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Idee in Movimento
di Ely Galleani
Alassio, 18 luglio 2005 - n. 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6
Il prossimo 8 agosto, alle ore 21,00, a Cala Rossa, nello splendido scenario della Costa Paradiso, in Sardegna, presenterò presso il VentaClub:
«On the Web-Blog-Una Stella in Rete»

  On the Web
il primo libro elettronico interattivo scritto a quattro mani,  le mie più...quelle della Rete. In vendita in SeBook ed Ex Libris su

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L'Albero di Carrubo

Un terreno a fasce, larghe in media non più di dieci metri, ognuna sostenuta da muretti in pietra costruiti a secco: il tutto per ottenere dalle ripide colline lo spazio utile a coltivare almeno lo stretto necessario per il sostentamento. La particolarità della gente ligure è stata connotata nel tempo dalla volontà e dalla ingegnosità nel cercare di addomesticare la natura nel mare e in terraferma.
Una scelta di vita, quella di restare vicini allo specchio blu del mare e alla sua fonte naturale di sale, che ha comportato notevoli sforzi, in passato, per raggiungere l’autosufficienza.
Non sempre il mare è stato fruttuoso per i popoli che ne abitavano le rive, violente mareggiate e improvvise tempeste hanno lasciato spesso vuote le reti dei pescherecci. Se si pensa come, nei secoli a noi precedenti, l’assenza di elettricità non consentisse la conservazione del pescato… ecco il perché dello spuntare di alici sottosale, baccalà e tonno sott’olio nelle dispense liguri.
Nella terra, faticosamente contenuta dalle fasce, avevano trovato dimora alberi del pepe, ulivi, meli, albicocchi e ciliegi; nei muretti piante di capperi, mentre trombette si arrampicavano sui pergolati di canne e ancora si trovava posto per far crescere, anche se tutto in numero limitato, nei terreni più argillosi viti da pigato, rossese e asparagi, negli altri umus ogni sorta di pomodori, cipolle, fagiolini, basilico e patate.Tutti gli ingredienti della nostra cucina ligure a cui aggiungere ciò che la natura da sola prodigava: borragine, aglio, ortiche, finocchi selvatici e cicoria sui bordi delle strade.
Ma niente grano !
Uno spazio di terra così esiguo non permetteva sulla costa alcuna coltivazione di frumento.
Ecco allora nascere centinaia di piante di carrubi, contorti alberi nodosi capaci di sfornare enormi quantità di frutti oblunghi, ora delicatezza solo per cavalli, un tempo tritati e macinati sino ad ottenere una farina scura buona per il pane e per ravioli e gnocchi…ancora oggi serviti da qualche nostro tipico locale dell’entroterra dove, tra i fuochi accesi la mattina e spenti solo a sera, alacri cuciniere sono capaci di trasformare ogni cosa in delizia!
L’Albero di Carrubo ha un difetto, tra giugno e luglio quando i turisti arrivano al mare, lui, in maniera tanto inopportuna quanto maleducata, decide di cambiare chioma e , per tutto il periodo, non fa altro che far cadere grosse foglie gialle su strade, terrazzi, giardini, invadendo tutto quello che esiste nella fascia normalmente a lui sottostante e costringendo ad una continua e , a dire il vero, estenuante pulizia.
Il passo è breve per la nostra superficiale e frettolosa  “civiltà”: la soluzione è tagliare la causa di quel fastidio e siccome solo i cipressi sono protetti, ecco spuntare nella fascia della mia strada il giardiniere della casa sottostante, armato di sega e tronchesi.
Alla signora turista, da cui riceve gli ordini, nulla importa del valore intrinseco di quella pianta…lei acquista normalmente “farina 00” proveniente dalle estese coltivazioni di grano duro, contaminate o no poco importa.
 Salvato!

Quelle foglie secche non devono continuare ad invadere il suo tavolino da giardino.
Non sa come, di questi tempi, l’Albero di Carrubo potrebbe tornarci nuovamente utile!
Non rispetta il suo valore, non le importa e non lo vuole conoscere.
La proprietà privata mi concede il lusso di rimandare la morte di quella pianta proficua , non solo per la sua ombra ma per la passata utilità conservata tuttora nei suoi frutti zuccherini.
Il giardiniere se ne parte come è venuto, va a raccattare la scopa di saggina e si mette all’opra!
L’esiguità delle dispense liguri sono state anche la motivazione della poca apertura attribuita alle sue genti, all’avarizia tipica di questo popolo che, non per malanimo o cattiveria ma per bisogno, non ha mai aperto con facilità la propria borsa. Questo connotato si è insediato geneticamente nel Dna e , ancora oggi nonostante le dispense siano sovrabbondanti, la gente ligure apre a fatica la porta di casa…soffre ancora della Sindrome da Carrubo!
Ricordare, conoscere è importante per vivere appieno…
Così, dopo il salvataggio, mi lascio andare a seguire un film in bianco e nero, pregevole opera del 1937, realizzato da Mario Camerini : “Il Signor Max” con l’affascinante Assia Noris e il grande Vittorio De Sica. Sono le nove del mattino di questo sabato nove luglio e su Rai Tre ha inizio la programmazione del film, proprio come avveniva quando ero piccola io.
Finita la scuola, ricordo, la mattina avevo il permesso di mia madre ad accendere il televisore e potevo immergermi in un mondo nuovo. Non esisteva ancora la terza Rete ma, alla stessa ora, venivano programmati film d’autore che erano divenuti il mio appuntamento quotidiano, che mi hanno e mi insegnano tuttora tanto. Una bella abitudine quella di fornire cultura, per una volta, rimasta inalterata nel tempo!
Ricordo…

C U Soon ...o per meglio dire alla prossima!
Vostra www.elygalleaniblog.com

Ely Galleani
Dal ruolo di attrice a quello attuale di ragioniera, da moglie di Carlo Vanzina a single convinta.
Da amica dei registi Dino Risi, Mario Monicelli, Roman Polanski a Michelangelo Antonioni... Intreccia esperienze di vita con i pittori Mario Schifano, Alighiero e Boetti, Tano Festa. Un percorso vissuto fino all'ultimo respiro... in punta di piedi per non sprofondare nelle buche più dure.
Entusiasta nell'apprendimento del vivere, viaggia per conoscere , studia i geroglifici per scoprire nuove etimologie, impara a giocare con le parole per scoprire un nuovo significato, un filo conduttore.
Ama la tavola ... ma non ingrassare!
Conserva i sapori della vita,gli apprendimenti senza perdere il proprio lato infantile, il desiderio di giocare.
Crede nel web, nella possibilità di una nuova forma di comunicazione

 


Ely Galleani
Il prossimo 9 settembre vi aspetto ad Alassio, alle 21, nell'ex Chiesa Anglicana in via Adelasia 10: presenterò «On the Web - Blog - Una Stella in Rete» e non sarò sola...


 

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