La Verità Nuda
Stavo sorseggiando una tazza di tè alla vaniglia e tutto pareva
tranquillo.
Distesa sotto il piumone assaporavo, ancora per un poco, il dolce
far niente… al calduccio del mio letto terminavo di fare colazione in
compagnia della televisione accesa.
Ad un tratto, durante una intervista a Barbara Bouchet sul tema
della nudità femminile, alcuni luoghi comuni attiravano la mia
attenzione.
In verità non si diceva nulla di nuovo: l’argomento trattato
verteva sulla pubblicità e sull’uso, improprio, che si fa del nudo
inserendolo in ogni spot televisivo.
Una frase pronunciata dalla bionda attrice mi stupì al punto di
allentare la presa della mia mano sulla tartina alla
marmellata…favorendone così la caduta sul copriletto!
Quel moto di sorpresa aveva causato un bel guaio: la marmellata di
ciliegie era restia a farsi rimuovere e le parole ascoltate mi
risuonavano nella testa.
Non avevano senso, questo lo capivo ma non riuscivo a intuire il
perché.
Cosa significava: “Bisogna smettere di usare l’immagine nuda di una
donna dentro ad ogni spot pubblicitario sia esso per una autovettura o
per un altro prodotto simile. E’assurdo! Il nudo ha una sua precisa
collocazione”…?
Cosa aveva voluto dire?
Forse che il nudo è giustificato solo per girare una scena d’amore
in un film o nelle foto di un calendario per la Pirelli ?
Noi viviamo il nudo come peccaminoso perché proveniamo da un
costume che ha imposto di considerarlo in tal senso.
Per la Bouchet esso è giustificato solo se inserito in una scena a
luci rosse ed è strumentale se utilizzato al di fuori. Che strano
giudizio!
La verità è nuda e, in quanto tale, è sincera, facilmente
recepibile.
Adamo ed Eva solo quando ebbero conoscenza del loro peccato si
vergognarono della loro nudità, quasi avessero avuto, da quel momento,
qualcosa da nascondere.
Credo che il giorno in cui si riscopriranno i nostri corpi senza
timore allora non avremo più vergogna di noi stessi, saremo guariti dai
nostri peccati, non avremo da occultare alcunché…saremo nudi fuori
perché la nostra anima sarà finalmente nuda dentro, libera da
preconcetti.
Il nudo non deve, a mio parere, essere paragonato ad una condizione
immonda, di cui vergognarsi né a un chiaro sintomo di peccato.
Il nudo in televisione, sui giornali, semmai, aiuta a comprendere
come il peccato sia nell’intenzione e nella volontà di trasgredire e non
nell’esternare una nudità che è solo di contorno ad una altra realtà.
Ogni chiesa e palazzo del Rinascimento è stata abbellita con le
opere dei nostri grandi artisti: i nudi di Mosè, di Davide, di Venere,
delle Grazie…hanno affascinato gente di ogni epoca e nella Cappella
Sistina, grazie ad un recente sapiente restauro, sono stati riportati
all’antico splendore, gli originali nudi di Michelangelo.
Cosa avranno voluto comunicare tutti gli artisti che, dai tempi dei
tempi, hanno realizzato nudi maestosi proponendoli alla vista di tutti e
in ogni luogo?
Perché, nella loro opera, hanno posto l’accento sulla nudità?
L’immagine del nudo ricorda una condizione in cui l’essere umano è
integro.
Riproporre, attraverso la moderna pubblicità, immagini di nudi
senza alcuna attinenza al prodotto reclamizzato serve a propagare una
idea di riscatto, di recupero dei valori legati alla umanità…non solo a
vendere! Per contro la sua immagine, quando viene usata per
rappresentare scene d’amore od erotiche, è limitata da un fine che non è
il proprio, ma è solo volutamente imposto.
Il nudo è bello sempre. Sono i pensieri, le intenzioni che
provocano la vergogna.
Cosa cerchiamo di coprire : la nostra pelle o i nostri intenti?
Fin quando , per la morale comune , un nudo è proponibile sempre e
ovunque?
Solo quando è quello di un neonato... di un bambino?
Dal momento che lui solo può starsene con il sederino all’aria
senza problemi?
Poiché ad un nuovo nato non si imputano pensieri peccaminosi?
Giacché ne è esente ?!
Riuscire a vivere nella quotidianità nudi…significa essere indenni,
senza colpe alcune.
Liberi dai cattivi pensieri …come dai vestiti .
Nell’antichità questa linea di comportamento fu assunta da un
grande faraone Amonhotep IV quando, nella sua nuova identità di Akenaton,
trasferì nel 1380 aC, la sua residenza nella appena edificata città di "AchetAtòn"
(ndr “ L’orizzonte di Aton, là dove nasce la luce”).
In questo sito soleva presentarsi , per offrire onorificenze ai
meritevoli, con tutta la sua famiglia alla ‘finestra delle apparizioni
’…tutti rigorosamente nudi.
Lui il Puro , Nefertiti e le sue figlie… in nome di una verità
insita dentro a noi stessi che , se priva di negatività, è facilmente
vivibile nella sua totale nudità.
Dai reperti ritrovati nel sito di Tel El Amarna ( la moderna città
sorta di fronte ad Achetaton) si rileva come anche i partecipanti a tali
eventi fossero senza veli alcuni
Si deleghi al pudore, e non alla vergogna, il compito di frenare gli
eccessi… qualora si incontrino persone che possano non essere ancora
pronte ad affrontare una simile evidenza o quando il nostro
comportamento potrebbe ferire le altrui credenze.
Per
questi motivi : “Viva il nudo libero, non assoggettato ad un copione di
alcun film…”
Immagini di schiene, spalle, gambe, seni nudi e culetti
all’aria…siate le benvenute: siete il preludio alla nostra libertà !
C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra
www.elygalleaniblog.com
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The Web Park Speaker's Corner
Giovani nude portano offerte nel
sito di AchetAton
Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale
di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a
Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano,
Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo
respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più
dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per
conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie,
impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un
filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i
sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato
infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità
di una nuova forma di comunicazione
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