L'ISTRICE


Quando le notizie pungono


Le Rubriche


 

Sommario

Libri

SeBook

Ex Libris

Dialettando.com

Home Page Simonel

The Web Park Speaker's Corner

   

 

n. 1 - 2 - 3 - Pescara, 9 Marzo 2016

Cotilia
e l'ombelico
del mondo antico

Le fonti storiche manoscritte ed inedite sono una lettura affascinante e ricca di aneddoti e notizie al limite della mitologia o della fantascienza, e che proprio per questo motivo possono ispirare ricerche appassionanti, volte a dimostrarne il fondo di verità o a confutarle del tutto.
Dal I Volume degli «Annali degli Abruzzi» di Anton Ludovico Antinori (uno storico annalista del XVIII secolo per il quale rimando alle esaustive e precisissime notizie presenti in wikipedia) provengono queste informazioni, che lui stesso trasse dagli scrittori del I secolo e che sono parzialmente supportate, oggi, dalle indagini archeologiche.
L'ombelico del mondo antico, situato nell'Italia centrale, è stato nel corso dei secoli variamente identificato, e tra le attribuzioni meno note c'è quella di Plinio il Vecchio e di Seneca del I secolo che lo indicarono nel Lago di Cotilia, oggi Lago di Paterno vicino Cittaducale, presso cui i Romani costruirono un famoso complesso termale, sfruttando le sorgenti sulfuree dette, appunto, "aquae cutiliae".
Sia il nome del lago che quello delle sorgenti e, per estensione, delle terme, provengono da un antico insediamento italico, le cui origini si perdono nella notte dei tempi: la leggendaria città di Cotilia, fondata ed abitata dagli Aborigeni, una mitica popolazione autoctona chiamata così dagli scrittori latini per indicarne la lontanissima origine; dopo la guerra di Troia, che gettò nel caos la Grecia e l'Asia Minore e causò l'emigrazione di molti popoli orientali verso le coste italiane, giunsero a Cotilia i Pelasgi, cioè la popolazione di origine levantina proveniente dal mare che gli scrittori latini hanno sempre descritto come l'elemento mediorientale che concorse, insieme con quello italico stanziale, alla creazione del popolo romano (vedi l'Eneide di Virgilio).
Accolti dagli Aborigeni (come solo i popoli italici hanno sempre saputo fare, mi viene da dire), i Pelasgi si adattarono alla nuova terra con tale velicità che nel giro di una generazione sottomisero i loro ospiti, imponendo anche la loro feroce religione.
Nel centro del Lago di Cotilia, infatti, erano situati degli isolotti di origine vulcanica, le famose Isole Cotilie, ritenute dagli Aborigeni abitazione divina poiché si spostavano continuamente sospinte dal vento e dalla marea lacustre; vi si svolgevano dei riti ciclici annuali, esclusivo appannaggio della classe sacerdotale, e che, con lo stanziamento pelasgo, divennero sacrifici umani, con le vittime designate naturalmente tra gli Aborigeni sottomessi; questo rito brutale, ma familiare alle popolazioni orientali e mezzo di controllo terrorifico da parte del popolo conquistatore, venne infine abbandonato grazie all'intervento di Ercole, l'eroe italico civilizzatore per eccellenza, che sostituì alle vittime umane dei simulacri di cera.

Chiara Zuccarini






















© Copyright Simonelli Editore - All the rights are worldwide reserved