L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

di Luca Dresda

 

 


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ALMOST FAMOUS
di Cameron Crowe
Con: Bill Cudrup, Frances McDormand, Kate Hudson, Patrick Fugit.
Genere: Commedia (dei Sentimenti).
Sceneggiatura: Cameron Crowe.
Nazione: USA. Durata: 120 minuti circa.

26 Maggio 2001

L'educazione sentimentale e sessuale di un giovane quindicenne con la passione per la critica musicale. William ha l'opportunità di seguire in tournée un gruppo rock in ascesa, gli Stillwater, e di vivere in prima persona le emozioni e le avventure di cui fantasticava. Questa occasione gli viene offerta da un famoso critico a cui mandava costantemente i suoi pezzi destinati ad una rivista underground. Questi riconosce subito la stoffa e il talento del giovane e gli offre questa chance di mettere alla prova le sue qualità in fase embrionale. Il tutto ambientato alla fine degli anni '60, in un epoca in cui il rapporto con i genitori era messo seriamente in discussione. Anni in cui contava prima di tutto la sperimentazione, la ricerca di nuovi punti di riferimento e lo status quo sia sociale che familiare venivano attaccati da tutti i fronti. La madre di William, donna separata, già messa a dura prova dalla fuga della figlia maggiore con il suo fidanzato, cede alle pretese entusiastiche del figlio anche se con grandi riserve e paure relative alla droga e al sesso libero. Ma non può essere che così. In un mondo dove i giovani sono arrivati a scoprire quanto è grande e pieno di tesori il mondo, nulla può un adulto con le sue regole traballanti.
L'ambientazione è d'obbligo. Oggi il rapporto tra genitori e figli è connotato da scarso dialogo, regna il silenzio, l'indecisione, la caduta degli antichi Dei. La violenza privata di cui si legge nei giornali è il sintomo esteriore di una compressione interiore arrivata a livelli di guardia. Al contrario, durante gli anni della grande contestazione radicale, si è sviluppata una ricca dialettica, forse non sempre sincera o ponderata, magari imitativa, dubbiosa, incerta, ma sempre di scambio comunicativo si trattava.
Questo film mostra un'intelligenza a volte esagerata, con una serie di dialoghi memorabili, in cui i personaggi sembrano parlare un linguaggio sovra-umano, al limite del metaforico, del metalinguistico. I loro scambi sono qualcosa di più delle semplici parole pronunciate da una madre, da un figlio, da un amico o da un'amante. Diventano formule magiche, riti propiziatori. Sembra che l'autore abbia coniato un nuovo modo di esprimersi, più incisivo, più vero, schivando con grande abilità ogni luogo comune, ogni concetto abusato, ogni stereotipo. Non è un caso che agli Oscar sia stato premiato per la migliore sceneggiatura originale, che in questo caso a mio parere significa sia inedita che creativa. E' un film che nonostante tratti un tema non sempre amato dai cinefili di razza, l'adolescenza e la sua scoperta del mondo, vi entra con una genuinità e una decisione da spiazzare ogni prevenzione e preconcetto.
Una gran bella sorpresa poi il bambino che interpreta il protagonista. Gli americani da anni non fanno che stupirci con la loro bravura. Mettiamoci anche la pressoché assenza di divi o quant'altro. E' un gioiello da vedere e magari rivedere.
Voto 8++

Luca Dresda

 


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