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la Bacheca Virtuale

di Silvano Calzini

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Quando leggere è un piacere e una autentica passione


3 novembre 2003

Le voglie matte della tribù dei lettori
    
 
Sul grande piacere della lettura penso che siamo tutti d'accordo; varie invece sono le scuole di pensiero sul luogo preferito per leggere e sul modo di trattare i libri. Le teorie sono infinite e ognuna ha una sua dignità. C'è chi legge tranquillamente in ambienti affollati e rumorosi come stazioni, aeroporti, vagoni della metropolitana, autobus e chi al contrario ha bisogno dell'isolamento e del silenzio più completi. Non solo, qualcuno riesce a leggere esclusivamente sprofondato in una determinata poltrona, quella e soltanto quella, posizionata in un preciso angolo del proprio salotto; il minimo cambiamento ha il potere di gettare questo tipo di lettore nello sgomento.
Da sempre leggere sdraiati a letto ha uno stuolo di adepti che tutte le sere si infilano sotto le coperte e partono per i loro viaggi letterari. Altri invece, per quanto si impegnino, non riescono ad andare oltre le dieci righe senza crollare nel sonno più profondo.
Con un libro tra le mani ognuno si comporta come vuole, ma al riguardo nella tribù dei lettori da anni si è creata una frattura insanabile tra due ideologie opposte, un vero e proprio scisma, c'è chi è di qua e chi è di là.<br>Può sembrare assurdo, ma sappiamo che le fedi, politiche o religiose che siano, sono una brutta bestia. Basta osservare: da una parte ci sono quelli che quasi non aprono le pagine per timore di rovinare il volume e leggono di traverso, assumendo posizioni contorte frutto di anni di tentativi e prove; dall'altra parte ecco gli adoratori dello scrocchio, quelli per i quali aprire fino in fondo un libro fino quasi a squinternarlo è un piacere voluttuoso da consumare lentamente, attimo per attimo.
A proposito di tale disputa ricordo un'intervista televisiva in cui lo scomparso Franco Lucentini raccontava come lui i volumi molto grossi li tagliasse letteralmente in due con le forbici per avere una lettura più agevole.
E che dire della "vexata quaestio" del prestito? C'è chi si limita a un'alzata di spalle e presta libri come noccioline, sentendosi un po' come un apostolo della cultura; altri invece oppongono un rifiuto categorico a ogni richiesta. Non sono degli egoisti, tutt'altro. Potete chiedere loro dei soldi, la moglie, quello che volete, ma l'idea di vedere un loro libro andarsene nelle mani di un amico, anche del più fidato, è una sofferenza a cui non possono resistere.
Anche sulle stagioni e il clima i pareri divergono. In generale l'estate viene considerato il periodo dell'anno più propizio alla lettura, forse per via delle vacanze durante le quali si pensa che tutti abbiano più tempo a disposizione. Sarà, ma io tutti questi lettori sulle spiagge infuocate dal solleone non ce li vedo. Confesso di appartenere a un'altra scuola di pensiero. L'autunno e l'inverno con le loro giornate buie e brevi, le serate piovose e fredde mi sembrano i momenti migliori per immergersi in un buon libro.
Naturalmente non esistono regole o dogmi, ce ne sono già troppi nella vita, e quindi se anche voi fate parte della variopinta e simpaticamente nevrotica tribù dei lettori non trattenetevi e date sfogo  alle vostre voglie più incoffessabili.
Vi piace leggere appesi per i piedi a testa in gił vestiti da Tarzan? Fatelo.
Avete sempre sognato di leggere Dickens con una coniglietta di Playboy seduta sulle vostre ginocchia? Esaudite il sogno e poi raccontateci come è andata.   

Silvano Calzini

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