I l generale Egidio Osio dal 9 maggio 1881 all'11 novembre 1889 ricoprì la carica di Vice Governatore dell'allora Principe Ereditario, il futuro Vittorio Emanuele III di Savoia. L'alto ufficiale fu insomma l'unico responsabile dell'educazione di chi ebbe la ventura di regnare nel periodo più complesso e tormentato della più recente storia italiana: quello del Primo e Secondo conflitto mondiale, dell'avvento e della caduta del fascismo. Trascorsi cinquanta anni dalla scomparsa di questo sovrano ancora al centro di un serrato dibattito sulle sue presunte responsabilità di fronte agli uomini e alla storia, giunge quindi quanto mai opportuno il volume curato da Mario Bondioli Osio, nipote del generale «educatore» ed erede di tutte le sue preziose carte. Sono infatti un fondamentale contributo alla conoscenza della personalità di Vittorio Emanuele III queste pagine in cui vengono raccolti per la prima volta documenti, testimonianze, epistolari conservati nell'Archivio Osio, dichiarato d'interesse storico dalla Sovrintendenza Archivistica della Lombardia. E accanto alla prima edizione completa e filologicamente corretta di 439 lettere indirizzate al suo precettore dal futuro sovrano, a cui si aggiungono 36 lettere di sua madre, la regina Margherita, il volume offre l'epistolario dello stesso generale Osio, pagine del suo diario, una serie di testi raccolti a suo tempo dalla vedova e molte altre «testimonianze».
«A me pare che da queste pagine» osserva Mario Bondioli Osio nell'introduzione, «emerga un ritratto del tanto misconosciuto e malgiudicato Sovrano, capro espiatorio degli errori e dei fallimenti di una intera nazione, ben diverso da quello che appare scontato nella memoria collettiva o, perlomeno, giornalistica».
Mario Bondioli Osio è nato a Milano il 1° luglio 1936. Dopo la laurea in Giurisprudenza e una borsa di studio presso il Bologna Center della Johns Hopkins University, nel 1960 si avvia alla Carriera Diplomatica. La sua prima destinazione all'estero è in qualità di vice console a Basilea, cui segue l'Ambasciata di Bonn. Negli anni Settanta è prima alla Direzione Generale degli Affari Politici (Servizio ONU), poi Primo Consigliere all'Ambasciata di Tripoli e Ministro Consigliere in quella di Teheran, poche settimane dopo la fondazione della Repubblica Islamica. Passa quindi a New York - è il 1981 - come Primo Consigliere alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'ONU. Dopo aver svolto vari incarichi presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo al Ministero degli Esteri, nel 1988 viene nominato Ambasciatore ad Aden e accreditato anche a Gibuti. Rientrato a Roma dopo la riunificazione dei due Yemen nel 1990, svolge incarichi presso la Direzione Generale degli Affari Politici e come Osservatore CEE in Croazia. Nel 1992 è Ambasciatore a Doha, nello Stato del Qatar. Dal dicembre 1995 assume l'incarico di Presidente della Commissione Interministeriale per il Recupero delle Opere d'Arte. |