L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

           di Luca Dresda


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RAGAZZE INTERROTTE (Girl Interrupted)
di James Mangold
Con Winona Ryder, Angelina Jolie, Whoopy Goldberg, Vanessa Redgrave
Genere: Drammatico.
Durata: 125 minuti circa

Da questo film il premio Oscar alla migliore attrice non protragonista: Angelina Jolie, un'attrice di carattere, intensa e ben diretta. Ma, a dire il vero, il film si regge sulla presenza carismatica e determinante di Winona! Ha talmente voluto che questo film fosse realizzato, da impegnarsi in prima persona come produttrice esecutiva, e da questo piccolo suggerimento capiamo anche i "cammeo" della Goldberg e della Redgrave. Potere della volontà imprenditoriale delle star hollywoodiane.
Ma permettetemi d'indugiare ancora un momento sulla straordinarietà di quest'attrice, eterna adolescente, dalla bellezza semplice, apparentemente fragile, disarmata di fronte alla vita. Voglio citare soltanto alcuni film in cui ha realizzato le sue performance: «Dracula» di F.F.Coppola, «Beetlejuice» di Tim Burton, «Celebrity» di W. Allen, «La casa degli spiriti» di Billie August, e quella straordinaria e vibrante Lady Anna in «Riccardo III» di Al Pacino (il titolo non era questo ma avrete capito lo stesso)!!!
«Girl Interrupted» rientra nel filone cosiddetto "psichiatrico", con una visione piuttosto critica verso un sistema reclusivo e ghettizzante. Siamo verso la fine degli anni sessanta, contrassegnati dalla presenza sullo scenario politico di Kennedy e soprattutto Martin Luther King, ucciso barbaramente dopo avere in qualche modo predetto la sua fine con un discorso illuminato. Susanna Kaysen è una ragazza diciottenne chiusa, inquieta, forse pessimista, che vive la crescita come spesso accade in modo cupo e distante. Il suo comportamento sessuale è tipico di quegli anni di scoperte epocali, libero, anche all'affannosa ricerca di novità, di nuovi punti di riferimento. Ma di sicuro veniva giudicato dal potere come "deviante", promiscuo. Dopo una crisi dovuta all'abuso di alcool e aspirine (tentativo di suicidio o rimedio contro il mal di testa?), Susanna viene convinta ad autorecludersi in un Ospedale Psichiatrico. Firma il proprio ricovero.
Piccola digressione. Ora, dobbiamo capire la distanza tra il nostro sistema psichiatrico e quello anglosassone. La si può evincere molto bene dal film. Mentre in Italia, la tradizione è nella negazione del male, nel suo allontanamento quasi nella vergogna di una sanità da difendere a tutti i costi. Risultato: i malati da escludere. Almeno tutto questo fino alla Legge Basaglia. Nei paesi Anglosassoni vige una dura legge di "normalizzazione" del cosiddetto insano di mente. Per cui lo si sottopone alle cure in virtù di una convinzione "moralistica" molto medicalista, a tratti colpevolizzante. Chi ha visto «Qualcuno volò sul nido del cuculo» si è reso conto della dura lotta che si è sempre combattuta contro l'oppressione dei presunti "normali" verso le varie deviazioni. In questo contesto, «Ragazze interrotte» aggiunge qualcosa di nuovo, di moderno. Nonostante la storia sia tratta da fatti reali, e l'ambientazione sia negli anni '60, riesce a fare finalmente dialogare la paziente con il proprio "carneficie". E dal rapporto terapeuta - (una Redgrave un po' sottotono) - Susanna, ma soprattutto dal forte legame con la ribelle Lisa, nasce un nuovo desiderio. Desiderio di vita, di autorispetto, di crescita.
Difficile non vedere comunque una imposizione del sistema sulla cosiddetta cura, e difficile non sorridere della diagnosi definitiva "struttura borderline" poi alla fine "curata"... La forza del film sta nell'emozionalità, nella quasi assenza di parentesi di retorica patetica e forzatamente commovente, e soprattutto in una ricostruzione di una personalità attraverso un'immersione senza alcuna limitazione.
Mi ripeterò dicendo che è molto merito di Winona Ryder, ma un personaggio del genere, questo caso di ottusità nella diagnostica ospedaliera (come se il solo ricoverarsi faccia di una persona un "pazzo", e non si contempli la voce: errore), è delicato, pieno di sfumature, ma a tratti scomodo, non luminoso. Non voglio entrare nella storia per rispetto di chi vuole andare a vedere il film, e anche di chi può avere la possibilità di commuoversi senza pensare di esserci stato portato con furbizia dal regista.
Lo consiglio vivamente!
Voto 7+ ma con un 9+ a Winona Ryder, splendida come soltanto in Lady Anna l'avevo vista prima.

Luca Dresda

 


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