L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

di Luca Dresda

 

 


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1 KM DA WALL STREET
di Ben Younger
Con: Giovanni Ribisi, Vin Diesel, Nia Long, Ben Affleck.
Genere:Drammatico.
Sceneggiatura: Ben Younger.
Musiche Originali: Gorge Fenton. Nazione: USA Durata: 120 minuti circa.

È con un certo piacere che scopro questo esordiente nato nel 1973 e prodotto da una casa che fa una politica mirata alla qualità e non (per adesso) al prodotto preconfezionato stile Majors. Mi crea un certo disappunto invece dover constatare che anche nel campo dei prodotti non multimiliardari abbiamo tutto da imparare dal fiuto e dalle capacità degli Yankees. Questo è un film maturo, pieno di qualità eccellenti, un ottimo manuale di come si possono assemblare musiche e montaggio moderni e hip-hop su una sceneggiatura in un certo modo più classica.
Film sulla borsa e sugli Yuppies ne sono stati fatti molti, dalle commedie come "Una Poltrona Per Due" a film come "Wall Street", e tutte mettevano il dito sull'assurdità di una vita spesa all'insegna del Dio Banconota. La retorica del buonismo nei sentimenti è sempre lì in agguato, pronta a colpire e stupire. È sempre facile disegnare come insulso e spietato un uomo d affari, un individuo alla ricerca del successo e della ricchezza facili. Difficile è entrare dentro questo mondo e sviscerarlo senza mezzi termini, con cinica lucidità, rendendo forse un servigio maggiore a quanti ne sbandierano l'immoralità e la pericolosità. Il contrasto tra il contesto dei Broker e la musica Rap nera è poi il massimo dell'effetto. Con poco, basta crederci. Sembra una banalità ma la trovo una scelta coraggiosa e anche estremamente creativa.
La storia è piuttosto complessa. Seth è un giovane ebreo che lascia il College per rincorrere un sogno: fare soldi facilmente, senza lavorare. O meglio, senza fare i soliti lavori. Ed è proprio quest'avidità che lo allontana sempre di più da suo padre, Giudice Federale rinchiuso nel suo ruolo di uomo integerrimo fino a rasentare la crudeltà col figlio. Seth mette su una bisca clandestina in casa, dopo aver spacciato cocaina e un incontro con un uomo tanto ricco quanto misterioso lo porterà ad inserirsi in una piccola società di Brokeraggio. Sembra proprio quello che ci vuole per accondiscendere ai desideri del padre. Finalmente crede di poter riconquistare il suo affetto (quello che in fondo il padre non è mai stato capace di dimostrare. Avete presente no? Un padre troppo rigidamente concentrato su quello che si deve o non deve fare per dare una carezza...). Tutto sembra filare liscio. I soldi si avvicinano. L'amore sembra sbocciare. Ma no, la via della "redenzione" è sempre funestata di qualche tragedia e Seth è troppo brillante e curioso per non accorgersi che qualcosa di strano ci deve pur essere in una Società che garantisce guadagni bel al di sopra dei limiti che le leggi stabiliscono per le Commissioni dei Broker. Tutto sembra crollargli addosso. Il motto del suo giocatore di Basket preferito, "per diventare ricco o devi spacciare cocaina o fare il canestro vincente", rimane come un'eco indistinta nelle sue orecchie. L'FBI sta indagando e incastra proprio Seth, forse per questa sua evidente superiorità rispetto alla media. Da qui la risalita e il riscatto.
Una storia con dialoghi essenziali, come sempre in USA, che vanni diritti al sodo, senza scene inutili, sbrodolamenti intellettuali o lunghe pappardelle moralistiche. Solo un attimo di tentennamento retorico quando Seth e il padre si ritrovano nell'ufficio dei Federali entrambi coinvolti nella storia e riescono per una volta a comunicare. Breve, ma forse imposto dalle leggi del commercio.
Devo inoltre far notare che il doppiaggio italiano ci restituisce dei personaggi a volte un po' finti, troppo machi, esageratamente tronfi e pieni di sé, ma credo che in americano questa sensazione si smorzi perché lì queste qualità sono meno disapprovate in un uomo che da noi. Sì, sopravvive il mito del self made man, dell'eroe coraggioso che riesce ad arrivare al top partendo dal nulla. In Italia tutti sappiamo che se non sei qualcuno alla nascita hai poche probabilità di diventarlo prima di disparire. È una società diversa.
Consiglio caldamente questo film a tutti. È un grande manifesto sul nuovo Yuppismo deleterio, che ormai viaggia sui binari dell'illegalità diffusa e in uno sprezzo della vita altrui senza paragoni con quelle figure quasi comiche che erano i parenti degli anni '80. Ma il culto del Dio Dollaro non è morto e non credo che avrà mai fine. Soprattutto questa fame di fortune facili, senza sudore, senza scuole, corsi, master e simili, si diffonde a macchia d olio in tutto il mondo, mostrandosi in tutta la sua voracità nelle Borse e in tutto ciò che vi ruota attorno.
Bello, intenso, giocato su un ritmo di montaggio modernissimo, giovane, senza tanti fronzoli. Ecco, forse il limite di questo periodo storico è un eccesso di velocizzazione anche nell'arte. I film risentono molto della costruzione televisiva, dei Videoclip e degli Spot pubblicitari, rischiando forse nel complesso di perdere di vista l'enorme potenzialità evocativa e comunicativa del silenzio e delle esitazioni. Ma non è questo il caso.
Voto 8+

Luca Dresda

 


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