L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

           di Luca Dresda


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MALENA
di Giuseppe Tornatore
Con: Monica Bellucci, Giuseppe Sulfaro, Giovanni Litrico.
Genere: Sentimentale/Romantico.
Sceneggiatura: Giuseppe Tornatore e Luciano Vincenzoni (Storia).
Nazione: Italia (Con apporto Americano della Miramax).
Durata: 105 minuti

Ecco un prodotto italiano sul quale si può scrivere senza vena polemica. Un recupero delle origini Siciliane con una storia ambientata in un piccolo paesino marino, Castelcutò, nel periodo a cavallo con la fine della II Guerra Mondiale. Il parallelismo tra un moralismo voyeristico e invadente provinciale e un regime dittatoriale che limita la libertà dei suoi cittadini, è la struttura quasi perfetta in cui si muove questa storia dal sapore antico. Tornatore è, ormai indiscutibilmente, un regista di enorme valore e stile. Non è un caso se la Miramax, produzione americana da poco sbarcata in Italia con l'intenzione di sostenere i registi italiani di valore, lo abbia preso sotto la sua protezione per primo. Il suo precedente film, «La leggenda del pianista sull'oceano» (tratto dal romanzo «900» di Baricco) lo aveva mostrato nella pienezza dei mezzi e delle possibilità, con un cast internazionale di eccellente valore e con un risultato difficile da non valutare come ottimo. Qui, al contrario, torniamo ad un'atmosfera più soffusa, provinciale se vogliamo, come lo era nel suo «Nuovo Cinema Paradiso».
L'Italia che non c'è più, ma che non è del tutto scomparsa, quella della morale bigotta e chiusa di una provincia del sud, quella dell'impossibilità di vivere una vita liberamente secondo le proprie aspirazioni. Quella di una dittatura che solo qualche revisionista nostalgico può oggi definire all'acqua di rose, e invece claustrofobica, punitiva, violenta, arrogante e ignorante fino al midollo. E certo in Sicilia, terra di grandi tradizioni, il conflitto tra individuo e moralità sociale, tra un "dovere" imposto e un'esigenza di lasciar correre con orgoglio, era più forte, dava vita, e tuttora dà vita, alle tragedie popolari più intense consumate nel privato implosivo di un piccolo centro abitato.
Tornatore è bravissimo nel ricostruire gli ambienti, le situazioni i linguaggi, le movenze, quegli sguardi, forse a volte molto calcati, ma che rendono in modo sublime e chiaro l'idea di un contesto di quel genere. E poi, la fine della guerra, la caduta del Fascismo, il trasformismo coperto dagli Alleati dei capi-branco. La vita che continua nell'omertà, nei tanti rospi ingoiati, unico modo per sperare in un futuro.


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La storia è semplicissima. Renato, un bambino, s'innamora della bella del paese, la conturbante Malèna, figlia del suo insegnante di latino. Tutto il paese la nota, i maschi in estasi, le donne piene di livore e di invidia. Renato, però, coltiva questa sua passione al limite della malattia. La segue, la spia, le scruta, ruba la sua biancheria intima e passa notti insonni a vagheggiare su di lei, immaginandosi protagonista di papponi cinematografici sentimentali. Anche qui la ricostruzione in bianco e nero è eccellente.
Renato non conoscerà mai Malèna, ma non la dimenticherà mai, unica vera passione inespressa della sua vita.
Inutile dire che Monica Bellucci è inquadrata da tutti i punti di vista, vestita e spesso in sottoveste o nuda. E questa indulgenza sul suo corpo e la sua sensualità, per la verità esplosiva ma algida, non stona. Perché Tornatore non è mai eccessivo o volgare e riesce a mantenere un tocco delicato e tenero, che poi è in fondo lo sguardo del bambino. Un bambino nel periodo della maturazione d'accordo, alle prese con la scoperta del proprio corpo, con le esplorazioni quotidiane di fronte a cotanta immagine, ma pur sempre uno sguardo innamorato, quasi mistico. Malèna appare come Jane, come Giovanna d'Arco, come Madonna, nella sintesi sublime delle prospettive da cui può essere vista la sensualità femminile. E nella a volte surreale esplosione immaginativa di un bambino che ormai è un ragazzo se non un uomo.
Ma il paese non vede di buon occhio questa mina vagante, soprattutto quando si trova vedova e minaccia le sacre tranquillità dei nuclei familiari e le esplosioni ormonali degli scapoli. E prima o poi anche una dea finirà nella polvere, derisa, picchiata, umiliata e offesa. Si sa, il destino ha una predilezione per la ciclicità, e quello che ieri viveva nel silenzio e nella derisione generale, domani conquisterà la luce del sole in una rivincita sofferta e meritata. Tutti continueranno a vivere, i tempi saranno cambiati e il passato messo alle spalle. E Malèna riconquistata la sua serenità, rimarrà un astro idealizzato nella mente di Renato e forse non solo sua.
Grandi interpretazioni, una direzione perfetta, d'altri tempi, che raggiunge apici alla Sergio Leone. Tornatore potrà affrontare temi non per tutti interessanti, potrà eccedere nei sentimentalismi, avrà una visione anche smielata del mondo, ma sull'argomento "cinema" non gli si può proprio contestare nulla.
E la grande sorpresa è una Monica Bellucci bravissima, non molto intensa, ma incastonata in un quadro disegnato superlativamente per lei. Bello. Voto: 7.

Luca Dresda

 


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