di Mariantonietta Sorrentino Rizzo n. 1 2 3 4 5
L' interesse per la memoria è un atto di giustizia e di amore.
Memoria in quanto riscoperta e valorizzazione delle matrici della nostra cultura mediterranea, matrici multietniche.
Memoria per progettare il futuro, per comprendere il presente.
Un viaggio negli itinerari della memoria alla scoperta di una realtà tanto poliedrica quanto seducente.

© Copyright by Simonelli Editore srl

Cosa hanno in comune Siracusa,Crotone,Sibari,Taranto e Paestum?
La risposta è riassunta in una sola parola: Magna Grecia.
Colonie greche del Mezzogiorno d'Italia, numerose e che raggiunsero un grado di prosperità economica e commerciale, a volte, superiore ai centri della madre patria.
Nelle sue feste, Sibari poteva sfoggiare 5.000 cavalieri, tutti ornati di magnifici addobbi: Atene, nei suoi prosperi giorni, non ne mise insieme più di 2.000. Questo suona appassionante se si considera che, solo a partire dal VII secolo, la colonizzazione rivestì carattere commerciale.
L'agricoltura meridionale è debitrice dei greci più di quanto si pensi: l'introduzione di un primo sistema di rotazione delle colture, con la sostituzione della coltivazione dei legumi a quella dei cereali, ma anche la diffusione della vite e dell'olivo, quest'ultimo a partire dal VI secolo.
Una comune matrice greca impregna il Mezzogiorno d'Italia e, sull'onda della storia, si inserisce la mitologia. Una leggenda, riportata dagli storici antichi, narra di una spedizione di colonizzatori guidata da Dauno, Japigio, Peucezio ed Enotro: quattro dei cinquanta figli del re degli Arcadi ,Licaone.
Al di là della leggenda emerge la tripartizione della Puglia, documentata storicamente, ben oltre gli aspetti mitologici.
Dalle campagne archeologiche condotte a Lucera. Ordona, Canosa (Foggia) emerge la matrice daunia. I Peucezi fondarono Silvium (Gravina), Corato, Norba (Conversano) , e i Messapi, del grande gruppo degli Japigi, Brundisium e Caelia. Pare che Brundisium derivi dal messapico "brunda" , cioè "testa di cervo" e furono proprio i Messapi a diffondere l'arte ceramica. Profughi da Rudiae, per una incursione vandalica, essi inaugurano nuove scuole, insegnando a dare forma e colore all'inanimata creta.

Mariantonietta Sorrentino Rizzo

 


 
Hai una riflessione da fare su quanto appena letto?
Metti tutto personalmente on line su
The Web Park Speaker's Corner
oppure, se preferisci, invia una e-mail a ed@simonel.com.