e voglie matte della tribù dei lettori
Sul grande piacere della lettura penso che siamo tutti d'accordo; varie
invece sono le scuole di pensiero sul luogo preferito per leggere e sul modo
di trattare i libri. Le teorie sono infinite e ognuna ha una sua dignità.
C'è chi legge tranquillamente in ambienti affollati e rumorosi come
stazioni, aeroporti, vagoni della metropolitana, autobus e chi al contrario
ha bisogno dell'isolamento e del silenzio più completi. Non solo, qualcuno
riesce a leggere esclusivamente sprofondato in una determinata poltrona,
quella e soltanto quella, posizionata in un preciso angolo del proprio
salotto; il minimo cambiamento ha il potere di gettare
questo tipo di
lettore nello sgomento.
Da sempre leggere sdraiati a letto ha uno stuolo di adepti che tutte le sere
si infilano sotto le coperte e partono per i loro viaggi letterari. Altri
invece, per quanto si impegnino, non riescono ad andare oltre le dieci righe
senza crollare nel sonno più profondo.
Con un libro tra le mani ognuno si comporta come vuole, ma al riguardo nella
tribù dei lettori da anni si è creata una frattura insanabile tra
due ideologie opposte, un vero e proprio scisma, c'è chi è di qua e chi è di
là.<br>Può sembrare assurdo, ma sappiamo che le fedi, politiche o religiose che
siano, sono una brutta bestia. Basta osservare: da una parte ci sono quelli
che quasi non aprono le pagine per timore di rovinare il volume e leggono di
traverso, assumendo posizioni contorte frutto di anni di tentativi e prove;
dall'altra parte ecco gli adoratori dello scrocchio, quelli per i quali
aprire fino in fondo un libro fino quasi a squinternarlo è un piacere
voluttuoso da consumare lentamente, attimo per attimo.
A proposito di tale
disputa ricordo un'intervista televisiva in cui lo scomparso Franco Lucentini raccontava come lui i volumi molto grossi li tagliasse
letteralmente in due con le forbici per avere una lettura più agevole.
E che dire della "vexata quaestio" del prestito? C'è chi si limita a
un'alzata di spalle e presta libri come noccioline, sentendosi un po' come
un apostolo della cultura; altri invece oppongono un rifiuto categorico a
ogni richiesta. Non sono degli egoisti, tutt'altro. Potete chiedere loro dei
soldi, la moglie, quello che volete, ma l'idea di vedere un loro libro
andarsene nelle mani di un amico, anche del più fidato, è una sofferenza a cui non possono resistere.
Anche sulle stagioni e il clima i pareri divergono. In generale l'estate
viene considerato il periodo dell'anno più propizio alla lettura, forse per
via delle vacanze durante le quali si pensa che tutti abbiano più tempo a
disposizione. Sarà, ma io tutti questi lettori sulle spiagge infuocate dal
solleone non ce li vedo. Confesso di appartenere a un'altra scuola di
pensiero. L'autunno e l'inverno con le loro giornate buie e brevi, le serate
piovose e fredde mi sembrano i momenti migliori per immergersi in un buon
libro.
Naturalmente non esistono regole o dogmi, ce ne sono già troppi nella vita,
e quindi se anche voi fate parte della variopinta e simpaticamente nevrotica
tribù dei lettori non trattenetevi e date sfogo alle vostre voglie più incoffessabili.
Vi piace leggere appesi per i piedi a testa in gił vestiti
da Tarzan? Fatelo.
Avete sempre sognato di leggere Dickens con
una coniglietta di Playboy seduta sulle vostre ginocchia? Esaudite il sogno
e poi raccontateci come è andata.
Silvano Calzini
Qualche altro lettore vuole inserire
in questa Bacheca Virtuale l'elenco personale
delle sue letture preferite, delle sue "cotte" letterarie?
Le sue riflessioni e "provocazioni" sugli autori più amati?
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per entrare nel mondo di un autore?
È il benvenuto. Invii il suo testo a ed@simonel.com
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