Pensierini da Napoli
di Daniela Di Santo

Rubrica settimanale - Ogni giovedì una nuova puntata    n.9


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LO SCIPPO - È inevitabile che parli dello scippo, trattando di Napoli. Anche in questo caso, però, lo scippo non è prerogativa partenopea. Ciò che invece lo rende tipico è lo stile e il modo con il quale viene perpetrato. In tanti anni, sono stata derubata una sola volta del portafoglio e da allora ho imparato la lezione. Mi trovavo in quei vicoli caratteristici, alle spalle di piazza Garibaldi, intasati da banchi per la vendita di ogni tipo di oggetto (a tal proposito una piccola nota: chi pensa che la moda dell'abito usato venga dagli Stati Uniti, non è mai stato a Napoli). Giravo in quella zona, stringendo saldamente a me la borsa. Non so dire come, quando o chi, forse approfittando di un momento di distrazione, ma quando sono tornata a casa, il mio portafoglio era sparito. Da allora cammino con la borsa bene in vista e poco protetta, lasciando così un messaggio implicito: «Vedete? Non c'è niente da rubare!». E pare che sia un ottimo metodo (ma, vi prego, non provate ad usarlo: non è un metodo scientificamente provato!) e quando decido di gironzolare per i vicoli, mi travesto, indossando quanto di più semplice riesco a trovare e mi svesto di qualsiasi cosa sia o sembri oro.
Può sembrare una ingiusta costrizione, ma lo sarebbe se mi privassi del piacere di visitare quei luoghi, solo perché in giro c'è qualcuno che non riesce a tenere le mani a posto. Inoltre, infilo i soldi in ogni tasca disponibile, meglio se si tratta di tasche di jeans, e cerco di non comprare molto, per non lasciar credere che sono provvista di una certa quantità di contanti.
Vi starete chiedendo: ma a che serve "mostrare" di non avere denaro?
Ebbene, lo scippatore è un vero artista. Si allena, individua la vittima, la segue ed esegue il crimine aspettando il posto più adatto, di solito una zona particolarmente trafficata ed in cui confluiscono più vicoli. Al primo attimo di distrazione, agisce, molto spesso affiancato da un complice. Ma vi sono altri modi di rubare.
Non starò qui a descrivervi i famosi "pacchi", ossia la disdicevole abitudine di vendere un oggetto ad un dato prezzo e poi consegnare al cliente una scatola in cui l'oggetto in questione è stato sostituito con ben altro. Anni di cinematografia (chi non ricorda i film di Totò ?!) hanno ampiamente mostrato il metodo. Purtroppo è un'abitudine non ancora morta. Ed è per questo motivo che mi è difficile acquistare un qualcosa, senza prima dare una sbirciatina all'interno della scatola, per sicurezza. Ma lasciate che vi descriva uno scippo a cui ho assistito personalmente.
Innanzitutto proverò a descrivere la zona in cui l'episodio si è svolto, proprio per dare modo di poter ammirare il coraggio e la "faccia tosta" del ladro. Via S. Lucia, traversa laterale, in prossimità dell'ingresso al pubblico della Regione Campania. Di fronte la sede di una banca. Ma è importante segnalare la collocazione delle forze dell'ordine presenti: automobile Carabinieri (quattro militari) e furgoncino della Polizia (sei poliziotti), fermi all'ingresso della traversa. Guardie giurate (due) nei pressi dell'ingresso della Regione Campania e guardia giurata (una) di servizio all'ingresso della banca. Lo so, quale folle ha pensato di scippare qualcuno in questa situazione ed illudersi di farla franca? Uno c'è stato e, non solo, ma ne è uscito indenne!! Ma vengo al punto.
Il ladro, un ragazzo sui venti anni, si avvicina alla vittima su una vespa il cui motore è certamente modificato, a giudicare dal rumore assordante della sua marmitta (che è poi stato ciò che ha attirato la mia attenzione). L'assurdo: neanche un po' di discrezione! La vittima è un uomo, sui trenta , che è appena sceso dal suo motociclo ed ha posato la borsa ventiquattrore sul sediolino dello stesso, il tempo necessario a fissare la catena.
Attenzione: il motociclo è parcheggiato nelle immediate vicinanze dell'ingresso della Regione Campania, dove - ricordate ? - si trovano le due guardie giurate. Il ragazzo arriva di corsa, prendendo al volo la borsa ventiquattrore. L'uomo si accorge subito dell'accaduto (che volete: si impara con il tempo a restare all'erta, in ogni momento!) e trattiene come può la borsa, strattonando il ragazzo, che cade dalla vespa. Nella migliore delle tradizioni, a questo punto, il ragazzo avrebbe dovuto essere fermato e condotto da qualche parte. No. I due, invece, cominciano a litigare, tirando ciascuno a sé, la borsa. (Le guardie? Neanche l'ombra!)
- Lassame sta' (Lasciami stare) - dice il ragazzo.
- Ladro! Io ti denuncio. Dammi la borsa. In galera ti mando!- risponde l'uomo.
- Ma pecché, e' a tojia? (Ma perché À la tua?)- ribadisce il giovanotto. - I crerev' che l'avesser' scurdata cha' (io pensavo che l'avessero dimenticata ) - .
Ed avanti così, fino a quando un nugolo di gente si avvicina ai due, comprese le guardie giurate (finalmente!). La discussione si amplia. La zona è frequentata, a quanto pare, dagli amici del giovane che intervengono. Si creano due gruppi di discussione, minacce di denuncia da parte dell'uomo, e minacce di percosse da parte del ragazzo, si va alle mani. La sottoscritta ed altri pochi che hanno visto, tentano di fermare l'inevitabile. Il ragazzo scompare per qualche minuto all'interno dell'ingresso della Regione Campania, trascinato da una delle guardie giurate. Giustizia è fatta, viene da pensare. Ed invece no, ritorna più incavolato di prima, sale sulla vespa, insieme ad un suo compagno, mentre i suoi amici continuano ad inveire contro l'uomo, ormai rimasto solo. Sento una voce che mi dice: - Signurì, lassate perdere. Cha' s'accirono. (Signorina, lasciate perdere, qua si uccidono).
Tento di spiegare che quel poverino ha solo difeso la sua proprietà e che il ragazzo doveva essere fermato. La voce, che riconosco essere quella di un uomo gestore di un negozio vicino, mi indica il quartiere popolare, alle spalle di via S. Lucia, il Pallonetto, noto per essere male frequentato. - Sti' dilinquenti so tutti e' là. Non v'intricate! (Questi delinquenti sono tutti di quel posto. Non v'interessate!).
Do un'occhiata in giro per rendermi conto della situazione: il ragazzo è fermo ad una decina di metri, in atteggiamento di sfida (però è ben lontano dalla ressa!), le guardie giurate tirano a forza l'uomo, circondato dai "delinquenti". Di Polizia e Carabinieri non c'è traccia (ma loro hanno ordine di controllare la Regione, nulla di più!). Capisco di non avere speranze e mi ritiro. Intorno rimangono mormorii, gesti di disapprovazione, ma nulla di più. Il ladro, a questo punto, si allontana alzando la vespa su una ruota e sgommando, un'azione che conferma la sua vittoria. L'uomo, con in mano l'oggetto della contesa (almeno questo!) scompare nell'ingresso della Regione mentre per strada, tutti, inclusi gli amici del giovane, si allontanano diretti altrove. Come commentare? Le considerazioni da poter fare su questo episodio sono talmente varie e molteplici da avere bisogno di pagine e pagine di parole, ma lo spazio a mia disposizione è finito. Aggiungerei solo poche parole: a Napoli, tutto si trasforma, si ingigantisce, anche lo scippo!

(9.Continua)

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