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Pescara, 22 Ottobre 2018

L'INSEDIAMENTO DEI NORMANNI IN ABRUZZO
E LA "DOPPIA FACCIA"
DI UGO MALMOZZETTO

    I Normanni fanno la loro comparsa nell'Italia meridionale nel 1017 come mercenari feroci e particolarmente efficaci al soldo di Melo, Signore di Bari, nella sua guerra di indipendenza nei confronti dell'Impero Bizantino; ed una volta arrivati, non se ne vanno più, riuscendo in appena mezzo secolo a dominare la Calabria, la Puglia e la Lucania.
    In Abruzzo la conquista normanna è documentata a partire dal 1061, quando un capitano delle truppe di Roberto di Loritello (braccio destro del famoso Roberto il Guiscardo, il più grande condottiero normanno di tutti i tempi, secondo le fonti storiche coeve e successive), noto come Ugo o Ugone detto Malmozzetto (cioè "brutto ceffo") si insedia ad Ortona e da lì inizia una serie di aggressioni violente e vittoriose ai danni dei Signori e degli Abati dell'Abruzzo costiero e pedemontano; padre di sette figli maschi, ne stabilisce uno in qualità di Duca in ogni punto strategico aggredito, con il progetto di farne poi nel giro di qualche anno un Conte, secondo la gerarchia del potere feudale che si era andata delineando nel corso dell'XI secolo e che si andrà definitivamente codificando grazie ai Normanni stessi; in base ad essa i Capitani particolarmente abili in battaglia e distintisi per un discreto numero di assedi vittoriosi ottenevano il titolo di Duci, o meglio Duchi (considerando la pronuncia sorda che ancora caratterizzava le gutturali), ed avevano in affidamento temporaneo i territori conquistati; dopo aver dimostrato di possedere accanto alle qualità militari anche quelle governative, assurgevano direttamente al rango di Conti, acquisendo il diritto di tramandare titolo e territori ai propri eredi, salva l'approvazione del Re.
    Con questa prospettiva, dunque, il Malmozzetto alla testa di un nutrito gruppo di soldati normanni dà inizio all'espansione della sua casata in Abruzzo e si dirige subito verso nord; nel 1066 attacca Penne e la occupa, spodestando l'assente Conte in carica, Bernardo o Berardo di antiche origini franche; questi, infatti, si era già rifugiato nel Monastero di San Bartolomeo di Carpineto (di cui oggi resta la splendida chiesa madre sulle sponde del fiume Nora nel territorio municipale di Carpineto della Nora, appunto), fatto costruire nel 962 dal suo antenato omonimo e da cui in quello stesso 1066 egli aveva scacciato i Monaci, occupandolo con tutta la sua Corte probabilmente in attesa e per timore dell'assedio normanno della sua città. Avutane notizia, Malmozzetto si porta all'assedio dello stesso Monastero, costringendo il defraudato Conte alla fuga e liberando il Monastero dagli intrusi laici; successivamente vi richiama e riunisce i Monaci esiliati, ponendoli direttamente sotto la sua protezione personale.
    Fu così che nella "Cronaca" del Monastero di San Bartolomeo, redatta alla fine del secolo successivo dal Monaco Alessandro sulla base dei documenti conservati nell'archivio abbaziale, il condottiero normanno viene descritto come un uomo giusto e magnanimo, amico di Dio e dei Cristiani, generoso, forte e molto bello, a dispetto del suo soprannome.
    Nella coeva Cronaca di un altro Monastero non molto lontano da questo, cioè quello di San Clemente a Casauria, redatta anche in questo caso da un Monaco sulla base di quanto tramandato nei documenti d'archivio, si ha invece del Malmozzetto una descrizione opposta, che è poi quella più nota: un ometto deforme, sfregiato nel volto da una lunga cicatrice obliqua, iracondo e violento, appassionato di stragi e stupri, ignorante e puzzolente. Interessante a questo riguardo è considerare che tra lui ed il potente Abate casauriense si ingaggiò da subito un'aspra contesa per i vasti territori del Monastero, fatta di vere e proprie battaglie e rappresaglie militari, culminata con l'assassinio del Capitano normanno.
    Ma di questo affascinante episodio parlerò meglio in un prossimo articolo.
    Oggi, presentando la discrepanza importante tra le uniche due fonti letterarie che ci hanno tramandato il ricordo di questo importante condottiero normanno, intendo sottolineare quanto sarebbe utile trovare qualche notizia "terza" su di lui, per avere un'idea quanto più possibile tendente al vero e completa di lui. Sulla base, infatti, delle notizie neutrali che è possibile estrapolare dalle due Cronache monastiche, si può affermare ben poco sul conto di questo personaggio storico: era un Capitano normanno, divenuto prima Duca e poi Conte grazie alle sue conquiste nell'Abruzzo costiero; aveva sette figli maschi; era un bravo comandante, probabilmente anche piuttosto feroce alla maniera dei Normanni, se lo hanno soprannominato Malmozzetto, ma nulla più.
    Non sappiamo dov'era nato, di chi era figlio, se si era convertito al Cristianesimo, perché era stato scelto da Roberto di Loritello come avanguardia nella conquista dell'Abruzzo, non sappiamo se era analfabeta o erudito, né dove sia stato sepolto dopo la sua morte; non conosciamo nemmeno i nomi dei suoi figli.
    Lancio perciò un appello ai miei colleghi, studiosi o appassionati di storia medievale: se trovate qualche altra notizia documentata su Ugo Malmozzetto, magari in qualche documento sepolto in qualche archivio o negli scritti di qualche Cronista normanno coevo o successivo, contattatemi e collaboriamo alla ricostruzione di una figura storica importante non solo per l'Abruzzo, ma anche per la comprensione della diffusione della civiltà norrena in Italia.

    Chiara Zuccarini






















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