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di Luciano Simonelli
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NO, CARO MINISTRO RUTELLI, COSÌ NON VA. Leggo sulla Newsletter di Bookshop questo comunicato: Il Ministro dei Beni Culturali, Francesco Rutelli ha incontrato ieri, giovedì 20 luglio 2006, i rappresentanti degli editori italiani. Come si legge in una nota diffusa dal Ministero ìLa riunione è servita a concretizzare una collaborazione in vista degli Stati Generali dell'Editoria che si svolgeranno a Roma per la seconda met&asgrave; di settembre. L'obiettivo è una politica per favorire la lettura. Presenti all'incontro, tra gli altri, il presidente dell'Associazione editori, Federico Motta e i presidenti delle maggiori case editrici italianeî. Bene, caro ministro Rutelli l'editoria italiana non è affatto rappresentata dalle "maggiori case editrici" e neppure dall'AIE alla quale non aderiscono tutti gli editori, specialmente le maggiori "piccole" (per fatturato) case editrici, molte delle quali aderiscono ad un'altra associazione come FIDARE la Federazione degli Editori Indipendenti che il suo ministero ha ignorato. No, caro ministro Rutelli, è davvero deludente che un ministro parte di una coalizione di governo generalmente così attenta alle parti più deboli della filiera dell'industria culturale e soprattutto che un intellettuale come lei, ben consapevole di quale sia il ruolo nella nostra editoria, di quelle che non sono scioccamente considerate le "maggiori case editrici" si muova in una logica berlusconiana secondo cui l'editoria è fatta, arrogantemente, soltanto dalle cinque grandi concentrazioni editoriali italiane. Sappia, caro ministro Rutelli, che quella che promuove non sarà l'Editoria Italiana, ma la parte industrialmente pi˘ forte e speculativa di tale industria, che gli Stati Generali non saranno dell'Editoria tout court ma soltanto di quella che è la cosiddetta "grossa editoria". Non sarebbe forse giunto il momento che si cominciasse a parlare di editoria e a discutere di editoria partendo dalla base, da quelle oltre quattromila realtà editoriali che in realtà fanno cultura e ricerca culturale italiana senza aver voce nei ministeri e senza ricevere nÈ elemosinare aiuti statali di alcun genere? Perché, caro ministro Rutelli, continuare a procedere secondo una logica berlusconiana?
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (24 luglio 2006)

 

UN INTERROGATIVO CHE NESSUNO SI PONE in questi giorni a proposito del conflitto in Libano è quello che mi propone Pier Luigi Baglioni, web writer in Genova. Scrive, tra l'altro: ... Prendiamo il caso del premier Seniora che dichiara candidamente: "Il mondo guarda la guerra al Libano senza fare nulla".  Non gli viene neppure a lui la vera domanda: "E cosa ha fatto il governo del Libano  per impedire che nella Valle della Bekaa gli Hezbollah creassero un esercito autonomo di terroristi contro Israele?".Condivido. E voi?
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (24 luglio 2006)

LE ESTATI SI SUSSEGUONO ma lo scenario dell'orrore si ripete, immutabile. Lo scorso anno due coniugi scomparsi e fatti orrendamente a pezzi, quest'anno un famoso finanziere anche lui ucciso e il suo corpo altrettanto orrendamente fatto a pezzi. E tra un'estate e l'altra si sono susseguiti una serie di altri delitti efferati, spietati, lungo una catena dell'orrore che pare non avere fine e in cui mi sorprende sempre questa "vigliaccheria aggiunta" di fare scempio delle spoglie delle povere vittime. E poi, che cosa accadrà agli autori rei confessi di questi delitti? Fra quattro o cinque anni ce li vedremo a spasso con qualche licenza premio perché si sono rivelati dei detenuti modello?
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (23 luglio 2006)

RICORDO STANISLAO NIEVO, nel 1975, a Venezia. Lo conobbi quando vinse il premio Campiello con "Il prato in fondo al mare". Lo ricordo amabile e signore, felice di quel grande riconoscimento letterario insieme con sua moglie.  Rammento poi, con piacere, un anno dopo, una visita insieme con lui alla magione del suo avo Ippolito Nievo che poi si concluse in una simpatica cenetta a casa di Carlo Sgorlon e della sua simpatica signora. Nei giorni scorsi, ad appena 78 anni, se ne è andato via anche lui da questo mondo ed &è scomparso un altro protagonista della storia letteraria italiana del Novecento. Che tristezza!
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (20 luglio 2006)

IO INDOSSO LA MAGLIETTA DI MATERAZZI
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (19 luglio 2006) 

CON-CER-TA-ZIO-NE

Ricordate quante volte Romano Prodi, durante la campagna elettorale che lo ha portato alla Presidenza del Consiglio ha scandito questa parola esattamente così, guardando fisso la telecamera con quel suo strano sorriso e quel tono di voce di persona che pare essere sempre sul punto svelarti chissacché? Poi, una volta iniziato a governare, ecco che senza aver prima consultato alcuna delle parti, senza aver seguito la strada della CON-CER-TA-ZIO-NE, è uscito fuori dal Consiglio dei Ministri quel decreto Bersani sulle liberalizzazioni che sta facendo infuoriare taxisti, farmacisti, avvocati e, se non lo sapeste ancora, piccoli librai e piccoli editori. Ha dichiarato Rodrigo Dias, presidente dell'Associazione Librai Italiani: "Con il nuovo Decreto Bersani, le promozioni possono essere effettuate in qualsiasi momento e con qualsiasi modalità. Ciò significa, in pratica, che il tetto massimo di sconto fissato per legge sui libri non ha più nessuna ragion d'essere. In questo contesto, sarà necessario rivolgerci, unitamente alle altre parti della filiera, al ministro Bersani e al Governo per far presente che, se questo Decreto entrerà in vigore, metterà a rischio non solo le piccole librerie, ma anche i piccoli editori, e che diventa necessaria, adesso più che mai, una legge organica sul libro in grado di regolamentare l'intero settore. Qualora non si riuscisse a ottenere l'attenzione del Governo, l'unica alternativa, pur rimanendo convinti della bontà di un tetto di sconto fissato intorno al 10%, sarebbe quella di richiedere una liberalizzazione del prezzo del libro. Un prezzo imposto dallíeditore ha senso solo se supportato da una regolamentazione". Ecco i risultati della mancata CON-CER-TA-ZIO-NE. E chi l'avrebbe mai detto che, per quanto riguarda i libri il Governo Prodi avrebbe fatto un piacere a Silvio Berlusconi? Eh, già, quali realtà editoriali possono sostenere una corsa ai supersconti? Le grandi, le grandissime... come, per esempio, quella che riunisce in un sol gruppo la Mondadori, la Einaudi, la Sperling & Kupfer, la Piemme che appartiene, pensate un po', proprio a Silvio Berlusconi.

Sono ragazzi ... commentavano ironicamente Ezio Greggio ed Enzo Iacchetti nella loro edizione di Striscia la Notizia di fronte a comportamente contestabili. Già questo è un Paese dove tutti si occupano di tutto ignorando completamente la realt‡ su cui vogliono intervenire. Per evitare pasticci basterebbe informarsi, approfondire, confrontarsi con chi sa (ma quelli che sanno hanno in Italia la colpa di sapere e vengo sempre emarginati), fare insomma la sacrosanta CON-CER-TA-ZIO-NE. Ma no, sono meglio i colpi di teatro e poi chi contesta è naturalmente un reazionario, una persona contraria alle liberalizzazioni, il peggio del peggio. E pensare che sarebbe bastato e basterebbe applicare quello che lei ha predicato, caro Presidente Prodi: la CON-CER-TA-ZIO-NE
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (17 luglio 2006)

ITALIA-FRANCIA 6-4: Campioni del Mondo!    FERRARI-RENAULT: Vince la Ferrari!

ZIDANE O MATERAZZI? Anch'io, come ha fatto oggi Valentino Rossi indossando la sua maglia quando ha ricevuto il primo premio per la sua ennesima, fantastica, gara in motocicletta, sono per Materazzi. Può aver lanciato l'offesa verbale più trucida a Zidane ma la reazione della testata del supercampione francese scoppiato resta inqualificabile. E trovo scandalosa l'operazione da parte della Uefa di procedere anche nei confronti di Materazzi. E quando Totti venne giustamente squalificato per il suo inqualificabile sputo all'avversario perché non si fu altrettanto solerti ad indagare sulla provocazione che anche lui aveva ricevuto? Il sospetto è che allora si dimenticò la solerzia perché il giocatore era italiano ma ora che si è autoinfangato un giocatore della nazionale francese decisamente innervosito da una sconfitta sul campo che stava arrivando oh, parbleu, bisogna in qualche modo preservare la grandeur. Meglio Totti, amici miei (che si prese la squalifica e nessuno invocò pezze a colore, neppure da parte della stampa), che questo Zidane che, ben impaginato, con l'espressione del bambino offeso, piagnucola davanti alle telecamere che no, offese verbali alla madre o alla sorella, giustificavano il suo gesto. A offese verbali si risponde verbalmente... Ma lo sconfitto Zidane che, rammentiamolo, apparteneva ad una nazionale, francese, che è stata SCONFITTA dall'Italia, che è stata BATTUTA dalla nazionale italiana fra l'esultanza di mezzo mondo che ha le scatole piene della grandeur d'oltralpe, risponde con gesti violenti alle provocazioni: una volta letteralmente camminò sul corpo di un giocatore avversario... Sì, Materazzi, evviva Materazzi ed evviva per la NAZIONALE AZZURRA CAMPIONE DEL MONDO e 'ffanculo Zidane! Peccato che a mandare un po' di traverso questo grande traguardo ci sia la faccenda dello scandalo nel mondo del calcio italiano, già quello che impropriamente viene chiamato Calciopoli, con un termine che vuol dire, passando per il greco, niente altro che Città del Calcio... L'ignoranza in Italia e nei media è in spaventosa crescita... Io sono tra quelli che non condivide affatto come si è proceduto. Non capisco affatto che cosa c'entrino le squadre con illeciti compiuti da alcuni dei loro dirigenti. Mi spiego. Se in una azienda qualsiasi l'amministratore delegato e il consiglio di amministrazione compiono degli illeciti sono loro, le persone fisiche che subiscono le sanzioni, vengono sostituiti da dirigenti più corretti e la società va avanti, non si mette nelle condizioni di non poter più lavorare o addirittura licenziare i propri dipendenti. La Parmalat è andata avanti...e i dirigenti sono andati in galera. No, non comprendo la logica di Juventus e Fiorentina retrocesse, comprenderei quella dell'annullamento di partite che si sono rivelate truccate e dell'allontanamento e della condanna di tutte le persone fisiche che hanno messo in atto gli eventuali imbrogli ma mi pare invece profondamente ingiusto e sportivamente scorretto nei confronti degli atleti e dei tifosi che la società e la squadra in quanto tali vengano d'imperio retrocesse possono, a mio avviso. Possono eventualmente essere costrette a pagare, anche sportivamente (in termini classifica e vittoria di scudetto, un risarcimento danni per quanto è accaduto.
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (16 luglio 2006)

PARLIAMO UN PO' DI SAVOIA, visto che la mia casa editrice ha in catalogo non pochi titoli di ricerche storico-biografiche e di documenti sulla storia sabauda. Volumi che in molti, in queste settimane, sull'onda delle inchieste giudiziarie che si sono cos&igreave; spettacolarmente abbattute sugli ultimi rampolli maschi di Casa Savoia, hanno tentato di ridicolizzare. Io non sono affatto monarchico sono, prima di essere un giornalista e un editore, un intellettuale e un ricercatore curioso, come d'altronde dimostra la mia personale bio-bibliografia e quanto stimolo a fare per i tipi della Simonelli Editore. Il mio primo incontro con Casa Savoia fu poco più di tredici anni fa quando, appena assunta la carica di Direttore Editoriale dell'Area Libri Rusconi, in una "ricognizione" dei manoscritti lasciati dal mio predecessore, Cesare Viviani, ne trovai uno molto corposo e impolverato (doveva giacere lì dimenticato da tempo), in francese, firmato Maria José di Savoia: era una biografia di Emanuele Filiberto di Savoia (no, non si trattava dell'attuale principe ma del suo avo vissuto nel Cinquecento). Lì per lì, credetti che si trattasse dell'originale di un volume già pubblicato ma, dopo una veloce ricerca, sbalordii. Eh, sì, il mio predecessore doveva esserselo davvero dimenticato quel testo perché era ancora totalmente inedito nonostante l'autrice, l'ex Regina di Maggio, fosse una già affermata storiografa sabauda. Allora non esitai un attimo. Feci subito tradurre in italiano il testo e, dopo aver naturalmente preso accordi con l'autrice, pubblicai il volume: fu il best-seller delle vendite allo Stand Rusconi durante il Salone del Libro di Torino del 1994. Un successo meritato perché era ed è un bel libro, un successo che mi dimostrò anche che c'era nel pubblico dei lettori una sete di conoscenza della storia sabaudo e nella stesso tempo una carenza di ricerche come di pubblicazioni sull'argomento. Da serio editore quale mi ritengo di essere e sempre proteso a pubblicare i "libri che non ci sono" ovvero opere originali, frutto di ricerche originali che offrano delle reali novità e non la marmellata di quelli che per me sono per me "i falsi libri" (quelli di compilazione: un autore prende tutto quanto è stato pubblicato su un argomento e scrive un nuovo libro scopiazzando quanto hanno scritto tutti gli altri, esercizio particolarmente diffuso nel nostro Paese), decisi che quella della storia sabauda era una strada che doveva essere doverosamente percorsa. Quando quindi mi si presentà un allora timido - ma si vedeva già che era molto ambizioso e determinato - giornalista con il desiderio di fare ricerca e divulgazione storica decisi di metterlo alla prova. Si trattava di Luciano Regolo e la sua proposta di una biografia di Maria José di Savoia sulla base delle sue testimonianze in diretta mi piacque. Lo spronai a realizzare il progetto visto che, allora lavorando in Rusconi case editrice dei libri dell'ex sovrana, aveva le entrature e le opportunità di conversare a lungo con Maria José di Savoia. Poi le trame della vita spesso non si intrecciano con i nostri progetti. Poi accadde che Rusconi vendette ad altri la sua casa editrice (vendette bene anche l'Area Libri che lasciai con un bilancio senza i "rossi" che avevo trovato entrandovi) ed io creai, alla fine del 1995, la mia Simonelli Editore. Anche Luciano Regolo aveva nel frattempo lasciato la Rusconi e nel 1996 si ripresentò da me con il manoscritto completo di quello che è diventata La regina incompresa, l'unica biografia di Maria José di Savoia che può vantare di avere il racconto in diretta, tra virgolette, il racconto della vita dell'ex sovrana e una infinità di notizie inedite all'epoca in cui uscì, nel gennaio del 1997. Fu un piccolo successo anche se poco dopo avvelenato da opere simili, firmate da autori specialisti nei "falsi libri" che, con alle spalle grossi gruppi editoriali, attinsero a piene mani agli inediti del nostro volume. E ci furono anche i "furbetti" della sceneggiato che, senza acquistare alcun diritto sull'utilizzazione del libro, realizzarono un pessimo film-tv utilizzando molto di quanto originalmente contenuto ne La regina incompresa. Ma queste sono "furbizie" a suo tempo denunciate alla stampa e comunque violazioni della proprietà letteraria che non passano mai in giudicato. Anche su questo, un giorno, sarà fatta giustizia. Comunque, sull'onda di quella bella ricerca da cui era scaturita La regina incompresa vennero fuori nell'ordine, dallo stesso autore, altre tre opere frutto di ricerche tanto serie quanto originali: Il re signore (la biografia di Umberto di Savoia) - La reginella santa (la biografia di Maria Cristina di Savoia) - Jelena (la biografia della regina Elena di Savoia). E, sempre lungo il filone della ricerca sabauda, ho pubblicato l'Archivio Osio nel volume La Giovinezza di Vittorio Emanuele III di Mario Bondioli Osio, Maria Giovanna di Savoia Nemours di Adriana Martinelli e Caterina  P. Sanna e, in versione eBook ed Ex Libris Andrea Doria ed Emanuele Filiberto di Savoia di Mauro Navone. Ben sette titoli, quattro dei quali di Luciano Regolo che, grazie a queste opere e al fatto di aver trovato in me qualcuno che ha creduto e investito sul suo talento quando tutti lo ignoravano (lo è difficile per un autore noto, immaginarsi quanto lo sia per uno sconosciuto trovare editori che rischino di pubblicare opere da cinquecento, seicento, ottocento pagine...) ha potuto anche consolidare e sviluppare la propria carriera giornalistica. Ne sono davvero lieto per lui come lo sono altrettanto del fatto di aver compiuto questa opera di divulgazione della storia sabauda né essendo monarchico né avendo avuto alcun rapporto diretto e meno che mai ricevuto alcun beneficio dagli ultimi discendenti di Casa Savoia (leggasi benemerenze o semplicemente l'acquisto da parte loro di almeno una copia dei libri pubblicati intorno alla storia della loro dinastia). Qualcuno, in questi giornaletti di gossip che trionfano online con uno spiritello vagamente ricattatorio, nei giorni scorsi faceva notare, credendo di creare chissà quale scandalo, che nel volume Jelena vi è una introduzione di Vittorio Emanuele di Savoia e una prefazione di Simeone di Sassonia Coburgo Gotha, personaggi ambedue coinvolti nelle recenti inchieste dei magistrati di Potenza. E allora? Quando il libro è uscito tre anni fa nessuno era inquisito - comunque, se non erro, nel nostro ordinamento si ha il diritto di essere considerati innocenti fino a quando non è stata emessa una sentenza definitiva - e vi era una logica dinastica da parte dell'autore di chiedere allora ai due personaggi di scrivere qualche riga ad introdurre il suo appassionante racconto di ben ottocento pagine. Quindi, cari denigratori di questa seria casa editrice, attenti a fare i furbetti. Questa è una casa editrice seria e indipendente. Ma indipendente proprio da tutti...
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (1 luglio 2006)

L'Antica Arte dello Scandalo va decisamente forte in questo momento, in Italia, e siano veri o fasulli gli scandali non importa. Importa innanzitutto fare scandalo. E se vogliamo sopravvivere in questa afa di scandali, non perdere il bandolo della matassa di una equilibrata valutazione delle cose, conservare una propria capacità, un'autonoma capacità di giudizio, torna utile come non mai leggere in questi giorni un libro che credo fondamentale come chiave d'interpretazione delle dinamiche scandalistiche. Ci credo talmente che l'ho pubblicato circa un anno fa. E' appunto L'Antica Arte dello Scandalo di Nicoletta Sipos. Lettura agile e divertente, con le sue 144 pagine questo libro vi fa scoprire storia, aneddoti, tecniche, teorie su una "realtà"  quella degli scandali con un grande passato e, come mostrano gli avvenimenti di tutti i giorni, un radioso futuro. Una lettura per l'Estate se volete essere informati ed avere divertenti argomenti di conversazione.
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner  (28 giugno 2006)  

NELLA BASILICA DI SAN SIMPLICIANO A MILANO eravamo una folla a salutare Silvana Ottieri che se ne è andata in cielo a continuare a conversare di libri, letteratura ed editoria con altri angeli dopo ottantasei anni di una vita intelligentemente e affettuosamente vissuta. In centinaia di "addetti ai lavori", dai più grandi ai più piccoli, eravamo tutti lì per salutare questa vera signora della cultura italiana che è riuscita a dare a chiunque abbia avuto il privilegio di conoscerla e frequentarla un pizzico della sua sincera amicizia. Certo, a guardarsi intorno, oggi, e pensare a lei si ha la misura di quanto sia profondamente cambiato, in peggio, questo nostro mondo non soltanto culturale ed editoriale. Silvana Ottieri, nipote di Valentino Bompiani, moglie dello scrittore Ottiero Ottieri (anche lui scomparso qualche anno fa), discendente da una famiglia, i Mauri, protagonista della grande editoria e della grande distribuzione libraria, avrebbe avuto tutte le premesse per guardare gli altri con una certa arroganza e distacco come farebbe oggi chi avesse origini simili. No, lei, Silvana Ottieri era semplice, affabile, davvero interessata agli altri, davvero partecipe dei tuoi problemi, davvero amica di chi aveva di fronte. E questa sua profonda sincerità la percepivi subito appena la incontravi. Ricordo bene quel giorno di più di trenta anni fa quando ero andato a conoscerla alla casa editrice Bompiani. Lei, allora, curava le relazioni con la stampa della casa editrice ed io, ventinovenne, ero appena diventato il critico letterario de "La Domenica del Corriere" (oltre novecentomila copie vendute alla settimana), un incarico al quale mi aveva "allevato" il grande Giulio Nascimbeni. Ebbene, quella sua voce calda, affettuosa dai colori toscani, che mi restituirono a Milano il ricordo della mia Siena, fu la prima carezza dell'amicizia di questa grande signora di fronte al giornalista giovane, un po' impacciato e, se possibile, da aiutare un po' a muoversi negli incontri in diretta con i grandi scrittori: allora c'erano Moravia, Zavattini... Quel giorno della mia visita in Bompiani c'era anche il giovane Umberto Eco, non ancora il mito di oggi ma che aveva già firmato il suo saggio sulla fenomenologia di Mike Bongiorno. Mi venne presentato di sfuggita come un redattore di qualità della casa editrice prima di essere ricevuto dall'editore, da Valentino Bompiani: anche quello fu l'inizio di una bella conoscenza. Incontrai molte volte Silvana Ottieri in quei quindici anni in cui feci il critico e il cronista letterario per la Domenica del Corriere, ultimo settimanale davvero popolare, che faceva autentica divulgazione culturale, portando ogni argomento, anche il più complesso, alla portata di chiunque senza cadere nella volgarità del gossip. E anche quando lasciai l'impegno critico questa sua simpatia umana e culturale continuò ad accompagnarmi. Letteralmente mi commosse il giorno in cui, nonostante in quel momento la sua salute non fosse delle migliori, decise di venire a presentare alla libreria Hoepli di Milano il mio Dieci giornalisti e un editore (raccolta di articoli che avevo scritto sulla Domenica del Corriere e di una lunga intervista che mi aveva concesso Valentino Bompiani) ed esordì dicendo semplicemente: "Questo libro è bellissimo...". E' bellissimo anche il tuo libro di memorie, cara Silvana Ottieri, l'ultimo regalo che ci hai lasciato: Ritratto di una scrittrice involontaria curato da Rodolfo Montuoro per la collana Ritratti delle Edizioni Nottetempo. Ed ora? Ora che anche una bella persona come lei se ne è andata? "Domani è un altro giorno", dice banalmente la protagonista di "Via col vento". Ma quali altri giorni saranno i nostri con sempre meno belle persone e sempre più "furbetti" anche nella società cultural-editoriale?
Conversiamone su The Web Park Speaker's Corner (27 giugno 2006)  
  

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Luciano Simonelli

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