Natale
a casa Cupiello?
No, a casa Ferraiuolo!
Opera in due atti
A Posillipo,
da Reginella con i miei ospiti e La Mandulinata 'e Napule
Atto Primo |
Atto Secondo>
Con una
valigia carica di regali e una colma di vestiti, per non sfigurare
durante i giorni di festa, e con il personal computer a tracolla …sono
scesa, dal Wagon Lit, a Napoli quella solare mattina del 23 dicembre
2005. Sapevo di trovare una famiglia ad accogliermi ma non potevo
immaginare di essere ospite della famiglia per eccellenza che, da noi,
esiste per eccezione!
Alle volte si iniziano i viaggi per cercare di recuperare altrove
quei valori, così spesso ignorati dalla corsa frenetica dei nostri
giorni , che sono il cardine fondamentale della nostra esistenza e ,
senza i quali, è impraticabile il vivere.
Si sa come la famiglia sia un alveo protettivo attraverso il
quale, condividendo la vita di tutti i giorni, si può dare forma alle
nostre migliori aspirazioni di esseri umani, protetti, come si è, da una
coscienza comune volta al bene.
Si sa, ma spesso non si vive ..vuoi perché una famiglia non
la si compera al supermercato, vuoi perché se ne è privi o non si è
stati così fortunati da averne una unita che ci ha aiutati, da subito, a
comprendere la vita.
Così, come è capitato a me questo Natale, quando se ne trova una ci
si fa coinvolgere proprio perché si ha la possibilità di ‘toccare con
mano ’ questa splendida realtà.
E, credetemi, non c’è posto migliore di Napoli per verificarne la
potenzialità!
Arrivata a casa Ferraiuolo, ad Arzano, incontro il primo Presepe e
faccio subito la conoscenza di una statuina rappresentata da un
rubicondo personaggio seduto, su un carretto trainato da un asinello,
sopra una botte: è Ciccio Bacco che , in dialetto napoletano, deve essere
trascritto senza le vocali finali diventando: ‘Cicci Bacc n’gopp a’ vott,
chi o’ tir e chi o’ vott ’
Nella casa, abbigliata a festa, mi viene riservata la camera
padronale: in quanto ospite devo ricevere ogni onore, compreso quello di
dormire nella camera più bella, quella dei proprietari!
Dal momento nel quale vi poserò le valige sarà una gara per rendere
il mio soggiorno memorabile quasi non si dovesse risparmiare fatica e
disagi pur di accontentare ogni desiderio della nuova arrivata che, per
prima cosa deve sentirsi a casa sua e deve essere rifocillata ed
assistita in ogni suo più piccolo desiderio.
Si invitano tutti i parenti e gli amici a partecipare all’evento,
ad entrare in casa a porgere i saluti…visto che non si può davvero
portare l’ospite in processione di casa in casa…come la Madonna
Incoronata!
Per sei giorni sono stata oggetto dell’attenzione di amici e
parenti mentre facevano a gara per apportare continue migliorie al mio
già ricco soggiorno.
“Siete stati a vedere i Presepi a San Gregorio Armeno?”
“Non ancora, andiamo oggi”
“Allora non dovete dimenticare di vedere il quadro del Caravaggio
alla Pinacoteca del Monte di Pietà, in Via dei Tribunali. (ndr. aperta
solo la mattina, chiusa il mercoledì). Il quadro, davvero trasgressivo,
è intitolato alla Misericordia che viene impersonata da una giovane
donna nell’atto di offrire il proprio seno ad un vecchio, …per
allattarlo!”
E via ad una serie di consigli sulla testa dei miei malcapitati
ospiti .
“Per vederlo devi prendere il Cardine di San Gregorio Armeno e su
in cima giri al decumano dei Tribunali.”
Si usano ancora i termini con cui, gli antichi greci, battezzarono
quelle strade alla nascita della colonia Partenope, la nuova città, ‘Nea
Polis’.
Recenti scavi hanno portato alla luce, sotto al Chiostro
settecentesco di san Lorenzo Maggiore, prima le fondamenta della città
medioevale del 400 d.C. e poi, scendendo in profondità di altri sette
metri, una stradina lunga 54 metri, un cardine di epoca romana del I°
secolo d.C con visibili alcuni blocchi di tufo del periodo greco (V°
secolo a.C.). Si può percorrere a piedi l’antico ciottolato romano ed
entrare nei ritrovamenti delle antiche botteghe, quasi intatte. Si può
visitare una ‘Fullonica’, antica lavanderia con visibili i canali
dell’acqua, un Fornaio con il forno e il passa vivande intatti e l’Aerarium,
l’erario con le scanalature per le sbarre. Un completo squarcio sulla vita
di duemila anni fa con l’intero Macellum, leggi mercato, che poggia
sulle ancora più antiche originarie fondamenta greche.
www.sanlorenzomaggiorenapoli.it
Uscendo dalla Chiesa si acquistano le statuine del Presepe, Cicci
Bacc, i Re Magi, l’Angelo, il Bambinello. Si passa dai pochi euro
richiesti per l’acquisto di un pozzo o di un animale da cortile ai
20.000,00 euro per un intero Presepe che si offre alla vista, nei vicoli
laterali, ben protetto da porte blindate.
Si scende in mezzo alla folla respirando aria di festa e subito si
è invogliati, girando a destra per il decumano ‘Spacca Napoli ’ a
sostare nella pasticceria ‘Scaturchio’ per lasciarsi tentare da un
assaggio di dolci…e che dolci !
Roccocò, Struffoli e Susamielli attentano al precedente lavoro del
nostro dentista, Cassate e Babà al rhum deliziano il palato e
Sfogliatelle ricce o lisce, le Frolle fanno la parte del leone mentre
sciolgono in bocca l’aroma della ricotta mista al fior d’arancio, al
cedro.
A Pasquale Pintauro nel 1819 va il merito della invenzione della
Sfogliata, quel dolce che ‘pare’ una promessa d’amore e che fu, da
subito, in grado di conquistare il pubblico, attratto da quella calda
novità, dalle volute dorate, che veniva sfornata davanti agli occhi e
non nel segreto di una cucina.
Ogni sorta di tali prelibatezze viene offerta in casa Ferraiuolo ma
ciò ‘non ostante ’, come dice ‘il Zio’, quando si esce a passeggiare in
città, Vincenzo e Pina, da bravi giovani, mi accompagnano all’acquisto
di ambiti Babà al rhum farciti con panna e fragoline, squisite fette di
Pastiera…da loro un poco ‘schifate’, a dire il vero, per via di certi
pezzi di cedro intero che, secondo i miei sofisticati ospiti, non ci
‘azzeccano’ niente ( leggi non c’entrano per nulla…)
L’allegria è di casa, si sa ‘gente allegra il ciel l’aiuta ‘ e Dio
solo sa quanto questa città ne abbia bisogno schiacciata come è da un
euro implacabile, responsabile dell’aver dimezzato la potenzialità di
ogni stipendio fisso, e da un malcostume nelle costruzioni pubbliche,
strade e assi mediani costruiti con appalti compiacenti…al furto.
Nessuna di queste strade è dotata di scoli per l’acqua piovana e,
quando piove, si formano vere e proprie fosse d’acqua responsabili dei
tamponamenti a catena i cui resti giacciono, successivamente, sui bordi
delle strade insieme a quintali di spazzatura, copertoni , rifiuti di
ogni genere abitati da ratti compiaciuti !
Vivi e lascia vivere! …Vero…però fatemi vivere…che non sia una
banale pioggia a togliermi ‘a copp a’ terr’! (leggi da questo mondo )
I Napoletani sono maestri nell’arte di arrangiarsi ma contro i
summenzionati mali hanno davvero poche chance…
Ha più fortuna chi sta peggio, come lo Sciuscià che mi lustra le
scarpe in Via Roma…dimentico di tutti i mali e anche dell’origine,
seppur recente, del suo nome: Shoes Shine (lucida scarpe).
Tutto si mischia a Napoli nel rispetto più completo di una vita che
è soggetta completamente all’ironia e al volere della sorte, al
risveglio improvviso di una caldera che può tornare ad eruttare, ad
uccidere nel sonno proprio come quegli attentati alla incolumità che si
perpetuano ogni giorno sulle strade e sulle buste paghe dei dipendenti.
Si è pensato a riequilibrare le pensioni , ora ci si augura un
provvedimento atto ad uniformare gli stipendi al costo reale della vita.
Quando si smetterà di arricchire gli industriali che pagano il
lavoro con emolumenti da terzo mondo?
Quando si capirà che su quelle strade viaggiano anche i nostri
figli?
Va bene arrangiarsi ma farlo, ogni giorno, contro la morte e la
miseria davvero è al limite della sopportazione anche per chi, come me,
ne è soltanto spettatore.
Eppure si ride cacciando via la mala sorte , sperando di trovare al
mattino la città pulita come la vicina rinata Caserta, pur rimanendo
vivi come solo a Napoli si sa essere!
La ‘chiffoniera’, la ‘boite’ , lo ‘sparadrapp’ sono rispettivamente
non solo ‘il comò’, la ‘scatola’ e il ‘cerotto’ ma i residui di una
cultura proveniente soprattutto dalla dominazione francese, gli Angiò,
più che da quella spagnola, i Borboni.
Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
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