Il Possesso
Anche solo analizzandola in superficie
questa parola contiene già la sua indole negativa.
Un ‘ossesso’ è un invasato e una ‘ossessione’ è segno di psicosi .
Entrambe le parole rappresentano una situazione di incombente
pericolo per sé e per gli altri.
Eppure la nostra società basa l’avverarsi delle sue ambizioni, il
raggiungimento dei propri traguardi solo sul possesso.
Si è realizzati se si possiede.
E’ indifferente che cosa.
Può essere un auto, un oggetto, un ruolo o una persona….basta
possedere !
Il sentimento che spinge l’uomo a realizzarsi alla fine diventa il
suo stesso carnefice.
Sì perché il sinonimo di ‘possedere’ è ‘detenere’ ed è solo una
‘detenzione’ ad aspettarci alla fine della nostra personale scalata al
successo.
Niente altro che una progressiva perdita dei nostri valori umani
nel tentativo di conquistare tutto ciò che viene a tiro anche quello che
non interessa più di tanto.
Una prigionia, alla fine, da qualsiasi punto di vista la si voglia
esaminare: per proteggere il nostro monte scorte dobbiamo trasformare
noi stessi in guardiani e, con esso, rinchiuderci a chiave... con doppia
mandata !
Siamo perfettamente in grado di accettare qualsiasi compromesso e
sacrificio pur di arrivare a raggiungere i nostri obiettivi senza
renderci conto che sono solo le persone che ci circondano a rivestire
una particolare importanza per noi e non già la possibilità di poterle
usarle per il nostro tornaconto, vanificando in questo modo il senso
vero di quelle occasioni.
Una notte di tanto tempo fa sono stata visitata da un sogno che ha
cambiato, in modo radicale, la mia vita ; ricordo ancora, però, il
risveglio che ne è seguito: la fronte imperlata di sudore, la
respirazione alterata per la paura di correre quel rischio.
Davanti a me c’era un bellissimo ragazzo dai capelli ricci, rossi e
lunghi fino quasi alle spalle.
Vestiva un paio di pantaloni e una maglietta di colore verde
militare ed era seduto per terra, appoggiato ad un muro bianco con le
gambe distese in avanti, le braccia, discoste dal corpo, adagiate al
suolo ma rivolte verso l’alto.
Anche se era sostenuto dalla parete bianca potevo vederlo da ogni
angolazione.
Nel sogno gli arrivavo da dietro attraversando come un fantasma il
muro per giungere a guardarlo di fronte
Sul palmo di ogni mano reggeva una bellissima mela golden.
Il suo viso era atteggiato al sorriso, gli occhi colmi di allegria.
Gli sorrisi anche io…poi vidi le mele, lui capì il mio sguardo e,
senza parlare, me ne offrì una.
La presi era succosa, gustosissima!
Allora presi anche l'altra ...per dopo!
Ma nel distrarmi, la persi.
Mi svegliai di soprassalto, colma di rimorsi...e capii il
messaggio...
La bramosia mi aveva fatto prendere anche la seconda mela e quel
che è peggio non sapevo come e dove... ma l' avevo persa e, così
facendo, avevo privato un'altra persona di quella opportunità .
In più per ottenerla avevo smesso di gustare quella che stavo già
assaporando e , motivo ben più grave di preoccupazione, durante tutto il
sogno avevo perso di vista l’elemento più importante.
Non avevo fatto nulla per conoscere quella splendida persona
sorridente ...
Avevo solo approfittato di lui…e lui, ora, era sparito…
Ma avevo davvero approfittato di lui? No, non avevo cercato uno
scambio, avevo solo tentato di accaparrarmi l’opportunità che più
risvegliava la mia fantasia! Possedere le sue due mele!
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La mia vita era a un bivio pericoloso: triste davvero rendersi
conto di essere solo una arida ragazza incapace di provare emozioni,
spinta solo da desideri di possesso
La misura era colma: sono le persone il tesoro della nostra vita
non i beni materiali...
Bisognava ravvedersi in tempo, riprendere a conoscere, a
considerare gli altri come il bene supremo che ci è dato di vivere e
l'accumulo un subdolo modo di sviarci dalla nostra vera dimensione di
vita.
Da quel momento ho compreso come possedere nella vita non
significhi tutto e come sia invece determinante condividere il più
possibile le emozioni, la crescita con il nostro prossimo. |
L'opportunità di un altro. | |
Un luogo comune, quasi…ma terribilmente vero!
Spesso mi è capitato di essere considerata come un ‘oggetto del
desiderio ’ e come tale ho assistito, una miriade di volte, allo stesso
triste epilogo.
Le persone mi consideravano fino a quando pensavano di potermi, in
qualche modo, possedere.
Quando il mio netto rifiuto li riportava alla realtà…preferivano
abbandonare, tout court, la frequentazione della nostra amicizia …anche
un po’ sdegnati, offesi da quel diniego.
Invece di comprendere come i miei principi consentissero anche
l’offerta totale di me stessa…ma a ben altre condizioni!
Sono rimasta sempre male quando, riflettendo sull’accaduto,
scoprivo che i miei ammiratori, attratti dal fulgore dei miei occhi,
miravano in realtà solo a raggiungere il possesso del mio corpo.
Non sapevo se essere dispiaciuta più per me o più per l’amico che
in quell’attimo mi perdeva, e non per mia volontà, per sempre.
Di solito le persone quando si incontrano e stabiliscono di avere
un rapporto insieme sono come due ‘c’ che , unite, formano una entità
nuova, una ‘o’ ma, nel farlo, determinano una lotta di potere per chi
avrà la prevalenza. Sarebbe opportuno riuscire a divenire prima una
persona integra, una entità ‘o’ e , nel rispetto dell’altro, iniziare
qualsiasi relazione.
In modo da essere due oo che non tentano né di usarsi né di
possedersi né tanto meno di annientarsi se rifiutate. ( ndr La Profezia
di Celestino di James Redfield) .
Invece è il meccanismo del successo, così come ce lo hanno fatto
intendere, ad imporci di possedere le persone quasi fossero delle cose
inanimate e a stimolarci all’accumulo di beni che a nulla servono se non
a disorientare il nostro cammino
Come dei primati dobbiamo forse segnare il territorio e impalmare i
nostri simili per renderli, almeno così crediamo, nostri leali sudditi?
Se riuscissimo solo a prediligere i rapporti e nella loro
condivisione intravedere la realizzazione della nostra crescita…
Anche nelle situazioni più semplici siamo, purtroppo, lontani mille
miglia dalla verità e continuiamo a perdurare nell’errore.
Un esempio?
A Londra , per snellire il traffico, hanno deciso di ampliare, con
una corsia supplementare, le strade che convergono nella metropoli e di
consentire l’utilizzo di queste vie di maggiore scorrimento solo alle
macchine con più di un passeggero a bordo.
Gli Inglesi sono insorti ! Ognuno di loro vuole mantenere la
propria privacy e nessuno ha intenzione di condividere il proprio spazio
con altri.
Vorrà dire che resteranno fermi, da soli, nel traffico
congestionato mentre chi porterà, sulla propria auto, un amico al
lavoro…gli sfreccerà a lato !
Magari cambieranno, gradualmente, anche loro e smetteranno di
considerare l’altro come una persona da desiderare, da possedere…. ma da
non volere, poi, al proprio fianco.
Usciranno dal meccanismo dell’usa e getta responsabile di renderci
ogni giorno più poveri e soli in questo periodo di consumismo
esasperato.
Il mio augurio: rivolgiamoci l’uno verso l’altro fin che siamo in
tempo e apprezziamo le persone anche quando si rifiutano ad un nostro
immotivato desiderio di possesso.
C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com
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Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
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