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Pescara, 30 Novembre 2017

USI E COSTUMI MEDIEVALI:
IL MORGINCAP

    I cosiddetti Popoli Barbarici, che hanno di fatto connotato il Medioevo italiano e secondo la posizione di qualche studioso lo hanno addirittura fatto iniziare, ci hanno lasciato una serie di eredità linguistiche, legislative, folkloristiche ed artistiche che meritano divulgazione e consapevolezza, se non altro per capire quanto profondamente articolata e ricca sia stata la nostra storia medievale.
    In Abruzzo due popoli hanno intriso la base romana pregressa: i Normanni, a cui dedicherò i prossimi contributi, e prima di loro i Longobardi, la cui formidabile impronta di civiltà ha resistito per secoli al naturale processo di assorbimento ed osmosi culturale a cui l'Italia è sempre stata vocata.
    A questo proposito riporto per esteso un brano tratto dal VI Volume degli Annali degli Abruzzi di Anton Ludovico Antinori (XVIII secolo), in cui l'Autore cita ancora nel 1044 (circa quattro secoli dopo l'invasione dell'Abruzzo da parte dei Longobardi del Ducato di Spoleto) un'usanza tipicamente longobarda, tanto da conservarne ancora il nome originario: il morgincap.

    "1044. Una grande donazione alla Sposa fatta in Penne si rendette memorabile presso gli Scrittori legali, e antiquari. Nell'Ottobre alla presenza di tre Testimoni Bernardo, Giovanni e Ardovino, Giovanni figlio del morto Domenico, assegnò e diede a Mizza figlia del morto Giovanni, e sua Moglie la quarta parte de' beni che aveva in proprietà, e fino ch'egli potesse acquistare nel territorio Pennense nel luogo detto di Salajano, e nella Marca Fermana, e in qualunque altro luogo del Regno longobardico, tanto di case, terreni, vigne, campi, prati, paschi, selve, salceti, canneti, uliveti, ficaje, pomari, alberi fruttiferi, e infruttiferi, ripe, acque, loro corsi, robe censite, e manuali in monti, o in piani; di Castelli, Città, e Chiese, co' loro ornamenti, e pertinenze, e molini; servi, cavalli, giumenti, buoi, vacche, animali minuti, ori, argenti, ferri, rami, panni di lana, di lino, di seta, in somma di tutti i beni mobili, o stabili. Tutto per iscrittura da essere presentata alla presenza de Parenti ed amici comuni nel giorno seguente alla notte nuziale, giorno de loro voti, in segno di quanto a quella sua donna egli aveva dato di solo e mero proposito per Morgicap. Era così denominato quel donativo, che si faceva alla sposa pel consenso di giacere la prima notte col marito. Era detto pure Morgengeba, Morgangiva, e Morgingaple, forse dalle voci Alemanniche Morgin significante il mattino, e gab significante donazione; quasi dono matutinale dopo la prima notte in guiderdone della verginità, di cui aveva goduto lo sposo. E dal Re Liutprando era stato tassato a non potere eccedere la quarta parte degli averi del marito; dono per altro, che restava in puro arbitrio di lui, e che aveva luogo fra i soli di nazione, o di legge longobardi; ma che si prometteva prima della consumazione del Matrimonio, e si consegnava nella mattina seguente. Aveva esso origini più lontane. Fra i Germani fin da tempi di Tacito il marito offeriva la dote alla moglie, e in quella succedevano i figli nel caso di morte violenta, a lei data dal marito; anzi un tal costume d'esser le Donne dotate dallo Sposo, si vede usato presso dei popoli più antichi, e si ricava dai Libri Sacri, e dagli Scrittori profani, cominciando da Omero. Quindi presso de Romani e di altri, sebbene con varie modificazioni, delle quali una è il Morgincap-premio della Vergine deflorata e dell'involata pudicizia; del quale precisamente cantò Giuvenale. In niuno forse si troverà promessa, tanto sovrabbondante, quanto nella fatta da Giovanni di Penne".

    Chiara Zuccarini






















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