L'occhio indiscreto
Poltronissima di Prima Visione

di Luca Dresda

 

 


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APOCALIPSE NOW - REDUX

di Francis Ford Coppola

Con: Martin Sheene, Robert Duvall, Marlon Brando, Tennis Hopper, Frederic Forrest, Harrison Ford.

Genere: Guerra/Psychedelic Movie.

Sceneggiatura: John Milius e Francis Ford Coppola.

Nazione: USA.

Durata: 200 minuti circa (l'originale 150 minuti circa).

27 Novembre 2001

La tendenza al restauro e alla riproposizione nelle sale cinematografiche di capolavori del passato, ci sta proponendo anche uno stimolo per una discussione di cui è difficile vedere la fine.
Il regista, una volta che il suo prodotto è diventato simbolo ed è entrato nell'immaginario collettivo dei fruitori di cinema, ha il diritto di rivedere il montaggio e dare "finalmente" vita al film che aveva in mente indipendentemente dai compromessi commerciali che ha dovuto fare con produttori o distributori?
È giusto prendersi questa rivincita?
Abbiamo già assistito a molti "Director's cut", il più famoso dei quali è certamente «Blade Runner», ma la domanda è: a chi giova quest'operazione? Al regista, al pubblico o è soltanto un' operazione commerciale?
Io personalmente ritengo che un film culto ha di per se stesso creato una sua iconografia, un linguaggio e una infinità di associazioni fantastiche di riferimento tali nel pubblico da diventare proprietà non più di chi l'ha fatto ma di chi l'ha fruito. E' un bene dell'umanità, come lo sono tutte le opere d'arte, e per questo motivo non va alterato né danneggiato. Il restauro delle copie originali dei film che tanti grandi registi finanziano (grande lo sforzo per esempio di Martin Scorsese) va in questa linea. La tendenza alla presentazione dei "Director's cut" invece serve soltanto a sostenere una grande operazione commerciale e dibattiti tra addetti ai lavori che non superano le quattro mura in cui vengono svolti.
La cultura cinematografica ha certamente bisogno di porsi delle domande sui se e i ma dei capolavori. Se invece di Martin Sheene ci fosse stato Harvey Keitel... Se Coppola non si fosse impegnato tutto per portare a termine il film e avesse dovuto piegarsi alle esigenze di un produttore... Se avesse presentato questa versione nel '79... ?
Tutti quesiti che devono animare la mente di ogni studioso di cinema, ma che poco possono influire sul risultato finale, l'incontro tra un pubblico pagante e un prodotto filmico. Apocalipse Now è e resterà uno dei migliori film contro la guerra della storia del cinema. A pochi altri il merito di essere un gradino sopra. «Orizzonti di Gloria» e «Full Metal Jackets» di Kubrick tra tutti. E' un film di cultura psichedelica, e non solo per la scelta dei Doors all'inzio del film (This is the end) accostati poi ad un Wagner (La Cavalcata delle Valchirie) quasi surreale durante un attacco aereo, ma per la continua presenza di visioni e suggestioni improvvise che si situano al confine tra realtà e immaginazione, tra flash emotivi e fuochi di passioni represse dal terrore, in un continuo alternarsi di acqua e fuoco nel dominio della natura. La cultura "fricchettona" dei figli dei fiori e degli indiani metropolitani ha influenzato in modo totale la costruzione di questa storia basata in gran parte su «Cuore di Tenebra» di J. Conrad.
Il motivo centrale del film è questa imbarazzante conversione psicologica e morale del colonnello Kurtz, un benemerito, un esempio per tutti, un uomo-simbolo di quell'America che tiene sempre alti i propri colori. Questa crisi di coscienza sconfinante in una forma di schizofrenia, mette a dura prova il fragile impianto su cui si fonda la guerra in Vietnam. E' impossibile accettare che il figlio migliore di una cultura che si ritiene sana, si ammali e usi il meglio della propria formazione per dissacrare e sminuire proprio quella cultura da cui è nato. E' il duro gioco dei duri. Ma Kurtz ha in sé un nocciolo di verità imprevista e imprevedibile. Il suo cammino assomiglia vagamente a quello di uno sciamano, visioni, poesia, romanticismo, grande amore per i suoi simili e allo stesso tempo esplosioni di efferata sete di sangue. L'odore di morte e decadenza che si respira nei luoghi guidati da questo individuo-Totem è lo specchio di un'umanità che si è spontaneamente e deliberatamente gettata nel baratro dell'autodistruzione.
L'abisso e l'apocalisse sono presenti costantemente in Apocalipse Now, viaggio allucinato in un mondo in cui la radicalità delle manifestazioni naturali confinano con l'abominio umano. Kurtz sa che sarà ucciso, conosce il suo destino e non si sottrae. Prima però umilia il suo carnefice al punto da rendere la sua uccisione un quasi atto di suicidio.
La versione Redux non cambia di molto la forza del film, ma aggiunge 49 minuti che forse avrebbero potuto far parte di un capitolo "scene non montate" in un cofanetto Natalizio di un DVD molto curioso. Invece, la tendenza ad autoindulgere sulle proprie preferenze e sui propri gusti particolari di ogni artista, ci restituisce un film in gran parte stravolto nel senso. Coppola ha rimontato il film partendo dal girato, dai cosiddetti giornalieri, e così, anche rispettando il montaggio originale, ne ha modificato inevitabilmente i rapporti. Anche laddove i tempi siano cronometricamente gli stessi, alcune aggiunte fanno di questo film più un film sulla guerra in particolare che sul percorso spirituale degli individui alla ricerca della verità. Aggiungo anche che il nuovo doppiaggio ci ha sconsolatamente restituito un Marlon Brando dalla voce meno inquietante e profonda. Ma il doppiatore originale, il grande Sergio Fantoni è piuttosto malato oggi e la nuova voce, Ennio Coltorti, anche se notevole non può competere neanche per gioco. Peccato.
Concludendo, voglio dire che qualsiasi sia il giudizio su questa versione di Apocalipse Now, nessuno può pensare di perdere l'occasione così rara di vederlo sul grande schermo.
Voto 9- (all'originale 10)
Da Vedere in ogni caso.

Luca Dresda

 


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