L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

           di Luca Dresda


n.  1 2

LA RAGAZZA SUL PONTE
di Patrice Leconte
Con Daniel Auteuil e Vanessa Paradis
Genere: Poetico-sentimentale (c'è chi le definisce:Dramma)
Durata: 90 minuti circa

 

Ho scelto un film che è apparso un po' in sordina nelle nostre sale, e che a ragione si sta conquistando una platea sempre più ampia. Si tratta di una storia estrema, limite, a tratti paradossale (come piace a questo regista molto talentuoso), e proprio per questo aspetto anche molto poetica.
Urge una premessa, questo film forse non sarà per tutti i palati e per tutti gli umori, ma credo che contenga degli elementi narrativi e delle sequenze che riescono, secondo me, a "toccare" tutte le sensibilità.
Cerchiamo di capire il percorso del film.
Una relazione tra un lanciatore di coltelli fallito e una ragazza che tenta il suicidio su un ponte e che viene salvata dal lanciatore stesso. Ma si tratta di vero salvataggio? Lui cerca assistenti per fare da sagoma umana per i suoi lanci. E se lo sta proponendo a lei, evidentemente l'ultima sua collaboratrice non deve aver fatto una bella fine.
In fondo cosa ha da perdere una possibile suicida? Forse può solo allontanare l'agonia. Oppure vivere ad ogni spettacolo il brivido della morte. Entrambi non sembrano votati al successo. Una suicida e un lanciatore che recluta suicide da infilzare con i suoi coltelli!?
Ed è proprio qui, tra le pieghe di un rapporto tra persone marginali, che può nascondersi il seme di una pianta rigogliosa.
Ma non andrò avanti con la trama, è bello che scopriate da voi i momenti di passione e di grande energia erotica che vengono rappresentati attraverso il lancio di coltelli. Eros e Thanatos si può dire. Vita e morte. Piacere e pericolo.
L'inizio vale la pena di essere visto un po' più da vicino.
Un'intervista. O forse un interrogatorio. Lei, una Vanessa Paradis che oltre ad essere bellissima perfora lo schermo, parla di una sua esperienza. Qualcuno fuori scena gli pone delle domande. Un magistrato? Un poliziotto? Un confidente? Un confessore?
La cosa interessante di questi 7-8 minuti di quasi monologo è il senso di ricostruzione a posteriori. Quasi un tentativo di ricostruire un senso. Parla di una vita vissuta nella sfortuna, nella mancanza di amore, di rapporti felici, e di un senso di inutilità in fondo. Ma questo "documentario", è un inserto molto incisivo. Ci suscita una serie di domande senza fine, sul senso della storia.  E' tutto vero?  E' immaginazione? E' un percorso terapeutico attraverso l'elaborazione di un sogno?
O forse è soltanto un dialogo interiore tra personaggi del proprio inconscio? Non c'è risposta. Ed è questo il risultato di un buon film. Stimolare nello spettatore una serie di domande senza fornire risposte definitive.
A proposito di questo discorso, se ricordate Quarto Potere  di Orson Welles o Zelig di Woody Allen, avrete davanti agli occhi due esempi illuminanti di ricostruzione a posteriori di una personalità (ce ne sono a decine, ma questi due mi sembrano talmente oppostida formare un quadro sintetico e completo).
Il mistero nelle sue forme è sempre quanto caratterizza un esame di questo tipo. Un individuo o una sua esperienza non sono facilmente afferrabili, ecco perché è necessaria un'indagine approfondita, ma sempre con un monito in mente, quello che prenderò in prestito sempre da Orson Welles:'No Trespassing', cioè state alla larga (in soldoni) !!! Gli esseri umani sono dei mondi da non invaere se li si vuole comprendere.
Un'ultima considerazione. Su Daniel Auteil. Lo ricorderete in Un cuore in inverno di Sautet. Lì uomo anaffettivo, rigido e incapace di lasciarsi andare, qui diversamente, individuo quasi spregevole all'inizio, demoniaco, con una vena di sadismo, che però giunge ad un suo riscatto morale e psicologico grazie a questo incontro. Un attore straordinario, eclettico. Ricordare la sua interpretazione in Un cuore in inverno vi può dare la misura della sua bravura.
Consiglio la visione con una buona compagnia con cui condividere all'uscita uno scambio di opinioni, magari davanti ad un bel bicchiere di Rosso Novello. A Presto

Luca Dresda

 


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