Un Treno Fantasma
Alla separazione dei miei genitori, quando ero proprio piccola,
seguì il distacco dal paese natio. Mia madre Halina scelse la
sua nuova residenza a Roma dove ci trasferimmo all’inizio del
mio nuovo anno scolastico, la terza elementare.
Da allora ogni visita a mio padre prevedeva un lungo viaggio in
treno: salivo sul vagone letto la sera e scendevo la mattina, occupando
un cabina singola tutta per me.
Così ho cominciato, da sola, a viaggiare fin da piccola
imparando a sentirmi grande nel ricevere una parte della
responsabilità che la vita mi avrebbe riservato. Mi piaceva
farlo, appoggiarmi al finestrino per sbirciare nella notte la
vita che continuava all’esterno e addormentarmi senza chiudere
completamente quella visuale per poter vedere, la mattina dopo,
gli alberi e le case sfilare nella campagna ligure.
C’erano lati positivi nel viaggiare da sola: ad esempio
la contemplazione assoluta, silenziosa e in
movimento! La fantasia era sollecitata da continui cambiamenti
del paesaggio, non c’era di meglio per una bambina desiderosa di
conoscere. Scendevo ad Alassio alle sette della mattina,
dall’altro lato del treno il sole sorgeva nel mare colorando di
rosa la fine del mio viaggio.
Al binario della mia piccola città natale trovavo mio padre Ingo
ad accogliermi a braccia aperte.
Per me era l’inizio della vacanza coincidente con la scoperta di
nuovi modi di vivere, con, come preludio, quel viaggio…
nessuno poteva sapere quanta importanza ricoprisse nel mio
subconscio.
Era il premio sconosciuto agli altri. Neanche la paghetta
settimanale, che ricevevo solo in vacanza, lo superava!
Riuscendo a risparmiarla, a fine soggiorno, potevo acquistarmi
un libro con le avventure della Tigre di Mompracem, scritto da
Salgari e un Topolino che mi avrebbero accompagnato nel viaggio
di ritorno. Ogni volta pregustavo il momento in cui mi sarei
accomodata sui cuscini con le iniziali delle FF.SS. e avrei
cominciato la lettura nella mia solitudine ritrovata…quando,
volato il tempo concessomi, mi sarei ritrovata per mano a mio
padre su quello stesso binario ad aspettare il treno il cui
Wagon Lit mi avrebbe riportato a Roma.
Si partiva tardi la sera, dopo le 22,00, ad un orario per me
normalmente irraggiungibile.
Ho usato quella carrozza letto per una vita intera, avanti e
indietro da Roma. Spesso ritrovavo controllori già incontrati in
precedenti viaggi e sembrava di tornare a dormire, in qualche
modo, a casa propria! Forse il plaid rosso a strisce blu rendeva
quel letto più familiare per me.
Quando nel 1987 ho trasferito la mia residenza da Roma ad
Alassio i viaggi sono ripresi con moto contrario, invertendo
arrivi e partenze.
Per quaranta anni ho usufruito di quel comodo metodo di viaggio
sulle ruote ferrate:ultimamente svegliandomi con un giornale fresco di stampa e un
cappuccino, servito dal controllore, nel mio scomparto T3 donna, un plaid
ora blu in una cabina a tre letti… per me più economica. Sempre
tutto tranquillo, un viaggio comodo, sicuro nella notte durante
la quale viaggiare protetti è molto importante per tutti non
solo per una donna che viaggia da sola!
Tutto perfetto sino a l’altro ieri quando la carrozza del vagone
letto, e solo quella, è diventata fantasma; esiste ma non si può prendere!
Provo a spiegare meglio l’arcano: dovendo tornare a Roma per effettuare delle analisi cercavo di
prenotare, al Call Center delle Ferrovie, un posto letto sul
solito treno di passaggio da Alassio alle 22,17. Risposta:
“Signora il posto c’è ma non è vendibile, forse c’è una anomalia
nel sistema di prenotazione del T3 donna. Provi ad acquistarlo
in Stazione”.
Dispiaciuta per l’ulteriore perdita di tempo mi recavo allo
sportello ferroviario dove ricevevo la stessa risposta: “Non è vendibile. Esiste ma
non si riesce a prenotarlo. Provi domani”.
Rientrata a casa richiamavo il numero 892021 per avere maggiori
delucidazioni e mi sentivo rispondere come anche il T2 donna o
il singolo non fossero acquistabili dai cittadini italiani ma,
essendo un treno internazionale, solo vendibili nel paese di
origine!
Provavo a replicare come quel treno l’avessi preso migliaia di
volte, usufruendo sempre del servizio letto…
Inutilmente.
“Sono gli accordi internazionali carenti, non dipende dalle
Ferrovie”… e da chi sennò?
Sconvolta dall’idea di un treno razzista che ospitava solo
cittadini della Comunità Europea con la sola esclusione degli
italiani, sul cui territorio, peraltro, la carrozza
transitava…cercavo di dribblare l’ostacolo: “Bene, mi prenoti
un letto da Montecarlo, riesce?”
Tutto ha un limite e la risposta da me ricevuta lo supera di
molto !
“Si, signora, il sistema mi consente ora di prenotarle il posto
nel T3 donna ma lei deve recarsi a prendere il treno alla
Stazione monegasca altrimenti, dopo quindici minuti dalla
partenza, perde il diritto al viaggio. Non è detto lei possa
salire ad Alassio, il controllore potrebbe non aprire la porta
del vagone o il suo letto potrebbe già essere occupato. Non
esiste alcun modo per farla salire su quel treno a meno di
viaggiare in poltrona o in cuccetta.”
“Senza alcuna sicurezza “, aggiungo io.
Sono state le mie ultime parole di replica ad una situazione
così paradossale da poter servire da spunto per un articolo sul
giornale, immagino già il titolo: Lesi i Diritti dei Viaggiatori Italiani
Una carrozza passerà, ogni sera alle 22,17, sul binario di Alassio: un fantasma dei nostri diritti…
Sono stata costretta a rimandare analisi e viaggio per
impossibilità di raggiungere la capitale di prima mattina:
anche prendendo il primo aereo da Albenga o da Genova non si
riesce ad essere nel centro di Roma prima delle 10,00… non
resta che sperare in una pronta soluzione.
Ripristinare la carrozza letto italiana o
concludere accordi con le Ferrovie Francesi sembra ora un "must", per non ledere i
diritti di quanti hanno necessità di accedere a quel servizio
senza dover affrontare ulteriori costi
I sogni dei viaggiatori bambini non andrebbero mai infranti
senza sostituirne i mezzi per tempo!
C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com
Alassio, ai tempi dei miei nonni, era
riuscita ad avere dalle Ferrovie la concessione di molti treni, tra i
quali la fermata del WL
Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
|