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Idee in Movimento
di Ely Galleani
Alassio  11 Febbraio 2006 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27
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  La Verità Nuda
   Stavo sorseggiando una tazza di tè alla vaniglia e tutto pareva tranquillo.
   Distesa sotto il piumone assaporavo, ancora per un poco, il dolce far niente… al calduccio del mio letto terminavo di fare colazione in compagnia della televisione accesa.
   Ad un tratto, durante una intervista a Barbara Bouchet sul tema della nudità femminile, alcuni luoghi comuni attiravano la mia attenzione.
   In verità non si diceva nulla di nuovo: l’argomento trattato verteva sulla pubblicità e sull’uso, improprio, che si fa del nudo inserendolo in ogni spot televisivo.
   Una frase pronunciata dalla bionda attrice mi stupì al punto di allentare la presa della mia mano sulla tartina alla marmellata…favorendone così la caduta sul copriletto!
   Quel moto di sorpresa aveva causato un bel guaio: la marmellata di ciliegie era restia a farsi rimuovere e le parole ascoltate mi risuonavano nella testa.
   Non avevano senso, questo lo capivo ma non riuscivo a intuire il perché.
   Cosa significava: “Bisogna smettere di usare l’immagine nuda di una donna dentro ad ogni spot pubblicitario sia esso per una autovettura o per un altro prodotto simile. E’assurdo! Il nudo ha una sua precisa collocazione”…?
   Cosa aveva voluto dire?
   Forse che il nudo è giustificato solo per girare una scena d’amore in un film o nelle foto di un calendario per la Pirelli ?
   Noi viviamo il nudo come peccaminoso perché proveniamo da un costume che ha imposto di considerarlo in tal senso.
   Per la Bouchet esso è giustificato solo se inserito in una scena a luci rosse ed è strumentale se utilizzato al di fuori. Che strano giudizio!
   La verità è nuda e, in quanto tale, è sincera, facilmente recepibile.
   Adamo ed Eva solo quando ebbero conoscenza del loro peccato si vergognarono della loro nudità, quasi avessero avuto, da quel momento, qualcosa da nascondere.
   Credo che il giorno in cui si riscopriranno i nostri corpi senza timore allora non avremo più vergogna di noi stessi, saremo guariti dai nostri peccati, non avremo da occultare alcunché…saremo nudi fuori perché la nostra anima sarà finalmente nuda dentro, libera da preconcetti.
   Il nudo non deve, a mio parere, essere paragonato ad una condizione immonda, di cui vergognarsi né a un chiaro sintomo di peccato.
   Il nudo in televisione, sui giornali, semmai, aiuta a comprendere come il peccato sia nell’intenzione e nella volontà di trasgredire e non nell’esternare una nudità che è solo di contorno ad una altra realtà.
   Ogni chiesa e palazzo del Rinascimento è stata abbellita con le opere dei nostri grandi artisti: i nudi di Mosè, di Davide, di Venere, delle Grazie…hanno affascinato gente di ogni epoca e nella Cappella Sistina, grazie ad un recente sapiente restauro, sono stati riportati all’antico splendore, gli originali nudi di Michelangelo.
   Cosa avranno voluto comunicare tutti gli artisti che, dai tempi dei tempi, hanno realizzato nudi maestosi proponendoli alla vista di tutti e in ogni luogo?
   Perché, nella loro opera, hanno posto l’accento sulla nudità?
    L’immagine del nudo ricorda una condizione in cui l’essere umano è integro.
   Riproporre, attraverso la moderna pubblicità, immagini di nudi senza alcuna attinenza al prodotto reclamizzato serve a propagare una idea di riscatto, di recupero dei valori legati alla umanità…non solo a vendere! Per contro la sua immagine, quando viene usata per rappresentare scene d’amore od erotiche, è limitata da un fine che non è il proprio, ma è solo volutamente imposto.
   Il nudo è bello sempre. Sono i pensieri, le intenzioni che provocano la vergogna.
   Cosa cerchiamo di coprire : la nostra pelle o i nostri intenti?
   Fin quando , per la morale comune , un nudo è proponibile sempre e ovunque?
   Solo quando è quello di un neonato... di un bambino?
   Dal momento che lui solo può starsene con il sederino all’aria senza problemi?
   Poiché ad un nuovo nato non si imputano pensieri peccaminosi? Giacché ne è esente ?!
   Riuscire a vivere nella quotidianità nudi…significa essere indenni, senza colpe alcune.
   Liberi dai cattivi pensieri …come dai vestiti .
   Nell’antichità questa linea di comportamento fu assunta da un grande faraone Amonhotep IV quando, nella sua nuova identità di Akenaton, trasferì nel 1380 aC, la sua residenza nella appena edificata città di "AchetAtòn" (ndr “ L’orizzonte di Aton, là dove nasce la luce”).
   In questo sito soleva presentarsi , per offrire onorificenze ai meritevoli, con tutta la sua famiglia alla ‘finestra delle apparizioni ’…tutti rigorosamente nudi.
   Lui il Puro , Nefertiti e le sue figlie… in nome di una verità insita dentro a noi stessi che , se priva di negatività, è facilmente vivibile nella sua totale nudità.
   Dai reperti ritrovati nel sito di Tel El Amarna ( la moderna città sorta di fronte ad Achetaton) si rileva come anche i partecipanti a tali eventi fossero senza veli alcuni
  
Si deleghi al pudore, e non alla vergogna, il compito di frenare gli eccessi… qualora si incontrino persone che possano non essere ancora pronte ad affrontare una simile evidenza o quando il nostro comportamento potrebbe ferire le altrui credenze.
  
Per questi motivi : “Viva il nudo libero, non assoggettato ad un copione di alcun film…”
   Immagini di schiene, spalle, gambe, seni nudi e culetti all’aria…siate le benvenute: siete il preludio alla nostra libertà !

C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com

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Giovani nude portano offerte nel sito di AchetAton

 

Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano, Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie, impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato infantile, il desiderio di giocare. Crede nel web, nella possibilità di una nuova forma di comunicazione

 


Ely Galleani

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