L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

di Luca Dresda

 

 


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SPY KIDS
di Robert Rodriguez
Con: Antonio Banderas, Carla Cugino, Daryl Sabara, Alexa Vega, Alan Cumming, George Clooney.
Genere: Spy Story favolistica.
Sceneggiatura: Robert Rodriguez.
Nazione: USA. Durata: 88 minuti circa.

5 Settembre 2001

Ho da un po' di tempo abbandonato la linea per cui recensivo soltanto i film che avevo apprezzato o quelli che possiedono ottime qualità cinematografiche. È giusto spaziare, e avvicinarsi anche a quei film definiti ‘blockbuster’, costruiti per il grande pubblico, per il consumo di massa.
Le premesse ci sono. Il regista è una "creazione" di Quentin Tarantino, che ha debuttato con un film controverso e per certi versi già "cult" come «El Mariachi». Uno dei protagonisti è quell'Antonio Banderas che ormai ha dimostrato in tutte le salse il suo valore artistico. Un film chiaramente per i bambini anche nei propositi, ma non per questo, mi dico, rivolto solo ad essi e/o ai loro genitori.
La storia è abbastanza semplice: due spie di altissimo livello si innamorano una dell'altra e dopo il matrimonio decidono di mettere su famiglia e di ritirarsi dalla professione attiva. Ovviamente i figli ignorano tutto, ritenendoli anzi due genitori piuttosto banali e noiosi. Un evento inquietante come la fuga di un furfante noto, e la sparizione di alcuni loro colleghi, insinua il tarlo della ri-discesa in campo. A questo punto, gli anni di vita sedentaria da genitori ordinari si fanno sentire e i due vengono facilmente catturati dal genio del male (Un Alan Cumming molto bravo anche se sopra le righe e a tratti disorientato).
Cosa succede a questo punto? I due figli vengono a conoscenza dei segreti di famiglia da uno zio che zio non è, e improvvisamente si trovano nel mezzo dell'azione. Costretti ad improvvisarsi spie, troveranno quell'unione che non avevano mai avuto e manifesteranno qualità insospettabili. Si sa che i geni fanno la loro parte, le teorie americane più in voga lo affermano da anni con buona pace delle case farmaceutiche, e il finale riserva sorprese da favola con tutti i crismi. La morale finale è delle più scontate e melense, e il film finisce in un imbarazzo piuttosto palpabile.
Un film per bambini non deve essere per forza un videogioco dai grandi effetti speciali e con discorsetto etico conservatore finale. Un bambino per quanto martellato dalle pubblicità dei giocattoli più svavillanti, e da messaggi di educatori e simili sul buon comportamento e i "valori", non è mai un demente, e tanto meno i genitori che li accompagnano. Mi sembra che l'adulazione di Hollywood abbia dato un po' alla testa a Rodriguez che conferma un mio dubbio di fronte alla parte finale del suo primo film: forse siamo di fronte ad un regista un po' confuso e caotico, dove il segno principale è l'aggrovigliarsi della narrazione ed un gusto un po' splatter e grottesco fine a se stesso.
In questo papocchio alla cartoon, il suo gusto per l'estremo surreale si realizza senza stonare, ma svuotando di interesse un film che nelle premesse sia soggettistche che attoriali aveva buone potenzialità.
Da evitare, se non costretti dai propri figli.
Voto 4

Luca Dresda

 


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