Pensierini da Napoli
di Daniela Di Santo

Rubrica settimanale - Ogni giovedì una nuova puntata    n.16


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LA FOLLA - E' strana la folla a Napoli. E' disordinata, imprevedibile, rumorosa. Non sto parlando solo di quella che si trova nei vicoli storici, dove per forza di cose la gente vive in strada, non avendo spazio a sufficienza nelle case, ma della folla che è possibile trovare dappertutto, in qualunque quartiere di qualunque tipologia. I marciapiedi (ora più liberi dai rifiuti accalcati vicino ai bidoni e dalle macchine) servono solo a pochi. Quasi un riflesso condizionato continua ad essere corsia preferenziale del pedone la strada.
Sembra un controsenso, lo so. Ma come, penserete, col traffico che c'è?! E chi dice che questo non dipenda, in parte, anche da questo? Insomma, non è difficile dover evitare all'ultimo secondo un signore che cammina solitario a lato della strada, senza badare alle automobili che sfrecciano!
E' così anche a piedi. Improvvisamente il flusso si blocca. perché? C'è forse un negozio che espone i saldi? O qualcuno si è sentito male?
Niente di tutto questo: semplicemente due amici si incontrano e si fermano a parlare al centro del marciapiede, costringendo gli altri a deviazioni acrobatiche. Così come il flusso di chi sale non è necessariamente parallelo a quello di chi scende. Nel senso che è facile scontrarsi con qualcuno che procede nel senso opposto, mischiato alla folla, disordinata nel percorso, nella direzione, nelle soste.
Il ritmo del passo non è costante. Per alcuni è incomprensibilmente lento, altri corrono compiendo arditi slalom tra la folla, altri ancora camminano per un po', si fermano, parlano e poi riprendono a camminare, fino alla prossima sosta.
E poi i rumori! Camminare per strada comporta il sottostare ai rumori più diversi: il clacson delle auto (costantemente in azione per qualunque ragione, dal sollecito al movimento alla contestazione); il ritornello dei bancarellari che invitano ad avvicinarsi alla propria merce (oggi si sono evoluti: alcuni hanno il megafono!); il chiasso di alcune marmitte non proprio, come dire, "normali"; il richiamo tipo "citofono aperto" di chi chiama per farsi aprire il portone (e sì accade anche questo) o per cercare l'attenzione dell'amico che procede sul marciapiede opposto; la voce della gente che, un po' per necessità un po' per abitudine, tenta di sovrastare gli altri rumori per poter discutere con chi si accompagna (perché parlare è quasi vitale per un napoletano!).
A Napoli avere fretta non è consentito, salvo essere esperti e pratici al punto da evitare all'ultimo secondo spallate, intuire il tipo di persona che ci precede per prevederne le mosse, o cercare di non farsi investire scegliendo la via della strada, a questo punto, l'unico percorso "a rapida percorrenza"!
Ora, immaginate, in tutto questo trambusto, dover evitare anche gli scippi?! E poi dicono che non è vero che Napoli rappresenta l'unica e vera scuola di vita! Figuriamoci!

(16.Continua)

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