L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

           di Luca Dresda


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BEING JOHN MALKOVICH
di Spike Jonze
Con: John Cusack, Cameron Diaz e John Malcovich
Genere: Fantasy-romantico
Durata: 112 minuti.
Solo e al centro della sala immaginando di essere uno degli attori più significativi dell'ultimo decennio. Un personaggio "maledetto", se questo aggettivo ha ancora un significato oggi. Ricordate «Les Liasons Dangereux»? Che interpretazione, a tratti oscurava quella di Michelle Pfeiffer!? È uno di quei volti che davanti a una cinepresa si trasfigurano. Magari, incontrandolo per strada, in un immaginario mondo in cui fosse sconosciuto, non ci accorgeremmo di lui. Incontrandolo ad una festa penseremmo che è brutto, insignificante o grasso, leggermente deforme, che ha le orecchie a sventola... uno "sfigato" insomma. Invece, il fato ne ha fatto un individuo dall'attrattiva stellare, un essere magnetico e dalla personalità dirompente. Quello che tutti sogneremmo di essere anche solo per 15 minuti. D'accordo, ci sono altri personaggi più intriganti o attraenti, ma mettetevi nei panni di chi ha solo la  possibilità di essere John Malkovich. Rifiutereste?
Questo piccolo delirio di film è per me semplicemente geniale. E non mi hanno pagato per dirlo. Trovo entusiasmante l'idea. Per quanto fantastica, ci tocca da vicino, è proprio quello che più si avvicina al desiderio maggiormente condiviso da tutti. Pensate al coraggio di Malkovich nell'interpretare se stesso in una storia che non lo mette in una luce esaltante, ma non vi dico oltre, e pensate all'intricata questione filosofica e metafisica che si solleva dall'essere qualcun altro, sentire e patire con lui e in lui, e tutto questo attraverso un passaggio aperto a tutti. Pensate, soprattutto, alle conseguenze, morali e individuali che ne deriverebbero.
Ho l'impressione che un evento del genere scatenerebbe una psicosi generale, coppie scoppiate, code urlanti di curiosi, di "sfigati" alla ricerca di un riscatto, di fan, di evangelizzatori da strada che ammoniscono sui malefici di uno sconvolgimento del genere... la vita non sarebbe più quella che viviamo.
Il virtuale contagia non c'è che dire. Tutto quello che viviamo indirettamente ha la possibilità di darci una forma diversa, delle capacità sconosciute a volte sorprendentemente vincenti. Come tornare in noi senza sognare di nuovo un altro viaggio?
Craig è un burattinaio fallito, o meglio senza grandi speranze, sposato con una fricchettona animalista (Lotte) che tiene un mini-zoo nell'appartamento. Lo scimpanzè per esempio non sta bene, e lei lo manda dallo strizzacervelli delle scimmie per superare "il suo trauma sconosciuto". Fin qui tutto fila via "normalmente". La storia vera nasce quando lui decide, su pressioni della moglie, di cercare un lavoro vero. Viene assunto in una strana società  che sta al 7° piano e mezzo di un grattacielo come archivista, vista la velocità delle sue dita. E da questo momento le sorprese non mancano. Craig è attratto da una sua collega piuttosto freddina nei suoi confronti e questo non riuscirà a non condizionare in un modo o in un altro il suo matrimonio.
È un delirio da vivere senza riserve.  Dimostra come si può fare della commedia fantasy senza effetti speciali, ma soprattutto che è necessario portare le proprie storie fino alle estreme conseguenze.  Qualcosa mi ricorda i primi film dei Monty Pyton (Life of Brian, Meaning of Life), il gruppo di comici Inglesi da cui è nato Terry Gillian (Brasil, La Leggenda del Re Pescatore, L'Esercito delle 12 Scimmie, Il Barone di Munchausen).
Ne vedrete di colpi di scena, minimi e strambi, ma continui, in un vortice di emozioni che a volte sembra travalicare il fatto centrale del film. Malkovich poi si muove proprio come un burattino ed è questo che conferisce al tutto un aspetto quasi filosofico, complicando la ridda di associazioni e la rete di livelli diversi attraverso cui guardare questo prodotto emozionante.
Il regista è alla prima prova. Spero ne seguano altre sempre allo stesso livello. John Cusack e Cameron Diaz sono splendidi, e lei quasi irriconoscibile. Ha una capacità di trasformarsi niente male. Ma il personaggio più attraente è la collega bellissima di Craig: tale Maxine. Una dark(issima)lady  interpretata da Catherine Keener. Bravissima e bella da infarto. O meglio, è quel tipo di donne affascinanti e attraenti che diventano oggetto di desideri sfrenati proprio perché non sono mai afferrabili, sono distanti e fredde, ma in quegli attimi in cui si concedono sconvolgono chiunque le si avvicini.
Guardando il film, ripensate a quello che ho scritto. Parlare di questo film a chi non l'ha visto è veramente arduo. L'unico modo e anche quello più immediato sarebbe invitarvi tutti a vederlo. Punto. Poi, fare una puntata della rubrica successiva alla visione, dove sollevare una serie di spunti infiniti....anche soltanto per condividere le belle emozioni che sicuramente proverete. In ogni modo ci ho provato. Non perdetevelo è una cinematografia estremamente UNICA!!!

Luca Dresda

 


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