi e con una consapevolezza nuova, e giungono ad un nuovo equilibrio, più aperto.
"Amelie" riuscirà ad incontrare il suo amato, e il vecchio pittore smetterà di copiare sempre lo stesso quadro di Renoir (La colazione dei canottieri) avendo risolto l'enigma della donna che sorseggia il caffè con il volto semi coperto dalla tazzina, l'enigma di "Amelie".
Questo film riesce ad appassionare tutti a questa storia piccola e succosa, delizia per i sensi tutti, piena di spunti tra il cartone animato, la fiaba romantica, la commedia sentimentale, e la riuscita della favola appare nei volti pacati e rilassati del pubblico all'uscita. Non è un prodotto che ispira discussioni o diverbi, al contrario resta dentro, si apre una nicchia nel nostro animo affamato di sentimenti veri e resta una grande esperienza artistica e umana.
"Amelie" ci parla sì di come sia importante crescere e trasformare le nostre fantasie in esperienze di vita, ma anche di come al contrario, possa essere arida una vita senza l'influenza vitale delle emozioni. Una grande lezione, una piccola morale che non fa male ricordare di tanto in tanto.
Un gioiello da non perdere con un'attrice stupenda, molto francese, una gioia per gli occhi.
Cast eccellente con un Mathieu Kassovitz (regista de "L'Odio", "I Fiumi di Porpora") eccellente.
Voto 9

Luca Dresda

 


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