L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

di Luca Dresda

 

 


Film già visti e giudicati...  NOTTING HILL  * LA RAGAZZA SUL PONTE *  FIGHT CLUB * SESTO SENSO *  MIFUNE *  THE EYE *  BEING JOHN MALKOVICH *  SUMMER OF SAM *  JAKOB IL BUGIARDO *  GHOST DOG *   The BLAIR WITCH PROJECT *  AL DI LÀ DELLA VITA *  AMERICAN BEAUTY *  RAGAZZE INTERROTTE *  KADOSH *  PANE E TULIPANI - THE HURRICANE *  THE GLADIATOR *  HOLY SMOKE *  IN THE MOOD FOR LOVE *  PONTE MILVIO *  LE COSE CHE SO DI LEI *  MALENA *  I FIUMI DI PORPORA *  OH BROTHER, WHERE ART THOU? *  BROTHER *  MERCI POUR LE CHOCOLAT *  BREAD & ROSES *  TILLSAMMANS (TOGETHER) *  1 KM DA WALL STREET *  MEMENTO *  LA DEA DEL '67 *  L'ULTIMO BACIO *  QUILLS *  15 MINUTI *  TRAFFIC *  ALMOST FAMOUS *  PEARL HARBOUR *  MORTE A HOLLYWOOD *  MY MOTHER, FRANK

Una Doppia Critica

MORTE A HOLLYWOOD
di John Waters

MY MOTHER, FRANK
di Mark Lamprell

13 Luglio 2001

Il primo film è un prodotto che pochi vedranno sugli schermi a meno di vivere in una grande città. E' il caso di "Morte a Hollywood" di John Waters, regista estremisticamente "off", underground, come si autodefinisce proprio all'interno del film stesso. E' la storia di un gruppo di cinefili underground che lotta contro il predominio commerciale delle Majors Hollywoodiane e che vuole sconfiggerle con un piano tanto folle e sconclusionato quanto geniale: rapire una diva. Questa è Melanie Griffith che nella finzione si chiama Honey Witlock. Il gruppetto di scalmanati è guidato da un regista estremista dal nome cult di Cecile B. DeMented (nome anche del titolo originale) che vuole realizzare la sua opera-pietra miliare usando proprio la star. Il film dovrà essere una documentazione sotto forma di fiction/manifesto delle incursioni reali del gruppo rivoluzionario all'interno del mondo patinato del cinema commerciale.
Bellissime certe citazioni sarcastiche di film famosi che hanno fatto la gloria del box-office. Ogni membro del gruppo si identifica con uno dei registi fondamentali, i punti di riferimento, quelli a cui guardare in quest'epoca di dominio del dollaro. Sotto la finzione giocosa e grottesca di questo film dal basso budget e dallo sviluppo narrativo spesso eccentrico, si nasconde una visione dell'arte piuttosto polemica.
Il pretesto è soltanto apparentemente una presa in giro bonaria. Hollywood viene bastonata pesantemente e proprio l'uso di una Melanie Griffith (merito a lei di avere accettato questo ruolo certamente sotto costo) ne esalta la vena graffiante e ribelle. E' difficile valutare i singoli elementi presi a sé. Questo è un film da gustare per la sua intelligenza e la sua assoluta libertà espressiva e creativa. Privo di qualsiasi cliché se non quelli di un tono e una dialoghistica che forse 15 anni fa avrebbero rappresentato una grande sorpresa. Oggi anche la satira più spinta spesso viene ricondotta sul binario del mondo integrato. Ho l'impressione che nessuno ricorderà con grande entusiasmo questo piccolo gioiellino dell'anticonformismo, e questo anche perché lo stesso regista si è un po' "ripulito" rispetto a film precedenti come "Pecker" (1998) in cui la sua follia prorompeva senza limiti. Da vedere comunque.

Il secondo film è un'anteprima che ho visto nel contesto dell'Estate Romana. Un film Australiano: "My mother, Frank" di Mark Lamprell. E' una commediola delicata e abbastanza simpatica che si avvale dell'interpretazione del premio per la migliore attrice protagonista a Venezia 2000, Rose Byrne. In fondo è una quasi sconosciuta, visto che il film che l'ha lanciata, "La dea del 1967" di Clara Law è stato visto da me e quattro altri gatti sparuti. Peccato perché ne valeva davvero la pena.
Rose Byrne, è una 22enne bellissima e molto interessante che ha vinto il suo premio a Venezia per un'interpretazione esemplare di una ragazza cieca. Qui, invece, sembra regredita, troppo infantile, guardata esageratamente con un occhio estasiato. E' l'oggetto del desiderio del figlio della protagonista (una Sinèad Cusack strepitosa) che la sogna continuamente, senza però avere quella profondità per diventare anche il nostro soggetto onirico.
Mi sembra una di quelle operazioni commerciali che cavalcano l'onda di un premio internazionale senza però rendersi conto che il grande pubblico spesso è fuori dal circuito cinefilo e che il Leone d'Oro in se stesso non porta certamente ad aumentare gli incassi. C'è da dire che la filmografia Australiana è molto interessante, ha una varietà di toni che la rende variegata. A cominciare da una comunità greca molto integrata e allo stesso tempo orgogliosa della propria identità d'origine.
Se questo film uscirà negli schermi andrà visto per le sue belle immagini stile anni '70 e per l'interpretazione della Cusack da manuale. La storia è semplice. Frank, madre di David e vedova, s'iscrive all'università per riempire la sua vita. Lo stesso ateneo del figlio. Inoltre, scopre di essere al primo stadio del morbo di Alzeimer. Il figlio, nel frattempo, lotta tra un rapporto asfissiante con la madre e l'amore segreto e incontenibile per Jenny, fidanzata del suo amico Mick. Niente di eccezionale, ma gradevole.
Tutt'e due i film sono indicatissimi per una serata di full immersion casalinga tra amici. Sembra lo spot di una catena di Videoteche, lo so, ma è forse l'unico modo che la maggioranza di voi avrà per vederli.

Luca Dresda

 


CinemaCinemaCinemaCinema...
e, quando torni a casa, niente Tv:
leggi un Buon Libro Simonelli Editore
Ne vuoi scegliere uno?
"Scarica" il Catalogo per consultarlo tranquillamente "off line"
Clicca Qui

Hai letto «Il battello dei sogni» di Marina Ceratto?
È un libro che non può sfuggire a chi ama davvero il Cinema
... e se non hai tempo di andare in libreria, nessun problema: basta una e-mail a ed@simonel.com e il libro ti arriverà a casa contrassegno senza nessun sovrapprezzo per le spese postali (queste ultime sono un nostro regalo).


Hai qualche commento da fare? Mettilo tu stesso on line
in The Web Park Speaker's Corner